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STATUETTE E FESTE

Maria Bambina, una devozione diffusa da Nord a Sud

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A Milano, nella casa generalizia delle Suore di Carità, è custodito un simulacro miracoloso di Maria Bambina, davanti a cui pregò san Giovanni Paolo II. La tradizione delle statuette. Una devozione diffusa anche al Sud, specie in Sicilia.

Ecclesia 08_09_2023

Lei, la Madre di tutte le madri, viene celebrata oggi nella sua Natività: un giorno davvero speciale in cui viene ricordata liturgicamente la nascita della Donna che ha cambiato per sempre la storia del mondo. Possiamo solo immaginare la scena: i due genitori, san Gioacchino e sant’Anna, di fronte alla piccola e dolce Bambina. I loro sguardi si posano sulle manine della Neonata; i due santi genitori - facile immaginare - prestano attenzione solo a Lei, Maria, un nome che oltrepasserà i secoli divenendo storia del cristianesimo e dell’umanità.

Ed è, in fondo, nel solco della memoria e dell’immaginazione che nasce la tradizione di eseguire – in cera o terracotta – le statuine di Maria Bambina: riproduzioni artistiche della Madre di Gesù colta nei suoi primi istanti di vita. Sono simulacri che la devozione popolare ben conosce e venera. E, come in ogni tradizione che si rispetti, c’è sempre un incipit, un inizio che si tramuterà in una lunga sequela di opere d’arte che non solo rappresentano l’espressione di una creatività artistico-religiosa, ma che sono segno tangibile di una genuina devozione verso la Vergine Maria.

Tutto ha inizio a Milano, città nella quale la devozione a Maria Nascente è particolarmente sentita: basta ricordare che proprio alla Natività di Maria è dedicato il Duomo, consacrato da san Carlo Borromeo nel 1577. Non lontano dalla cattedrale meneghina, nella casa generalizia delle Suore di Carità, in via Santa Sofia, si apre un luogo affascinante, denso di fede e di devozione popolare: è il piccolo santuario dove – in una culla di bronzo dorato – è custodita un’immagine miracolosa di Maria Bambina. In questa cappella, avvolta dal candore di stucchi e marmi bianchi, troviamo la statuetta che ritrae la Vergine Maria in fasce, color bianco e oro, splendente in tutta la sua luminosità: l’espressione del volto è felice; due occhi vispi, aperti al mondo, catturano l’attenzione; il piccolo naso, perfetto nella sua bellezza; e le labbra, socchiuse a un timido sorriso, ci donano pace e serenità. È Lei, Maria, piccola, in fasce, così come qualsiasi altra bambina. Ma si sa, Lei è diversa, è la Bambina per eccellenza: è Colei che cullerà l’altro infante assai “famoso”, Gesù Bambino. Ma qual è l’origine di questa sacra culla? Come nasce questo simulacro così particolare?

Dobbiamo partire da lontano nel tempo, risalendo all’anno 1738: a una francescana di Todi, suor Isabella Chiara Fornari, che amava modellare piccole statue in cera di Gesù Bambino, venne l’idea di fare lo stesso per Maria Bambina. Una di queste sue creazioni artistiche arrivò a Milano: fu donata a monsignor Alberico Simonetta. Alla sua morte, nel 1739, la sacra statuetta passò alle suore cappuccine di Santa Maria degli Angeli (sempre a Milano) che cominciarono a divulgarne la devozione. Successivamente venne affidata a don Luigi Bosisio, parroco di San Marco, che nel 1842 la consegnò alla comunità delle Suore di Carità che operavano presso l’ospedale Ciceri. Da questa struttura ospedaliera la statuetta arrivò infine alla casa generalizia di via Santa Sofia. Nel 1884, il primo miracolo attestato: la giovane Giulia Macario, baciando il simulacro della culla, venne guarita da una grave infermità. Dopo questo evento si decise di esporre la statuetta di Maria Bambina prima in una cappellina provvisoria, per poi costruire un vero e proprio santuario all’interno sempre della casa generalizia affinché potesse accogliere la bellissima riproduzione. Ed è a questo punto della storia che la devozione diviene protagonista: cominciarono, infatti, ad essere sempre più frequenti i pellegrinaggi al santuario. Preghiere e canti hanno cullato la statuetta che tutti conoscono e venerano. Degna di nota una particolare visita del secolo scorso: il 4 novembre 1984 san Giovanni Paolo II, nel suo pellegrinaggio sulle orme di san Carlo Borromeo, volle visitare il santuario e pregare davanti alla miracolosa immagine di Maria Bambina.

Ma la statuetta di Milano non è l’unica a essere divenuta famosa. Necessario fare una premessa storico-artistica: il XVIII è stato il secolo che più di tutti ha visto il proliferare di questa speciale immagine della Vergine Maria. La realizzazione di questa statuetta, infatti, divenne sempre più creativa, sempre più ricca di dettagli visto che le piccole “bambole” cominciarono ad acquistare una più precisa conformazione anatomica: labbra, dentini, occhi, grazie all’abilità degli artigiani dell’epoca, divennero più naturali. Così per gli abiti, che divennero sempre meglio realizzati. Colori predominanti: il bianco e l’oro. La purezza e la santità. Grazie alla diffusione copiosa di tali immagini, cominciò una consuetudine purtroppo ormai andata perduta: alle coppie di giovani sposi veniva donata una statuetta di Maria Bambina in segno di protezione sia per il parto di un eventuale figlio, sia come protezione da parte della Vergine Maria per tutta la famiglia. Ovviamente, il posto dove collocare la piccola statuetta non poteva che essere la camera da letto, talamo nuziale.

Ma non solo le terre lombarde hanno visto il dilagare della devozione a Maria Bambina. Anche nel Sud Italia – la Sicilia, prima di tutte le altre regioni – questa particolare devozione ha trovato terreno fertile, specialmente nei secoli XVIII e XIX. Nella città di Trapani, ad esempio, vi era la consuetudine di celebrare una veglia per questa festa, la Natività di Maria, attesa da tutta la popolazione. Nelle case nobiliari e in quelle del popolo venivano allestite persino piccole rappresentazioni del sacro evento: scenografie che ricordavano molto i presepi del ‘700 napoletano con tanto di personaggi come sant’Anna e san Gioacchino, la Vergine nella culla e altre figure a fare da corollario. Il tutto veniva allestito in una piccola scenografia “casalinga”: suppellettili, tavoli e sedie, tende di pregevole stoffa, divani eleganti facevano da “teatro” a una così importante scena.

Ed è sempre in Sicilia, in località Petralia Sottana (vicino Palermo), che la festa di Maria Bambina è ancora un momento religioso molto sentito: il tutto culmina in una solenne processione della statuetta della Vergine. In questo caso, non è adagiata in una culla, bensì è rappresentata in piedi, a mani giunte.



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