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Migrazioni
a cura di Anna Bono
Emigranti irregolari

Mai più stragi nel Mediterraneo, una petizione al governo italiano

La richiesta di rimuovere gli ostacoli al soccorso degli emigranti irregolari che attraversano il Mediterraneo si fonda sulla errata convinzione che si tratti di profughi in fuga da guerra e fame

 

Migrazioni 19_11_2020

Continua a circolare in Italia una petizione firmata da numerose associazioni, indirizzata al Governo italiano, alla Commissione Europea, al Parlamento Europeo, al Consiglio d’Europa per chiedere che venga rimosso ogni ostacolo burocratico e legislativo ai soccorsi agli emigranti irregolari nel Mediterraneo. Si intitola “Mai più stragi nel Mediterraneo”. Nonostante che persino le Nazioni Unite hanno smentito nel 2019 che gli emigranti irregolari siano spinti dalla necessità di chiedere asilo o dalla povertà, la petizione ancora  invoca giustizia per le persone che “hanno lasciato Paesi in guerra o dittature sanguinose o impossibilità di avere un lavoro ed un reddito”, denuncia violazioni della Costituzione italiana, dei principi istitutivi dell’Unione Europea e dei diritti fondamentali della persona. Accusa “incredula” la “parte consistente del mondo ‘civile’ che continua a difendersi dai disperati che cercano di raggiungere condizioni migliori di vita”. La petizione inoltre non prende in considerazione il fatto che si tratta di persone che tentano di entrare in un paese straniero illegalmente, che almeno l’80 per cento di quelle persone, e anche di più,  non fuggono dalle situazioni critiche elencate e nemmeno che chi effettivamente si deve mettere in salvo da guerre e altre emergenze estreme può e dovrebbe affidarsi – ed è infatti quello che fanno decine di milioni di persone – all’Unhcr e agli altri organismi internazionali e locali che hanno la funzione di soccorre e assistere i profughi, interni ed espatriati. Per finire, non considera che, se l’intenzione, sebbene con mezzi illegali, è “raggiungere migliori condizioni di vita”, l’Italia (e vale anche per altri stati europei) non è in grado di offrire questa opportunità se non a pochi. Già prima dell’emergenza coronavirus attraversava una fase difficile, come dimostrano alcuni indicatori, in particolare il tasso di disoccupazione e la crescita del Prodotto interno lordo. Fatto non ultimo né secondario, i viaggi intrapresi affidandosi alle organizzazioni dei trafficanti comportano dei rischi a partire dal momento in cui l’emigrante si lascia alle spalle casa e famiglia. Garantire il soccorso nel Mediterraneo fa aumentare il numero delle persone che durante le tappe precedenti – spesso migliaia di chilometri via terra – muoiono o sopravvivono segnati nel fisico e nello spirito.