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SANTA

Maria Goretti, una martire moderna

Oggi, 6 luglio, è la festa di S. Maria Goretti, la martire che può essere considerata protettrice delle donne che subiscono violenze o aggressioni mortali. Ma ha ancora senso celebrare una martire della purezza e della castità? Leggete la storia di Maria.

Ecclesia 06_07_2014
Santa Maria Goretti

Sul filo del rasoio. Cammina sulla lama quel terribile pensiero che a volte percorre la mente quando una donna subisce violenza. Perché, ad esser onesti, non si può negare che oggi il senso della purezza, con il suo corollario del pudore, è desaparecido. Purtroppo anche la violenza sulle donne ha quasi sempre un movente di carattere sessuale e la cronaca di questi giorni incalza con il triste caso di Yara Gambirasio. Oggi, 6 luglio, è la festa di S. Maria Goretti, la martire che può essere considerata protettrice delle donne che subiscono violenze o aggressioni mortali.

Ne sa qualcosa la giovane canadese Marcy Julien che, non potendo avere figli a causa dei ripetuti abusi ricevuti dal patrigno nell'adolescenza, pregando la santa ha ricevuto la grazia di una bellissima bambina, battezzata lo scorso anno proprio a Nettuno nel santuario dedicato a Maria Goretti. La martire “consapevole dell'innocenza”, come l'ha definita Cornelio Fabro, rappresenta veramente uno splendido esempio di quale importanza ha la custodia della purezza per la vita dell'anima.

La storia di santa Maria Goretti, ma potremmo citare anche quella della Beata Piera Morosini, ha molto da insegnare anche a tanti politici che sono giustamente preoccupati di prevenire violenze, ma che non mostrano lo stesso zelo per una vera educazione all'affettività. Il testamento di Alessandro Serenelli, l'aggressore di S.Maria Goretti, in questo senso è una vera e propria pietrata, scomoda anche per alcuni ambienti ecclesiali che nel rapporto con “il mondo” sembrano ammiccare assai. E' stato scritto nel 1961 quando aveva 80 anni - “prossimo a chiudere la mia giornata” - dopo 27 anni di galera e quasi altrettanti di convento. Serenelli il 5 luglio 1902 aggredì la giovane Maria, dopo averla già insidiata in altre occasioni, infierendo sul suo corpo con un punteruolo di 24 cm, senza tuttavia riuscire a praticarle alcuna violenza sessuale. “No, no, Dio non lo vuole. - gli disse Maria durante l'assalto – Se fai questo vai all'inferno”. Maria morirà il giorno successivo, Serenelli prenderà il massimo della pena. Al termine della sua vita lascia un testamento che, a suo modo, è un inno e un monito alla purezza e alla ricerca del bene. 

Poche righe, dense. Scritte da chi è stato forgiato dalla dis-grazia e dalla Grazia. “Dando uno sguardo al passato – scrive Serenelli - riconosco che nella mia prima giovinezza infilai una strada falsa: la via del male, che mi condusse alla rovina. Vedevo attraverso la stampa, gli spettacoli e i cattivi esempi che la maggior parte dei giovani segue senza darsi pensiero: io pure non mi preoccupai. Persone credenti e praticanti le avevo vicino a me, ma non ci badavo, accecato da una forza bruta che mi sospingeva per una strada cattiva. Consumai a vent’anni un delitto passionale del quale oggi inorridisco al solo ricordo.” Poi ringrazia “l'angelo buono”, S.Maria Goretti, che “la provvidenza mi aveva messo davanti per salvarmi”. E così conclude dicendo che “coloro che leggeranno questa mia lettera vogliano trarre il felice insegnamento di fuggire il male e di seguire il bene sempre, fin da fanciulli. Pensino che la religione con i suoi precetti non è una cosa di cui si può fare a meno, ma è il vero conforto, l’unica via sicura in tutte le circostanze, anche quelle più dolorose della vita. Pace e bene.» 

Ad ascoltare Serenelli, convertito dalla caparbia innocenza di S. Maria Goretti, c'è poco da scherzare: o di qua, o di là, o il bene, o il male. Bisogna decidersi. “Fin da fanciulli” occorre non farsi accecare da alcuna forza bruta (e fa degli esempi: certi spettacoli, certa stampa,...), ma si deve fare il bene e “fuggire il male”. C'è un mondo intorno a noi a cui bisogna saper prendere le distanze, e stare alla larga dalle occasioni di peccato. Parole che sembrano venire da una specie di scavo archeologico, perchè bene e male ormai sono solo due gusti indistinti. Parlavamo di un pensiero sul filo del rasoio. Quel “se l'è cercata...” che spesso colpisce la  donna vittima di violenza, ma ad ascoltare Serenelli questo pensiero varrebbe anche per l'aggressore, anzi vale per tutti noi che a furia di un indifferente abbraccio con “il mondo” ne veniamo stritolati. Come nell'abbraccio del serpente. E scivoliamo nelle peggio cose.