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Maria Madre della Chiesa

La memoria odierna si celebra solo dal 2018, ma fin dal principio del cristianesimo i Padri hanno riconosciuto la maternità di Maria su tutta la Chiesa, vedendo chiaramente nella Madre di Dio la donna annunciata nella Genesi, nemica del serpente infernale (Gn 3, 15) e Madre dei redenti che accolgono il suo divin Figlio nella loro vita, osservandone i comandamenti

Santo del giorno 01_06_2020 English Español

Si celebra oggi la memoria della Beata Vergine Maria “Madre della Chiesa”, un titolo che è stato definito durante il Concilio Vaticano II, ma che si fonda su duemila anni di cristianesimo e storia della salvezza. È stato papa Francesco a decidere l’istituzione nel Calendario Romano Generale di tale memoria obbligatoria, fissandola al Lunedì di Pentecoste di ogni anno, come reso noto da un decreto del prefetto della Congregazione per il Culto Divino, Robert Sarah, recante la data dell’11 febbraio 2018 (e pubblicato il 3 marzo), 160° anniversario della prima apparizione della Madonna a Lourdes. “Questa celebrazione - scrive Sarah nel decreto - ci aiuterà a ricordare che la vita cristiana, per crescere, deve essere ancorata al mistero della Croce, all’oblazione di Cristo nel convito eucaristico, alla Vergine offerente, Madre del Redentore e dei redenti”.

Il titolo di Maria Madre della Chiesa fu proclamato solennemente da Paolo VI il 21 novembre 1964, nell’atto di promulgare la Lumen Gentium, la costituzione che al capitolo VIII approfondisce il ruolo eccezionale di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa. “Perciò a gloria della Beata Vergine e a nostra consolazione dichiariamo Maria Santissima Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, sia dei fedeli che dei Pastori, che la chiamano Madre amatissima; e stabiliamo che con questo titolo tutto il popolo cristiano d’ora in poi tributi ancor più onore alla Madre di Dio e le rivolga suppliche”, disse papa Montini nell’allocuzione davanti ai Padri conciliari.

Sempre sotto Paolo VI fu approvata nel ’73 la Messa votiva De Sancta Maria Ecclesiae Mater, che due anni più tardi venne inserita nell’Editio altera del Messale Romano. La celebrazione fu poi iscritta nel Calendario proprio di alcuni Paesi, come la Polonia e l’Argentina, che ottennero di poterla fissare al Lunedì di Pentecoste. Questo giorno venne scelto per sottolineare l’intimo legame tra le innumerevoli grazie della Chiesa nascente e la sollecitudine materna di Maria, la “piena di grazia” che dopo l’Ascensione del Figlio si raccolse in preghiera nel Cenacolo insieme alle pie donne e agli apostoli (At 1, 12-14). E invocò per nove giorni la discesa dello Spirito Santo che era stato promesso da Gesù e di cui sarebbero stati ricolmati sul finir della Pentecoste. Va poi ricordato che i fedeli si sono abituati a onorare Maria come Madre della Chiesa anche grazie alla possibilità concessa durante il pontificato di Giovanni Paolo II, nel 1980, di inserire l’invocazione nelle Litanie Lauretane.

Fin dal principio del cristianesimo i Padri hanno riconosciuto la maternità di Maria su tutta la Chiesa. Santi e scrittori ecclesiastici hanno visto chiaramente nella Madre di Dio la donna annunciata nella Genesi, nemica del serpente infernale (Gn 3, 15) e Madre dei redenti che accolgono il suo divin Figlio nella loro vita, osservandone i comandamenti. Già sant’Agostino la chiamava “Madre delle membra (di Cristo), […] perché ha cooperato con la sua carità alla nascita dei fedeli nella Chiesa, i quali di quel Capo sono le membra”. E, prima ancora di lui, il Vangelo ne ha reso manifesta la straordinaria cooperazione all’opera redentrice di Gesù, che ha avuto il suo culmine sul Calvario con i suoi immensi dolori ai piedi della Croce. È all’apice di questa partecipazione mistica alle sofferenze del Figlio che Egli, indicandole il discepolo prediletto, le affidò tutti gli uomini come suoi propri figli nell’ordine della grazia. E a quegli stessi figli chiese di amarla, secondo le parole rivolte a Giovanni: “Ecco tua madre!”.

Per saperne di più: Maria - Madre di Cristo, Madre della Chiesa, punti 963-975 del Catechismo