Maria, cento bimbi consacrati. La Vita nuova vince il Covid
Una folla di fedeli in ginocchio nel cuore della notte per implorare la fine del virus. Oltre cento bambini che regalano il loro cuore a Maria, tra suppliche di intercessione e grazie di guarigione che piovono dal Cielo. C'è tutto un mondo che il Coronavirus l'ha già sconfitto, perché ha visto con i propri occhi la maledizione trasformarsi nel luogo in cui si manifesta la gloria di Dio. È il mondo della preghiera nella Vita cristiana, che è Speranza viva.
“Bambini, volete voi nascere nuovamente nel grembo di Maria e diventare piccoli Gesù?”. “Sì! Lo vogliamo!”. È il 13 maggio 2020. Esattamente il 103° anniversario delle apparizioni di Nostra Signora di Fatima. Questa volta però non ci troviamo a Cova da Iria, in Portogallo, ma nella periferia di Milano, dove, tra i casermoni popolari, sorge uno dei più grandi Santuari d’Europa: quello dedicato a Santa Rita da Cascia.
È qui che padre Massimo, priore della famiglia agostiniana che regge il Santuario, ha consacrato a Gesù, per Maria, oltre cento bambini provenienti da tutta Italia e collegati in preghiera su Zoom. Sono proprio questi bambini della generazione iPhone e Covid-19 che, esattamente come i Pastorelli di cent’anni fa, hanno fatto la loro promessa d’amore a Maria, donandosi tutti al Suo Cuore Immacolato e a quello di Suo Figlio Gesù.
Per capirci di più, è necessario riavvolgere il nastro di circa due mesi e correre al momento in cui il Coronavirus ha costretto all’isolamento milioni di italiani, mietendo vittime senza pietà. È in questo contesto doloroso, a cui si è aggiunta la pena per la mancanza dell’Eucaristia, vietata al popolo come ogni altra forma di comunione, che il sacerdote agostiniano ha iniziato la “sua” preghiera notturna.
Un’ora in ginocchio, nel cuore della notte, per implorare a Dio Padre il miracolo: la fine della pandemia in tutto il mondo e la guarigione di orde di malati apparentemente incurabili. Una preghiera che da oltre settanta giorni porta ai piedi del Tabernacolo centinaia e centinaia di fedeli, tutti collegati in diretta via Facebook, essendo i social network l’unica forma di vita comunitaria concessa ai tempi della cosiddetta Quarantena.
Ebbene, come accade per ogni piano voluto dal Cielo e condotto dallo Spirito Santo, la preghiera notturna ha superato ogni limite e si è espansa a dismisura, radunando fedeli da tutta Europa e persino oltreoceano. E come una madre feconda ha generato a sua volta nuova preghiera. È nata così l’idea di far pregare anche i bambini, a partire da un’intuizione molto semplice: se un uomo adulto è capace di invocare Dio nel cuore della notte, quanto più un bambino saprà gridare al Papà e alla Mamma del Cielo, sino a farsi ascoltare?
Così il desiderio fiorito ai piedi di Gesù Eucaristia ha incontrato il favore di alcune mamme a cui Maria, seppur in forme differenti, aveva già preparato l’animo per accogliere tale missione.
Sono nati così piccoli e grandi gruppi di preghiera che, attorno al focolaio domestico, radunano ogni giorno, alle ore 12 e alle ore 20, collegati in diretta sul social Zoom, un esercito di bambini che pregano per sconfiggere definitivamente il coronavirus e per implorare la guarigione di più malati possibili. Ma non è tutto. I bambini sono stati arruolati in questa missione voluta dall’Alto anche per sconfiggere un altro virus, che è ancora più radicale e pericoloso del primo: il virus mortale del peccato.
Vi è, infatti, un'immagine biblica che ispira e rappresenta al meglio questa realtà: la battaglia di Davide contro Golia. Il piccolo Davide, munito solo di cetra e di fionda, ha combattuto e vinto contro il gigante Golia, simbolo, appunto, del peccato e della prepotenza del Male. Questo racconto, tratto dall’Antico Testamento, ci insegna che sono proprio i bambini ad avere quell’audacia che Dio conosce e gradisce per le battaglie più importanti del Regno di Dio. Per sconfiggere il maligno, infatti, Dio non si serve di spade, fucili, né di strategie militari o economiche. Al contrario, Dio usa l’innocenza e la purezza dei bambini e di chi ha il cuore come il loro, proprio per realizzare il suo progetto eterno, che ha per meta il Paradiso.
Ebbene, la traduzione reale e concreta di tutto questo lascia senza parole: la preghiera dei bambini è un’incredibile bomba di gioia e di speranza che fa germogliare semi di Vita nuova proprio dentro alle tenebre del mondo di oggi. È la Vita stessa di Gesù Cristo, presente e operante nel cuore semplice e innocente dei suoi piccoli. D’altra parte la preghiera dei bambini è anche una freccia che colpisce e commuove il cuore di Dio, attirando copiosi i Suoi favori: come i doni di guarigione nel corpo e nell’anima che si sono sprecati in questi mesi.
Ecco perché dietro alla statua della Madonnina, nel luogo in cui i bimbi si uniscono idealmente in preghiera, e ai piedi di Gesù Crocifisso che li benedice, sono incollati sul muro decine e decine di fiori disegnati, che stanno proprio a rappresentare le guarigioni di cui i bambini sono stati diretti testimoni. Come il piccolo Michele, la prima margherita rossa di questo giardino di Maria: tutti i bambini per settimane hanno pregato per lui e, una volta uscito dall’ospedale, Michele si è unito con tutta la sua famiglia ed è ora una presenza immancabile del gruppo.
Se infatti un momento fondamentale della preghiera è costituito dai bimbi che aprono il cuore e presentano a Dio Padre le loro intenzioni, altrettanto importante è il gesto con cui, ricevuto un dono di guarigione, i piccoli regalano un fiore a Maria, in rendimento di grazie al Signore Gesù. Si comprende allora con quanta spontaneità ed entusiasmo i bambini ci insegnano a lodare Dio a cui, veramente, nulla è impossibile.
È chiaro, infine, che anche il momento della Consacrazione a Gesù, attraverso il Cuore Immacolato di Maria, seppur nella solennità del gesto, è stato per i bimbi come una grande ed entusiasmante festa insieme a Maria.
Questo gesto, che sa più di Cielo che di terra, è stato come lo sbocco naturale di un cammino di fede guidato dalla Madonna in persona: è Lei infatti che, secondo un piano tutto divino, ha segretamente chiamato questi piccoli, uno ad uno, per portarli nel cuore di Suo Figlio Gesù. È per questo che la sera del 13 maggio i bambini sono stati accolti in un tripudio di colori, di musica e di fiori e hanno trovato tutti i loro nomi scritti con le tinte dell’arcobaleno, affinché ciascuno di loro potesse vedere con i propri occhi che c’è un Papà nel Cielo che li ama come figli unici e che li chiama per nome, quel nome che è già scritto in Paradiso tra le schiere degli Angeli e dei Santi!