Medjugorje, un altro mondo è possibile
La testimonianza di fede impressionante e universale vissuta venerdì, in occasione dei 40 anni dalla prima apparizione di Medjugorje, in un solo gesto ha spazzato via tanti inutili discorsi su mascherine e distanziamento sociale. Si sono riviste le lunghe file ai confessionali dopo mesi di deserto causato dalle restrizioni ai movimenti. A Medjugorje si vive in un’altra dimensione, dove “risplende il Signore” mentre una “nebbia fitta avvolge le nazioni” e da cui partire per rafforzare la missione nel mondo.
Ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni, ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te (…) Alza gli occhi intorno e guarda, tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano…
Vengono in mente questi versetti del profeta Isaia (60, 2-4) vivendo queste giornate di festa a Medjugorje, con decine e decine di migliaia di persone arrivate da tutto il mondo a ringraziare Maria per le abbondanti grazie ricevute in questi quaranta anni o per riconfermare la volontà di vivere secondo le Sue indicazioni.
Non ci sono parole sufficienti per descrivere lo spettacolo al mondo che è stata la Messa di venerdì 25 giugno, per celebrare i 40 anni dalla prima apparizione in questo sperduto villaggio dell’Erzegovina. Le poche immagini postate sulla nostra pagina Facebook possono appena fare intuire che grande avvenimento è stato.
È una testimonianza di fede impressionante e universale che, come conseguenza, in un solo gesto ha spazzato via tanti inutili discorsi su mascherine e distanziamento sociale: è il desiderio di vita eterna che muove questo popolo e non la paura della morte terrena. Non cancella la cura per la salute, ma afferma che più importante è la salvezza.
Così come le lunghe file ai confessionali che si sono riviste in questi giorni dopo lunghi mesi di deserto causato dalle restrizioni ai movimenti delle persone decise dai vari governi come misure anti-Covid. È questo il vero vaccino di cui abbiamo immenso bisogno, la riconciliazione con Dio che la Madonna raccomanda fin dalla prima apparizione, e di cui la riconciliazione tra gli uomini è frutto. Sicuramente diversi di coloro che sono presenti in questi giorni a Medjugorje avranno avuto anche il vaccino imposto dai governi, ma qui riconfermano che la loro speranza è in Cristo e non nel nuovo vitello d’oro.
Non è retorica affermare che a Medjugorje si vive in un’altra dimensione, è assolutamente evidente che su questo villaggio “risplende il Signore” mentre una “nebbia fitta avvolge le nazioni”. Ma sarebbe sbagliato pensare che si tratti di una piccola oasi in cui si può venire ogni tanto per fuggire dal mondo e riprendere fiato. No, è evidente che si viene a Medjugorje per iniziare o rafforzare la missione nel mondo. Non si viene per fuggire la “nebbia fitta che avvolge le nazioni”, ma per portare la luce del Signore ovunque. Ne sono testimonianza le centinaia di opere e congregazioni religiose nate o ispirate a Medjugorje.
Vivendo al cospetto di Dio e Sua Madre, meglio si può giudicare quanto avviene nelle nazioni, tutto si vede nella giusta prospettiva. Diventa più chiaro che nessun compromesso può essere tentato con il principe del mondo: che è solo frutto della menzogna l’imposizione della dittatura Lgbtq etc… mascherata da lotta alle discriminazioni; che è semplicemente meschino tentare di lisciare il pelo al potente di turno in cambio di qualche spicciolo per mantenere le chiese aperte (ma sempre con meno fedeli); che è assolutamente futile uno psicodramma sportivo fondato non sulle capacità agonistiche ma sull’opportunità o meno di inginocchiarsi prima dell’inizio di una partita di calcio; che è destinata alla distruzione una Unione Europea che sancisce come un diritto umano l’aborto, il più abominevole degli omicidi.
E diventa più chiaro che nostro compito è semplicemente quello di portare in ogni luogo in cui siamo chiamati a vivere e lavorare, in ogni circostanza che ci accade, la bellezza che è apparsa a Medjugorje.
Un altro mondo è possibile: noi l’abbiamo visto, l’abbiamo sperimentato, e lo desideriamo per tutti. “Il principe di questo mondo è stato giudicato”, questo giudizio è la nostra ragione d’essere.