«Melloni in conflitto di interessi». Sospetti sul ricco bando PNRR
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Un potenziale caso di conflitto di interessi agita Alberto Melloni: è coordinatore di un ricco dottorato con fondi PNRR e contemporaneamente segretario della Scuola di Bologna, che ospiterà gli stage obbligatori. La denuncia di un membro del collegio docenti. E lui alla Bussola dice: «Non ne so nulla, non sono portatore di interessi». Ma il codice etico dell'ateneo è chiaro.
Il PNRR è un’occasione ghiotta per tanti italiani. Del resto, non capita tutti gli anni che l’Unione Europea elargisca fondi con la scusa della ripresa post covid e che questi fondi vadano a beneficio anche di realtà che con la crisi pandemica non hanno nulla a che fare.
Tra questi ci sono anche gli studi religiosi, campo nel quale l’Italia è bene in vista con il Dottorato Nazionale in Studi Religiosi, il cosiddetto DREST, che è promosso e coordinato da Alberto Melloni. Questi è docente ordinario dell’università di Modena e Reggio, però è anche il segretario della Fondazione per gli Studi religiosi (FSCIRE), la cosiddetta Scuola di Bologna, think tank della sinistra cattoprogressista e che negli anni scorsi, come documentano diverse inchieste della Bussola (QUI e QUI), ha fatto incetta di fondi pubblici grazie a Governi piuttosto compiacenti, guarda caso di sinistra.
Ebbene, quello che rischia di profilarsi all’orizzonte è un caso di conflitto di interessi che riguarda proprio Melloni, nella sua duplice veste di coordinatore del dottorato e di segretario della Scuola di Bologna.
La FSCIRE, infatti, è spesso sede degli stage obbligatori che i vincitori del bando di dottorato hanno svolto l’anno scorso e dovranno svolgere quest’anno. In pratica: FSCIRE partecipa attivamente al Consorzio dottorale e ospita gli stage obbligatori di vari dottorandi stipendiati con borse PNRR conferite da alcune università statali italiane, a partire da UNIMORE, l’università di Melloni, che guarda caso è anche segreteria amministrativa del bando.
Stiamo parlando di bandi per borse del valore di 80mila euro ciascuna per 36 mesi, la FSCIRE come stage ne ha già ospitati 4 nel primo bando e ne ospiterà sei in quello di quest’anno, esteso, non si sa bene per quale motivo a 18 mesi in luogo dei canonici sei.
Il sospetto è che siano stati usati e si useranno – per quanto riguarda il prossimo bando che scadrà il 14 luglio - fondi pubblici italiani-europei conferiti da università statali per pagare studiosi che lavorano gratis presso la Fondazione di Melloni. O almeno questo è il sospetto di un addetto ai lavori, che conosce bene la materia per essere uno dei numerosi componenti il collegio docenti del dottorato, presieduto dallo storico della Chiesa di Reggio Emilia e amato dalla Sinistra Dem e cattoliberal.
Il docente, che è nel collegio per conto del suo ateneo, ha già scritto ad aprile una lettera all’ufficio legale dell’Università di Modena per segnalare il potenziale conflitto di interessi di Melloni, ma non avendo ricevuto risposta, è in procinto di scriverne una seconda in forma ancora più ufficiale alla quale si auspica che qualcuno, ad esempio lo stesso Rettore di Unimore, dovrà dare riscontro.
Il potenziale conflitto di interessi, stando a quanto motivato nella lettera formale presentata, risiederebbe nel fatto che il ruolo di coordinatore del dottorato attribuito a Melloni sarebbe in contrasto con il suo incarico storico presso la Fondazione.
A riprova di questo, infatti, cita, fornendone un esempio, le lettere di incarico nelle quali il Melloni segretario FSCIRE autorizzava con lettere di impegno gli stage presso FSCIRE di dottorandi stipendiati con fondi PNRR, che il Melloni coordinatore del Dottorato gestiva. A questo punto, scatta forte il sospetto che la FSCIRE possa avvantaggiarsi di studiosi che lavorino presso la sua struttura gratis, perché già pagati dai fondi PNRR degli Atenei.
Una delle caratteristiche dell’utilizzo dei fondi PNRR è l’interesse nazionale. Niente da obiettare che si sia deciso che anche gli studi religiosi rientrino in questa categoria – per la verità dalle maglie piuttosto larghe -, ma che cosa succede se gli interessi da nazionali diventano privati? È quanto l’estensore della richiesta di delucidazioni intende chiarire con l’ateneo.
Nel frattempo, la replica di Melloni non si è fatta attendere. «Non ne so nulla, né il mio ateneo mi ha mai detto nulla», ha spiegato Melloni alla Bussola. E ha aggiunto: «La figura del coordinatore di dottorato non è portatrice di alcun interesse. Il fatto che lo stage si svolga presso la Fondazione non è in conflitto di interessi. È noto che gli stage si svolgano dove c’è qualcosa da imparare e questo è il caso. Mi meraviglia inoltre che ci sia questa cosa di cui io non sono affatto a conoscenza e poi mi sembra strano dato che questo aspetto non è mai emerso nel collegio dei docenti né alcun collega ha mai sollevato la questione».
Per la verità qualcuno in realtà c’è e ha più volte sottoposto al collegio il tema del conflitto di interessi per cercare di avere delle risposte convincenti che però non sono arrivate.
«Il coordinatore è una figura qualsiasi collegio dei docenti, se qualcuno avesse visto qualcosa di storto lo avrebbe rilevato», ha concluso Melloni, che successivamente ci ha richiamato per confermarci di aver telefonato all’ufficio legale di ateneo e che non risulterebbe nulla a suo carico.
In realtà, la segnalazione c’è stata, solo che nessuno ha pensato di darvi risposta.
Risposta che dovrebbe entrare nel merito della questione. L’estensore, infatti, è convinto che oltre che una violazione delle normative ci sia anche una grave violazione di etica pubblica. E per questo cita nella sua lettera anche gli eventuali articoli del codice etico dell’ateneo modenese. Si tratta dell’articolo 11 nel quale si dice che «si ha conflitto di interessi quando l’interesse privato di un appartenente alla comunità accademica si ponga in potenziale o effettivo contrasto oppure risulti incompatibile con l’interesse dell’Ateneo. Il conflitto può essere causato: a) da rapporti di lavoro o di consulenza con enti di formazione o di ricerca potenzialmente o effettivamente concorrenti con l’Ateneo».
A questo Melloni replica che «lo stage per sua natura non implica un rapporto di lavoro». In ogni caso la questione è di quelle che scottano e una risposta andrà data, più che altro per fugare ogni dubbio che l’operazione PNRR celi la solita narrativa di un’italietta furba pronta ad approfittare dell’assalto alla diligenza dei fondi europei a pioggia.
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