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MEDITERRANEO

Macron arbitro in Libia. E l'Italia ha un'occasione da non sprecare

Con l'incontro a Parigi fra il generale Haftar e il premier Serraj, è stato siglato un accordo in 10 punti per la stabilizzazione. E' un primo grande successo diplomatico di Emmanuel Macron, che in questo modo riporta la Francia al rango di prima potenza del Mediterraneo. Ma anche l'Italia ha una chance per migliorare la sua posizione: nella sua visita a Roma, Serraj ha chiesto la collaborazione della nostra Marina per fermare gli scafisti. E' un'occasione da non sprecare.

Esteri 27_07_2017
Serraj e Gentiloni

L’accordo di Parigi tra il presidente del Consiglio presidenziale di Tripoli, Fajez al-Serraj, e il comandante dell'Esercito nazionale libico Khalifa Haftar, costituisce un grande successo per Emmanuel Macron.

La Francia punta del resto a tornare d essere la potenza di riferimento nel Mediterraneo e ha sostenuto la nomina a inviato speciale dell'Onu per la Libia di Ghassan Salamè, libanese vicino a Parigi, favorita anche dall’assenza di pressioni di Roma perché l’incarico venisse assegnato a un diplomatico italiano. “Ci impegniamo a cessare il fuoco e ad allontanare da qualsiasi uso delle forze armate, ad eccezione della lotta contro il terrorismo e condanniamo decisamente tutte le minacce alla stabilità del territorio" recita la dichiarazione congiunta Sarraj-Haftar. Molti gli aspetti che restano da chiarire nei dettagli. Innanzitutto tra i “terroristi” esclusi dal cessate il fuoco Haftar ha sempre considerato anche le milizie dei Fratelli Musulmani che in Tripolitania sostengono il rivale di al-Sarraj, Khalifa Ghwell. Inoltre l’accordo parla anche di smobilitazione delle milizie e la costituzione di un esercito libico regolare, aspetto sgradito alle milizie di Misurata che hanno strappato Sirte allo Stato Islamico dopo sette mesi di sanguinosa battaglia, alleate di al-Sarraj e ostili ad Haftar.

La dichiarazione congiunta è un documento "storico", ha sottolineato Macron, che ha espressamente ringraziato il lavoro svolto dall'Ue e soprattutto dall'Italia "del mio amico Paolo Gentiloni che si molto adoperato e con il quale abbiamo parlato molto in preparazione della dichiarazione odierna”. Parole che non cancellano lo smacco subito dall’Italia, scavalcata dai francesi nella sua ex colonia dove paga le conseguenze di anni di politica confusa e incerta. L’Italia prima sostenne Haftar, facendo arrabbiare l’allora premier di Tripoli Khalifa Ghwell, poi lo abbandonò per sostener al-Sarraj mentre Parigi ha mantenuto una linea equilibrata riconoscendo il governo di Tripoli ma sostenendo con armi e militari la campagna anti jihadisti dell’esercito di Haftar.

Macron ha invece confermato gli obiettivi del negoziato: "stabilizzare la regione, lottare contro i gruppi terroristici e, smantellare le filiere dell'immigrazione illegale" ma è chiaro che per Parigi ricoprire un ruolo di rilievo in Libia (a spese dell’Italia) ha indubbi risvolti energetici poiché Total è presente in Cirenaica e l’export di greggio libico sta aumentando. Del resto il ministro degli Esteri francese, Jean Yves Le Drian, non ha nascosto che “per il mio capo di Stato la Libia è una priorità”.

L’Eliseo aveva già messo a punto da tempo l’accordo firmato ieri sotto i riflettori internazionali: lo dimostra i fatto che molte ore prima dell’inizio dei colloqui la France Presse abbia fatto trapelare il testo dell’intesa in 10 punti. L’Italia ha avuto però ieri l’occasione per riguadagnare punti in Libia con la visita a Roma di al-Sarraj che ha chiesto ufficialmente che navi italiane entrino nelle acque libiche per sostenere la Guardia costiera di Tripoli impegnata a riportare indietro i migranti e “nel comune contrasto al traffico di esseri umani da svolgersi in acque libiche", come ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. "La richiesta delle autorità libiche – ha  aggiunto Gentiloni - è attualmente all'esame del nostro ministero della Difesa. Le scelte saranno valutate dalle autorità libiche e con il Parlamento italiano. Ma se valuteremo la possibilità di rispondere positivamente, come credo necessario, può rappresentare un punto di novità molto rilevante per il contrasto al traffico di esseri umani".

Un’opportunità unica per chiudere i flussi verso l’Italia, tagliare fuori le navi delle Ong e soccorrere i migranti in sicurezza in acque libiche impedendo nuove tragedie e naufragi per poi riportarli indietro in cooperazione con la Guardia costiera libica. L’Italia ha quindi l’opportunità di dimostrare all’Europa se vuole davvero fermare i flussi di migranti illegali. Tra l’altro la Libia “sarà presto nella posizione di dichiarare la sua area di ricerca e soccorso (SAR) di fronte alle sue coste con l'aiuto di Italia e della Commissione Ue” ha annunciato ieri il commissario europeo Dimitris Avramopoulos.