Mala-intelligence: il governo può lacerarsi a causa dei dossieraggi
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Nonostante l'apparente stabilità del governo Meloni, si inaspriscono le tensioni interne a causa di presunti dossieraggi dei servizi, di cui alcuni ministri sarebbero stati vittime.
Il fatto che Meloni l’abbia spuntata su Fitto come vicepresidente della Commissione Ue e che due giorni fa abbia fatto la sua bella figura all’assemblea di Confindustria, raccogliendo la piena fiducia da parte degli industriali, non deve trarre in inganno.
Neppure le divisioni nel campo della sinistra devono indurre i governanti a cullarsi sugli allori con la certezza di restare al timone per altri tre anni qualunque cosa dovessero fare. La storia politica degli ultimi decenni ha insegnato che proprio gli equilibri che appaiono assai stabili in realtà non lo sono, perché le situazioni di quiete molto spesso preludono a tempeste impreviste e spesso ingestibili.
Una delle mine vaganti sulla strada del governo di centrodestra rimane certamente lo scandalo dello spionaggio. Si tratta di una vera e propria bomba a orologeria, pronta a esplodere e a produrre effetti assolutamente non preventivabili sul quadro politico-istituzionale. Le premesse ci sono tutte. Ad esempio le parole pronunciate dal ministro della difesa, Guido Crosetto sono un segnale d’allarme per l’esecutivo, perché dimostrano il nervosismo che serpeggia nei palazzi del potere e che rischia di turbare il quotidiano lavoro del governo, chiamato peraltro a sfide assai impervie, tra cui la prossima manovra finanziaria.
Crosetto si è detto pronto a lasciare l’incarico di ministro «se la fiducia di Giorgia Meloni venisse meno», anche perché ritiene che ci sia una saldatura tra certi organi di stampa e i nemici del governo e infatti si è dichiarato «schifato da un certo modo di fare informazione», mentre alcuni «centri di informazione e commentatori, magari legati a interessi e poteri specifici, vogliono mettere in ridicolo l’esecutivo».
A rendere più nebulosa la situazione e ad alimentare i sospetti sulle divisioni dentro il governo una nota del sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega ai servizi segreti, Mantovano, che ai più non è sembrata propriamente un’esternazione pro-Crosetto. Peraltro quest’ultimo ha parlato di “mele marce” in un raccolto sano, riferendosi agli 007, in particolare all’Aise. Da settimane dunque si rincorrono voci su presunte tensioni tra componenti del governo legate a presunti complotti contro l’esecutivo. Tensioni che sono connesse ai presunti dossieraggi di cui alcuni componenti dell’esecutivo sarebbero stati vittime.
Per fare chiarezza è stato lo stesso Crosetto a chiedere di essere sentito dal Copasir, presieduto dal dem Lorenzo Guerini. Peraltro è stato proprio il Pd a gettare benzina sul fuoco, sostenendo che «è indispensabile che il governo con il suo premier Meloni riferisca al Parlamento su un tema delicato come quello della sicurezza nazionale». La nota del Pd ha lasciato “incredulo” lo stesso ministro della difesa, che infatti ha rilanciato: «Il Pd cerca di stravolgere fatti precisi e circostanziati, riferiti ad un magistrato, e non al bar, spacciandoli come parole fuori posto. Come si permettono di commentare in modo così strumentale la denuncia - coraggiosa, come molti hanno detto - all'autorità giudiziaria da parte di un cittadino, pro tempore ministro, su una vicenda così torbida e pericolosa?». Per questo Crosetto si dice «ben lieto di dire tutto ciò che ho riferito a Cantone al Copasir, ovvero in una sede vincolata al segreto, dove si scoprirà che non c'è, né ci sarà, mai nulla su cui poter fare speculazione politica o inventare contrasti nel Governo, ma solo circostanze serie e circostanziate che ogni cittadino ha il dovere di denunciare».
Crosetto sarà ascoltato al quinto piano di San Macuto (Copasir) per fugare i dubbi e allontanare le ombre che si allungano in maniera inquietante sulla fedeltà e affidabilità della nostra intelligence. Occorre cioè fare chiarezza sul presunto coinvolgimento di pezzi di intelligence nell’inchiesta sui dossieraggi avvenuti dal 2015 al 2022 nella Procura nazionale antimafia e antiterrorismo. E, soprattutto, è necessario comprendere se poteri occulti tramano contro la stabilità politica e istituzionale e per propiziare nuovi equilibri, il che svelerebbe la vulnerabilità del nostro sistema di sicurezza.
L’inchiesta sul dossieraggio era partita due anni fa proprio dopo le denunce del ministro Crosetto e sembrava sopita, mentre a fine agosto è riesplosa, anche perché la Procura di Perugia ha sempre ipotizzato che dietro quel giro di accessi abusivi da parte di Striano e Laudati, ci fosse una regia.
Al di là di illazioni, sindromi da accerchiamento, vittimismi e rivendicazioni è necessario davvero fare luce, per disinnescare la vera mina che rischia di provocare “morti e feriti” nel governo e nelle istituzioni. I governi spesso implodono proprio per veleni di questo tipo. Sottovalutarli trincerandosi dietro rassicuranti sondaggi potrebbe rivelarsi un errore esiziale.