Macron perde l'Assemblea, avanzano le "estreme"
Un “terremoto politico” in Francia. Non può che essere definito così, come sta facendo quasi tutta la stampa transalpina, l’esito delle elezioni legislative. All’indomani della sua rielezione a presidente, Emmanuel Macron perde la maggioranza nell’Assemblea Nazionale. Avanza la coalizione di estrema sinistra Nupes. Trionfo per la Le Pen.
Un “terremoto politico” in Francia. Non può che essere definito così, come sta facendo quasi tutta la stampa transalpina, l’esito del secondo turno delle elezioni legislative. All’indomani della sua rielezione a presidente, Emmanuel Macron perde la maggioranza nell’Assemblea Nazionale. La sua coalizione di partiti centristi laici, Ensemble, ha ottenuto 245 seggi, mentre avrebbe dovuto conquistarne almeno 289 per avere la possibilità di formare un governo. Vincono le estreme, entrambe, sia quella di sinistra (Mélenchon) che quella di destra (Le Pen) che accrescono enormemente il loro peso. Anche se nessuna delle due potrebbe governare. E assieme, sicuramente, non si metteranno mai.
Che la campagna di Macron fosse in difficoltà lo si era capito sin dal primo turno. Ma la sua coalizione parlamentare è andata peggio delle peggiori previsioni. Addirittura due ministre del precedente governo, come Brigitte Bourguignon (Sanità) e Amelie de Montchalin (Transizione Ecologica), il presidente dell’Assemblea Richard Ferrand e il capogruppo di En Marche, Christophe Castaner hanno perso nei loro seggi e non rientreranno nel parlamento francese. La situazione “inedita” uscita dalle urne “rappresenta un rischio per il nostro Paese viste le sfide che dobbiamo affrontare, sia sul piano nazionale che internazionale”, dichiara la premier uscente, Elisabeth Borne.
Esultano invece i leader della coalizione Nupes e del Rassemblement National. Mélenchon (Nupes) ha ottenuto una vittoria storica. Pur avendo riunito partiti massimalisti che fino a quest’anno avevano ottenuto percentuali molto basse (incluso quel che resta del Partito Socialista e del Partito Comunista), l’exploit è notevole: 31,6% dei voti (sette punti in meno rispetto alla coalizione Ensemble) pari a 131 seggi. Sicuramente non sufficienti per formare un governo. Ma abbastanza per dare filo da torcere a qualunque maggioranza. “Noi non rinunciamo all'ambizione di governare il Paese”, ha comunque subito dichiarato Mélenchon. “Il risultato elettorale di questa sera è soprattutto la sconfitta del presidente Emmanuel Macron”. E promette guerra dura, senza compromessi: “Non c'è divisione da superare con noi perché non siamo dello stesso mondo, non abbiamo gli stessi valori, non vediamo lo stesso futuro”.
La vera vincitrice di queste elezioni è comunque Marine Le Pen, che si è rifatta dopo la relativa delusione presidenziale (dove comunque è arrivata al ballottaggio e ha preso il 41% dei voti). Nel suo seggio, personalmente, ha vinto con oltre il 60%. E il suo partito, il Rassemblement National ha sfondato in tutto il Paese, prendendo più del 17% dei voti che garantiscono 89 seggi. Per fare un confronto con le scorse elezioni: nell’Assemblea uscente di seggi i nazionalisti ne avevano solo 8. Dopo aver più che decuplicato la sua presenza in parlamento, la Le Pen esulta: “Il popolo ha deciso di inviare un gruppo parlamentare molto potente di deputati del Rassemblement National all'Assemblea nazionale, che diventa così un po' più nazionale. Questo gruppo sarà di gran lunga il più numeroso nella storia della nostra famiglia politica. Faremo una opposizione ferma, senza connivenze, ma anche una opposizione responsabile e costruttiva”.
Ora l’ipotesi più razionale è che Ensemble di Macron governi assieme ai Repubblicani (gollisti) che, con i loro 61 seggi conquistati in questa tornata, restano comunque una forza politica di primo piano. Assieme possono avere una maggioranza, certo Macron sarebbe così obbligato a spostare a destra la sua agenda politica, contrariamente a tutte le promesse della campagna elettorale. Per ora, tuttavia, non si dicono disponibili. “Abbiamo fatto una campagna all’opposizione, siamo all'opposizione e rimarremo all’opposizione. Le cose sono molto chiare”, ha dichiarato Christian Jacob, presidente dei Repubblicani. In tal caso, nessuna maggioranza è numericamente possibile.
Però il messaggio al presidente è chiaro: in Francia si sta formando una maggioranza anti-sistema. Nupes e RN fra loro non si possono parlare, ma assieme i due partiti massimalisti fanno il 49% dei voti. L’era del governo tecnocratico (o dei “competenti” come si direbbe in Italia) sta tramontando. Troppi problemi sociali sono rimasti senza risposta. Macron è accusato di arroganza da sinistra e da destra, un cambiamento sarà necessario.