Maira Shahbaz è in fuga dal marito
Sembra che la ragazzina cristiana rapita e costretta al matrimonio da un musulmano sia riuscita a scappare. Racconta di essere stata più volte violentata e indotta ad abiurare con l’inganno
Maira Shahbaz, la ragazzina di 14 anni cristiana pakistana che era stata rapita da un uomo musulmano, Mohamad Nakash, e costretta a sposarlo, è riuscita a scappare. La notizia è stata diffusa in Italia dalla fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che soffre il 26 agosto. Il 5 agosto l’Alta corte di Lahore aveva ribaltato una sentenza precedente che ne ordinava l’allontanamento dalla casa del marito. Nonostante il rapimento e il matrimonio non consentito dalla legge del Pakistan che fissa l’età minima delle nozze a 18 anni, il giudice aveva riconsegnato Maira al marito con la motivazione che si era convertita all’Islam, anche questo inammissibile perché essendo minorenne avrebbe potuto abiurare solo con il consenso del padre. Le informazioni pervenute richiedono delle precisazioni. Si dice infatti che al momento Maira è in fuga insieme alla mamma e a tre fratelli e al tempo stesso che si è recata presso una stazione di polizia. Fonti vicino alla famiglia riferiscono che Maira ha spiegato di aver abiurato sotto inganno, convinta a firmare dei documenti in bianco. Ha anche parlato del sequestro: “mi sono trovata in un luogo sconosciuto – ha raccontato – dove l’accusato mi ha costretta a prendere un bicchiere di succo contenente un alcolico. In quel momento ero semi-cosciente e l’accusato mi ha stuprata violentemente e mi ha anche filmata mentre ero nuda. Quando sono tornata in me ho iniziato a gridare e a chiedere loro di lasciarmi andare. Hanno minacciato di uccidere tutta la mia famiglia. Mi hanno anche mostrato il video in cui ero nuda e le foto che avevano scattato con i loro cellulari mentre mi stupravano”. Il presidente di InterFaith Dialogue, Lala Robin Daniel a detto ad Aiuto alla Chiesa che Soffre che Maira e i suoi famigliari sono costretti a spostarsi continuamente: “Maira è traumatizzata. Vogliamo portarla da un medico ma temiamo di essere scoperti”.