Max, sempre stato vivo
Dieci anni di coma, undici di riabilitazione, sostenuto dalla sua grande gioia di vivere e dall'amore della madre. Così Massimiliano Tresoldi è oggi una grande testimonianza per la vita, degna di essere vissuta in qualsiasi condizione.
Dieci anni di coma, conseguenza di un brutto incidente nel 1991, ma Max Tresoldi vivo lo è sempre stato e lo ha dimostrato ai suoi attraverso quei piccoli gesti - un dito che si muove, un sopracciglio che si alza - che non devono essere ignorati. A confermarlo è il suo risveglio e quella frase che fa venire i brividi: “Io ci sono sempre stato. Sentivo tutto”. Il collegamento con la Rai lo scorso 4 novembre era stato concepito proprio per questo, per raccontare al mondo come la forza dell’amore possa davvero cambiare le sorti del destino. Ma la famiglia Tresoldi si trova a fare i conti con una spiacevole situazione e con la triste frase partorita da Alda D’Eusanio, di cui riferiamo a parte.
Noi Max lo abbiamo conosciuto e possiamo dirvi che ha una stretta di mano energica, che ascolta con attenzione tutto quello che dici, che ti bacia la mano quando lo saluti e la sua vita, così come ci è stata raccontata dalla sua mamma, non ha assolutamente nulla di indegno: “Max ha lottato per 21 anni per ottenere questi risultati. Quando ho deciso di riportarlo a casa, dopo 8 mesi di ospedale, erano tutti contro di me. A casa Max si è subito rilassato. Mentre in ospedale le sue gambe erano piegate e attaccate al petto, quando lo abbiamo riportato a casa abbiamo subito notato che si è disteso. Si è rilassato. Non è stato facile. Aveva la febbre alta e i bronchi e abbiamo dovuto crederci duramente tutti i giorni. Adesso Max vive una vita normale, si alza alle 9 del mattino, fa colazione e inizia la fisioterapia. Viene sempre con noi in giro per l’Italia per dare testimonianza di quanto gli è successo. Ha ricominciato a parlare e scrive. Gli devi tenere la mano e aiutarlo ma scrive quello che vuole comunicare e quando si rende conto che stai sbagliando ti ferma e ti tira la mano per farti capire che non è questo quello che vuole dire”.
Max oggi è anche zio di un paio di nipotini che lo trattano con la spontaneità e l’affetto di cui solo i bambini riescono a farsi protagonisti. Mentre mamma Ezia continua a raccontarci la sua storia, il telefono continua a squillare. Sono le testimonianze di affetto e solidarietà che non sono mai mancate nella vita di Massimiliano. Oggi mamma Ezia ci descrive Max come una persona serena e orgogliosa della sua vita e ci saluta con quelle che sono le parole scritte proprio da lui nel libro pubblicato da Ancora “E adesso vado al Max”: “ Non ho mai pensato di morire nemmeno quando ero in ospedale perché la vita è bellissima. Mi ricordo alcuni momenti di quando ero piccolo, il pallone, gli amici, l’oratorio ma non ne ho nostalgia. Ho lavorato tanto e ho conosciuto tanta gente simpatica. Io voglio continuare a lavorare per migliorare e potermi divertire di più. Ringrazio tutti ma proprio tutti quelli che mi hanno aiutato e spero che anche chi non ha avuto la mia esperienza di coma possa essere contento come sono io!”.