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IL PAPA

«Maria, ancora oggi, è più forte del dragone»

La Chiesa prende sul serio il diavolo ma non ne ha paura: «L'unica insidia di cui la Chiesa può e deve avere timore è il peccato dei suoi membri».

Attualità 09_12_2011
papa festa immacolata
L'8 dicembre in Piazza di Spagna a Roma Benedetto XVI ha reso omaggio come ogni anno all'Immacolata, proponendo con l'occasione una catechesi sulla Madonna. «Sulla sommità della colonna a cui facciamo corona - ha detto il Papa - Maria è raffigurata da una statua che in parte richiama il passo dell’Apocalisse [...]: "Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle" (Ap 12,1)». Qual è il significato di questa immagine? Essa, ha spiegato il Pontefice, «rappresenta nello stesso tempo la Madonna e la Chiesa», analizzando quindi i due significati.

In primo luogo, «la "donna" dell’Apocalisse è Maria stessa. Ella appare "vestita di sole", cioè vestita di Dio: la Vergine Maria infatti è tutta circondata dalla luce di Dio e vive in Dio». Il simbolo della veste luminosa è molto profondo: «chiaramente esprime una condizione che riguarda tutto l’essere di Maria: Lei è la "piena di grazia", ricolma dell’amore di Dio. E "Dio è luce", dice ancora san Giovanni (1 Gv 1,5). Ecco allora che la "piena di grazia", l’"Immacolata" riflette con tutta la sua persona la luce del "sole" che è Dio».

Ancora, nell'immagine dell'Apocalisse la donna «tiene sotto i suoi piedi la luna, simbolo della morte e della mortalità. Maria, infatti, è pienamente associata alla vittoria di Gesù Cristo, suo Figlio, sul peccato e sulla morte; è libera da qualsiasi ombra di morte e totalmente ricolma di vita. Come la morte non ha più alcun potere su Gesù risorto (cfr Rm 6,9), così, per una grazia e un privilegio singolare di Dio Onnipotente, Maria l’ha lasciata dietro di sé, l’ha superata». Questa verità su Maria che scopriamo nell'Apocalisse «si manifesta nei due grandi misteri della sua esistenza: all’inizio, l’essere stata concepita senza peccato originale [...]; e, alla fine, l’essere stata assunta in anima e corpo nel Cielo, nella gloria di Dio. Ma anche tutta la sua vita terrena è stata una vittoria sulla morte, perché spesa interamente al servizio di Dio, nell’oblazione piena di sé a Lui e al prossimo. Per questo Maria è in se stessa un inno alla vita: è la creatura in cui si è già realizzata la parola di Cristo: "Io sono venuto perché abbiano la vita, e l’abbiano in abbondanza" (Gv 10,10)».

Nella visione dell’Apocalisse, però, c’è anche un altro particolare, caro agli artisti di tutti i tempi: «sul capo della donna vestita di sole c’è "una corona di dodici stelle". Questo segno rappresenta le dodici tribù d’Israele e significa che la Vergine Maria è al centro del Popolo di Dio, di tutta la comunione dei santi». Con la corona di dodici stelle siamo così introdotti «alla seconda grande interpretazione del segno celeste della "donna vestita di sole": oltre a rappresentare la Madonna, questo segno impersona la Chiesa, la comunità cristiana di tutti i tempi». La donna dell'Apocalisse «è incinta, nel senso che porta nel suo seno Cristo e lo deve partorire al mondo: ecco il travaglio della Chiesa pellegrina sulla terra, che in mezzo alle consolazioni di Dio e alle persecuzioni del mondo deve portare Gesù agli uomini».

Non tutto è pacifico e consolante in questa visione. È proprio «perché porta Gesù, che la Chiesa incontra l’opposizione di un feroce avversario, rappresentato nella visione apocalittica da "un enorme drago rosso" (Ap 12,3)». Il dragone, cioè il diavolo, «ha cercato invano di divorare Gesù – il "figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni" (12,5) –, invano perché Gesù, attraverso la sua morte e risurrezione, è salito verso Dio e si è assiso sul suo trono». Ma ora «il dragone, sconfitto una volta per sempre nel cielo, rivolge i suoi attacchi contro la donna – la Chiesa – nel deserto del mondo. Ma in ogni epoca la Chiesa viene sostenuta dalla luce e dalla forza di Dio, che la nutre nel deserto con il pane della sua Parola e della santa Eucaristia. E così in ogni tribolazione, attraverso tutte le prove che incontra nel corso dei tempi e nelle diverse parti del mondo, la Chiesa soffre persecuzione, ma risulta vincitrice. E proprio in questo modo la Comunità cristiana è la presenza, la garanzia dell’amore di Dio contro tutte le ideologie dell’odio e dell’egoismo».

La Chiesa, ha detto il Papa, prende sul serio il diavolo ma non ne ha paura. «L’unica insidia di cui la Chiesa può e deve aver timore è il peccato dei suoi membri. Mentre infatti Maria è Immacolata, libera da ogni macchia di peccato, la Chiesa è santa, ma al tempo stesso segnata dai nostri peccati».

La Chiesa dunque sempre nella sua storia «si rivolge alla sua Madre celeste e domanda il suo aiuto; lo domanda perché Ella accompagni il cammino di fede, perché incoraggi l’impegno di vita cristiana e perché dia sostengo alla speranza». Lo fa sempre: ma lo fa «soprattutto in questo momento così difficile per l’Italia, per l’Europa, per varie parti del mondo. Maria ci aiuti a vedere che c’è una luce al di là della coltre di nebbia che sembra avvolgere la realtà. Per questo anche noi, specialmente in questa ricorrenza, non cessiamo di chiedere con fiducia filiale il suo aiuto: "O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo". Ora pro nobis, intercede pro nobis ad Dominum Iesum Christum!».