Madonna profanata, a Pompei come in Bangladesh.
Pianto e amarezza, in Bangladesh, nella chiesa di Shibpur, per i testi sacri distrutti e la statua della Madonna decapitata. Preghiere di riparazione a Pompei, per la Madonna sbeffeggiata e dissacrata nell'ultimo gay pride. Ma almeno in Bangladesh, i cristiani sanno che stanno facendo fronte a una persecuzione.
“Pianto e amarezza. Sono i sentimenti che circolano tra i cattolici di Natore, dopo che la statua della Vergine Maria della chiesa di Shibpur è stata ritrovata senza testa. La polizia però, invece di ricercare i colpevoli, ieri ha arrestato e sottoposto ad interrogatorio Sushil Mardy, il catechista che guida le preghiere domenicali nella chiesetta e consente ai cattolici locali di mantenere vivo il culto. P. Bernard B. Rozario, parroco di Mohipara (Bangladesh), riferisce ad AsiaNews che “le persone erano già scioccate per la demolizione della statua. Ora lo sono ancora di più e soffrono a causa dell’arresto del catechista”.
Il parroco racconta che “domenica notte alcuni criminali hanno sfondato la porta della chiesa e demolito la scultura. Poi hanno strappato anche la Bibbia e alcuni testi liturgici e li hanno gettati nel vicino laghetto”. L’allarme è stato lanciato da Surmoni Mardi, una fedele locale che per prima si è accorta della devastazione. Con altre donne è scoppiata in un pianto a dirotto alla vista della statua decapitata. In seguito Azim Uddin, musulmano, ha rinvenuto i testi sacri sulle sponde del lago mentre era a pesca. “Chiedo alle autorità – conclude il parroco – di indagare sull’incidente e fare giustizia. Vogliamo praticare la nostra religione in libertà”.
Pompei. La fiera dell’osceno sotto gli occhi della Madonna del Rosario: una donna vestita di rosso che ostenta rosari e tende le braccia imitando l’iconografia della Madre di Dio. Provocazione, sacrilegio, una madonna gay a pochi passi dal Santuario Mariano. Ormai i gay-pride hanno preso la piega palesemente anticristiana. Perché Pompei, anzi, la Madonna del Rosario, o meglio la Madonna tout-court è l’ultimo baluardo contro il travolgente avanzare della generazione gender-LGBT-omosessualista, infatti a Pompei la provocazione non è stata per rivendicare diritti, ma esclusivamente contro la fede cattolica.
Fin qui la somiglianza tra Mohipara e Pompei: Maria Vergine decapitata nel simulacro presente nella Chiesa: Maria Regina del S. Rosario sbeffeggiata e irrisa, Maria Madre della Chiesa sfidata con parole infamanti e false “In memoria di tutte le persone omosessuali perseguitate ed uccise dalla Chiesa Cattolica”. Fin qui tutto secondo il copione. Ora le discordanze.
A Pompei, a porte del santuario chiuse, un gruppo di fedeli recita il S. Rosario in riparazione. A Mohipara il parroco Padre Bernard Rozano (riferisce Asia News) ha dichiarato: “Abbiamo presentato una denuncia anch’io mi sto impegnando per la liberazione del catechista”. Siamo in un paese a maggioranza musulmana dove i diritti e la libertà religiosa sono spesso calpestati. Pompei è invece la città divenuta famosa nel tempo e nel mondo per la devozione alla Madonna del Rosario: la sua attuale fama e visibilità è dovuta a questo, ma nessuno ha difeso la città, seppure per creanza o convenienza, né ha difeso il diritto al rispetto del culto, sancito dalla costituzione, tantomeno il membro del governo in carica.
Se tutto questo non è un richiamo forte al messaggio profetico della Vergine a Lucia di Fatima (il 10 dicembre 1925 e nel febbraio 1926), ditemi voi perché mai tanta insistenza sui primi cinque sabati del mese in riparazione – dice Ella stessa (e successivamente appare anche Gesù Bambino) - il quinto sabato: “per quanti mi oltraggiano nelle mie immagine sacre” (tratto da “Apparizioni mariane”, D. A. Eley). All’Addolorata, parrocchia in Casale Monf.to, ogni primo sabato del mese si celebra una S. Messa con questa primaria intenzione: in riparazione di tutti gli insulti e degli oltraggi rivolti alla Vergine. Questo è iniziato quando a Morano (Casale Monf.to) durante un rave-party, circa un anno addietro, la statua della Vergine col Bambino venne distrutta, il Bambino Gesù decapitato e la sua testa appesa ad un albero. Questi ed altri fatti spesso sono catalogati con leggerezza come bravate. Sono invece sintomo di un degrado morale e religioso per cui la Vergine a Fatima ci chiede riparazione.