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A COLLEVALENZA

Madre Speranza e le piscine dell’Amore Misericordioso

Ricorre oggi il giorno di nascita di Madre Speranza (1893-1983), la religiosa e mistica spagnola a cui Gesù affidò la missione di far costruire il Santuario dell’Amore Misericordioso, insieme a un pozzo e delle piscine per i malati. Il luogo: Collevalenza, in Umbria. Il Maligno tentò di ostacolarla in ogni modo, ma senza riuscire a fermare il progetto di Dio, volto a sanare i mali del corpo e, soprattutto, dell’anima.

Ecclesia 30_09_2021

“Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me” (Gv 5, 7). La piscina di Betzaetà è il luogo della guarigione del paralitico ad opera di Gesù, narrata dal Vangelo di Giovanni. Ciò che colpisce non è tanto la guarigione miracolosa del paralitico che non riusciva ad immergersi, ma la potenza taumaturgica dell’acqua della piscina come elemento di purificazione. In Italia non tutti sanno che in una piccola località dell’Umbria, dal nome spagnoleggiante, vi è una “piccola Lourdes”: Collevalenza (frazione di Todi), in provincia di Perugia.

Proprio in questa terra sorge il Santuario dell’Amore Misericordioso. La storia di Collevalenza è strettamente legata a Madre Speranza, una suora e mistica spagnola beatificata nel 2014. María Josefa Alhama Valera - questo il suo nome, prima di diventare Madre Speranza - era nata il 30 settembre 1893 a Santomera, in Spagna. Era la prima di nove figli. Quando aveva dodici anni, ebbe una visione di santa Teresa di Lisieux che le disse: “Bambina, sono venuta a dirti a nome del Buon Signore che dovrai iniziare da dove io ho finito”. In quel momento ricevette la missione e il messaggio che avrebbe diffuso nel mondo: quello dell’Amore Misericordioso di Dio.

Nel 1951, Madre Speranza si trasferì a Collevalenza. Doveva rispondere alla chiamata di Gesù: costruire il Santuario dedicato all’Amore Misericordioso. Gesù, infatti, nei loro continui dialoghi d’amore, le rivelò il suo progetto per i fedeli che sarebbero giunti in quel luogo. “Dio aspetta gli uomini, non come un giudice per condannarli e infliggere una punizione, ma come un Padre che li ama, li perdona, dimentica le offese ricevute e non ne tiene conto”.

Chiunque vada al Santuario non può non rimanere colpito da un particolare. Molti luoghi della fede cattolica sono legati all’acqua, simbolo - nella Sacra Scrittura - di purificazione e di grazia. Il Santuario di Collevalenza ha delle piscine miracolose. Esse nascono da una visione profetica: Gesù rivela alla sua fedele ancella di far costruire accanto al Santuario un pozzo e delle piscine. Il fatto più sorprendente è che il piccolo borgo di Collevalenza, nella sua storia, ha sempre sofferto la mancanza di acqua potabile. Proprio in quegli anni, tra l’altro, il Comune di Todi cercava di supplirvi con erogazioni periodiche per mezzo di autobotti.

L’escavazione del pozzo fu molto snervante: sia per la sua profondità (122 metri) sia per la serie - umanamente inspiegabile - di complicazioni meccaniche e tecniche che si verificarono. Il progetto di Dio, molte volte, è ostacolato dalle forze del male, come sappiamo. Tant’è vero che la stessa Madre Speranza fu vittima di numerose vessazioni da parte del Maligno. I lavori dell’intero progetto durarono precisamente dieci mesi: dall’1 febbraio all’1 dicembre 1960, giorno in cui fu istallata sull’apposita colonna una statua in marmo della Vergine Maria, Mediatrice di tutte le grazie.

Le circostanze legate all’individuazione del luogo per il pozzo vengono descritte dall’allora segretaria generale delle Ancelle dell’Amore Misericordioso: «Nostra Madre ha ricevuto l’ordine di realizzare alcune Piscine per il bagno dei malati e le è stato indicato il punto dove troverà l’acqua necessaria. Nostra Madre, sempre fedele ai comandi di Colui che non sbaglia, né dà ordini in maniera vana, si dispone ad iniziare un pozzo lì dove le è stato detto che troverà l’acqua, cioè a fianco della futura “Basilica dell’Amore Misericordioso”, tra questa e la futura “Casa della Giovane”». Più oltre prosegue: «Al “nemico del bene” urta che si progettino delle piscine per il bagno dei malati (la qual cosa fa ben comprendere come queste piscine produrranno tanto del bene), e contrasta in ogni modo a nostra Madre a causa del pozzo, e la minaccia dicendole che se farà uso della trivella, la romperà; che romperà tutte quelle che verranno portate e non ce ne saranno a sufficienza in tutta l’Umbria».

Si iniziò la perforazione del terreno scelto con una trivella a mano, azionata da uno dei religiosi della Congregazione. In un primo momento si raggiunse la profondità di nove metri. Successivamente, ai primi di marzo, si conferì l’incarico all’impresario locale Giuseppe Salici che - dopo aver anche lui adottato una trivella, spezzatasi misteriosamente a dodici metri di profondità - proseguì fino a ventitré metri, realizzando un “pozzo romano”. I lavori, poi, furono affidati ad un’altra ditta specializzata. Altre falde acquifere furono poi trovate a 114, 120 e 122 metri.

Meno problematica, invece, fu la realizzazione delle piscine, progettate dall’architetto Julio Lafuente. In pochi mesi i lavori furono completati: infatti, gettate le fondazioni il 22 agosto, i lavori furono ultimati per l’1 dicembre di quello stesso anno. Ma qual è la finalità dell’acqua del Santuario e cosa rappresentano le dieci piscine dedicate all’immersione dei fedeli? Gesù, apparendo a Madre Speranza, rivelerà chiaramente che per mezzo di quest’acqua si rinnoveranno “prodigi” perché si opereranno guarigioni da “gravi infermità”, anche incurabili. E tra queste malattie, troviamo anche malattie come la paralisi, il cancro, la leucemia. In questo senso, l’acqua del Santuario va considerata come un segno della Grazia e uno strumento della Misericordia del Signore. Grazie a questo dono che il Signore ci offre è possibile risanare le malattie incurabili. Solo Lui può risanarci dal peccato veniale abituale: è una paralisi che ci blocca e non ci fa camminare sulla via del bene. E sempre solo il Signore è capace di curarci da ogni genere di peccato mortale, che è come un cancro che ci corrode nella nostra interiorità.

Tutto ciò si comprende bene dalla preghiera che viene recitata da ogni fedele che - con fede - si immerge nelle piscine dell’Amore Misericordioso. Prima di domandare la guarigione del corpo, occorre curare le piaghe dell’anima, ricorrendo ai Sacramenti presso il Santuario: qui ci attende, sempre, un Padre che ama, perdona e dimentica le offese ricevute. L’acqua deve essere utilizzata con molta fede, mentre si richiede la guarigione con le preghiere. Fra queste, in particolare troviamo la cosiddetta “Novena all’Amore Misericordioso”, composta dalla stessa Madre Speranza: “Signor mio e Dio mio, per il tuo amore e per la tua misericordia, guarisci noi che siamo tuoi figli da ogni malattia, specialmente da quelle che la scienza umana non riesce a curare; e fa’ che, con il tuo aiuto, conserviamo sempre pura la nostra anima da ogni peccato grave”.