Meloni vs Schlein: un duello tv che non è par condicio
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Alle Europee si vota con il proporzionale, quindi il duello in tv tra Meloni e Schlein vìola la par condicio perché le due leader godono di un indubbio vantaggio rispetto agli altri leader di partito.
C’è grande attesa per il confronto tv di giovedì 23 maggio tra Giorgia Meloni e Elly Schlein. Il fatto che lo conduca Bruno Vespa è una garanzia di imparzialità perché il più importante conduttore italiano ha da sempre gestito i duelli in tv tra i principali competitors elettorali con indiscussa professionalità e pieno rispetto delle regole. Nessun altro sarebbe probabilmente in grado di assicurare la regolarità di questo confronto.
Detto questo, però, bisogna interrogarsi se su un piano strettamente giuridico e di rispetto delle norme sulla par condicio questa iniziativa di puntare su un dibattito a due sia corretta e rispettosa della pluralità delle opzioni elettorali che si confrontano in vista del voto dell’8 e 9 giugno.
Le perplessità riguardano anzitutto il fatto che sia per le Europee che per moltissime sfide amministrative si vota con il proporzionale. Le coalizioni, dunque, non contano e ciò che rileva sono i programmi dei singoli partiti, che dovrebbero avere la possibilità di competere ad armi pari, anche mediaticamente, per conquistare la fiducia degli elettori.
Giorgia Meloni, quindi, in questa tornata elettorale è candidata e rappresenta esclusivamente Fratelli d’Italia. Elly Schlein in questo caso è candidata e rappresenta esclusivamente il Pd. Tutte le forze alleate, dell’una e dell’altra, sono impegnate a conquistare voti per se stesse e non per la coalizione, quindi Meloni e Schlein, partecipando a un duello tv in prima serata, godono di un indubbio vantaggio rispetto agli altri leader di partito che girano in lungo e in largo l’Italia o perché direttamente candidati come Antonio Tajani o per sponsorizzare i propri candidati e le proprie liste (come Giuseppe Conte e Matteo Salvini).
Sicuramente il duello in tv è un evento che contribuisce a polarizzare il voto, orientando gli elettori a stare o di qua o di là, il che penalizza tutte le altre forze in campo. Bene ha fatto, quindi, il Presidente della commissione di vigilanza Rai, Barbara Floridia a chiedere chiarimenti all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), che è peraltro fortemente impegnata a far rispettare le norme della par condicio in ambito radiotelevisivo.
In verità la presenza di Meloni nel duello tv ha un qualche ragione più plausibile, sia perché Giorgia è il capo del governo sia perché è nettamente il leader del suo schieramento. Nei sondaggi, anche quelli più cauti, Fratelli d’Italia viene dato al 26-27%, il che vuol dire molto di più della somma degli altri due partiti della coalizione (Lega e Forza Italia), accreditati di un 8-9% ciascuno.
Sul versante della sinistra, invece, la Schlein, molto attiva nelle ultime settimane, veleggia con il suo partito intorno al 20% mentre il suo rivale Giuseppe Conte, capo del Movimento Cinque Stelle, supera il 15%. La distanza tra i due non appare dunque così consistente da giustificare la disparità di visibilità: la Schlein nel salotto di Vespa, Conte trattato alla stregua delle altre forze del centrosinistra come i verdi o Azione, che lottano per raggiungere la fatidica soglia del 4% per entrare nel Parlamento europeo.
Discutibile, quindi, in una competizione sui temi europei, dove ogni forza politica corre per sé e cerca di massimizzare i consensi, dare voce solo ai due partiti più grandi numericamente. Peraltro, considerato l’alto astensionismo che c’è nel nostro Paese, la somma degli elettori di Fratelli d’Italia e del Pd rimane al di sotto del 30% degli aventi diritto nel nostro Paese, il che rende ancora meno pluralista un confronto a due.
La Rai potrebbe comunque rimediare a questo parziale tradimento del principio pluralista e far condurre a Bruno Vespa anche altri confronti tra leader, ad esempio Conte e Salvini o Renzi e Tajani, in questo modo consentendo a tutti i principali attori politici di presentare le proprie proposte elettorali per il futuro dell’Europa.
A onor del vero, il duello del 23 maggio potrebbe avere comunque il merito di invogliare la gente ad andare alle urne, risvegliando quello spirito partecipativo che è particolarmente prezioso per alimentare la vita democratica.