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TORINO

Mamma e mamma, atto illegittimo dell'Appendino

Il sindaco di Torino riconosce la maternità di due donne, una delle quali ha avuto un figlio con la fecondazione eterologa. L’atto è illegittimo perché la legge italiana non prevede questo tipo di filiazione, esclusa addirittura dalla stessa legge Cirinnà. Ma è un modo per inaugurare una prassi giudiziaria e amministrativa che il Parlamento poi approverà. 

Vita e bioetica 24_04_2018

Chiara Foglietta, consigliera comunale del Pd a Torino, e la sua compagna Micaela Ghisleni volano in Canada e lì la Foglietta si sottopone a fecondazione eterologa per avere un bebè.  Tornano in Italia e il bambino nasce all’ospedale Sant’Anna. A quel punto la coppia chiede che il neonato venga riconosciuto come figlio legittimo di entrambe le donne. L’ufficiale di stato civile oppone un giusto diniego. Infatti, solo le coppie di sesso differente possono accedere alle pratiche di fecondazione artificiale ex lege 40/2004, non le coppie omosessuali né i single o le single. Inoltre, la modulistica degli uffici dell’anagrafe di Torino è ferma al 2002 e quindi non contempla nemmeno le procedure di fecondazione extracorporea. L’anagrafe quindi suggerisce alla Foglietta, madre biologica del bambino, di dichiarare che il bebè è nato a seguito di un rapporto sessuale e il padre non vuole riconoscere il figlio. Questa menzogna risolverebbe perlomeno il riconoscimento del figlio a favore della Foglietta, ma l’altra compagna comunque non potrebbe figurare come seconda madre.

La coppia non ci sta e chiama in causa l’amministrazione del sindaco Chiara Appendino la quale ieri, con un colpo di mano e in barba alle leggi italiane, riconosce il minore come figlio di entrambe le donne. Si badi bene: non si tratta di stepchild adoption, ossia dell’adozione da parte della Ghisleni del figlio naturale della Foglietta, bensì del riconoscimento del bambino come figlio legittimo di entrambe. E’ come se anche la Ghisleni avesse partorito il bambino. E’ la prima volta che accade in Italia con queste modalità. Nel recente passato ci sono stati alcuni casi in cui tale riconoscimento di doppia omogenitorialità era avvenuto all’estero e poi, per ordine del giudice, si era proceduto alla ricezione della legittimazione qui in Italia. Tra parentesi, l’Appendino, oltre al riconoscimento a favore della coppia lesbica di cui sopra, ieri ha proceduto a riconoscere anche i figli di altre due coppie gay, la cui doppia genitorialità però era già stata riconosciuta all’estero. Il caso invece della Foglietta e della Ghisleni è differente perché tale riconoscimento estero non c’è stato. Quindi l’Appendino non ha proceduto ad una ricezione di un atto legale straniero, ma si è mossa in piena autonomia senza neppure l’intervento di un giudice.

L’atto è illegittimo perché la legge italiana non prevede questo tipo di filiazione, esclusa addirittura dalla stessa legge Cirinnà che ha reso legittime le Unioni civili. Lo sa bene la prima cittadina Chiara Appendino che infatti da Facebook, qualche giorno fa, non faceva mistero delle sue intenzioni poco legali: “Per la prima volta la Città di Torino si trova dinnanzi a casi inediti di nuove forme di genitorialità che richiedono del tutto legittimamente il riconoscimento di quella che per loro è una famiglia, intesa come luogo fisico ed emotivo in cui due o più persone si amano e costruiscono insieme il futuro proprio e dei propri figli. Da mesi stiamo cercando una soluzione compatibile con la normativa vigente. Dopodiché la nostra volontà è chiara e procederemo anche forzando la mano, con l'auspicio di aprire un dibattito nel Paese in tema di diritti quanto mai urgente”. Insomma, se il pertugio legislativo c’è bene, altrimenti procederemo per la nostra strada. Sulla stessa lunghezza d’onda la consigliera comunale Pd Maria Grazia Grippo, vicepresidente della Commissione Diritti e Pari Opportunità della Città di Torino: “Questa situazione, in cui Chiara e Micaela non sono le uniche a trovarsi, impone una presa di posizione politica e non può essere scaricata sugli uffici o peggio sul bambino". Che tradotto significa: se anche la legge vietasse questo tipo di riconoscimento, politicamente non obbediremo.

Questa vicenda torinese, unita ad altre simili che hanno visto il riconoscimento della doppia omogenitorialità, ha impresso un’accelerazione notevole al tema. Varata la legge Cirinnà nel maggio del 2016 ci fu uno scontro al calor bianco nemmeno sull’adozione a favore delle coppie omosessuali, ma “solo” sulla stepchild adoption. A distanze neanche di due anni, la questione “stepchild sì – stepchild no” appare ampiamente superata e ormai due uomini o due donne possono tranquillamente figurare sullo stato di famiglia come genitori legittimi di bambini avuti in provetta. Come più volte abbiamo sottolineato, relativamente alla disciplina giuridica delle materie eticamente sensibili, ormai le aule parlamentari si trovano sparse un po’ in tutta Italia, a volte nei tribunali e a volte nelle sale consiliari. Al Parlamento starà poi solo registrare in una legge la prassi giudiziaria e di carattere amministrativo ormai in uso nello stivale.