Manifesto Arcigay: "Nessun controllo sul mio corpo"
Un manifesto dell'Arcigay contro la violenza delle donne vuole essere un inno all'aborto e all'utero in affitto.
Arcigay in occasione della giornata contro la violenza sulle donne pubblica un manifesto in cui sotto un pancione di donna in dolce attesa si legge: “Nessuno controllo sul mio corpo. L’autodeterminazione non si tocca”. E poi ancora più sotto: “Jackie, gestante per altri/altre. Essere madri è una libera scelta. Ma anche non esserlo lo è. L’espressione ‘utero in affitto’ è violenza che si annida nel linguaggio”. In breve il manifesto è uno spot a favore della pratica dell’utero in affitto e dell’aborto.
Il manifesto è contraddittorio per più motivi. Primo: la pratica dell’utero in affitto è la plastica contraddizione del lesbismo, perché per essere madri ci vuole un maschio, ci vuole un padre, anche passando dalla maternità surrogata. Secondo: inneggiare all’aborto è inneggiare alla morte della maternità e quindi alla morte della femminilità. Terzo: con la pratica dell’utero in affitto non solo si mercifica il nascituro, ma anche la donna che, volontariamente, si fa incubatrice di carne. Tale reificazione avviene anche nel caso in cui la pratica fosse a titolo gratuito (praticamente quasi mai) perché il bimbo rimane un pacco che da una donna gestante viene spedito ai richiedenti, seppur sia un pacco dono. E’ per questi motivi che molte realtà lesbiche sono contrarie all’utero in affitto, espressione che l’Arcigay non vuole che venga usata proprio perché smaschera la vera natura della maternità surrogata.
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