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L'INFELICE FRASE DEL PREMIER

Macchè giurare, Renzi tradisce Carta e Vangelo

Lo scout ha lasciato a casa il Vangelo, che magari leggerà in qualche pausa della sua intensissima attività, ma che, per sua stessa ammissione, lascia rinchiuso nell’ambito stretto della sua sua vita personale e spirituale, contraddicendo, così, tutta la gloriosa storia della dottrina sociale della Chiesa.

Politica 14_05_2016
Concia, Cirinnà e Guadagno
“Ho giurato sulla Costituzione non sul Vangelo”, questa l’infelicissima frase pronunciata dal premier scout Renzi, di fronte a milioni di italiani, alla presenza dell’onnipotente Bruno Vespa.
Infelicissima frase, ma illuminante circa una certa cultura cattolica, che oramai non è più cattolica, perché si è fatta fagocitare dalla cultura laicista, come aveva preconizzato già 60 anni fa il servo di Dio con Luigi Giussani.
 
Se ha giurato sulla Costituzione, il premier dovrebbe sapere che essa contiene l’articolo 29, il quale proclama solennemente che “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Tale norma rende incostituzionale la legge Cirinnà. Renzi ha tradito la Costituzione su cui ha giurato, come l’ha tradita quando ha reso impossibile ogni discussione sia al Senato che alla Camera, dove, peraltro, aveva una maggioranza così ampia da rendere solo arrogante il ricorso al voto di fiducia.
 
Risulta sempre più inspiegabile la fretta con cui il nostro scout ha voluto far approvare un ddl incostituzionale: forse è spiegabile solo con il desiderio di rendersi presentabile agli Obama ed ai massoni internazionali. Con Renzi, continua la maledizione che pare avere investito tanti politici cattolici, che hanno firmato la legge sul divorzio, quella sull’aborto ed ora la legge Cirinnà, che, si badi bene, non introduce nel nostro paese le unioni civili, ma il vero e proprio matrimonio tra persone dello stesso sesso, visto che numerosissimi articoli si rifanno alle norme che regolano il matrimonio tra coniugi (quello costituzionale) e la famiglia che ne deriva (quella costituzionale). Il premier scout ha quindi tradito sotto vari profili la Costituzione su cui ha giurato.
 
Ma ha tradito, come cattolico (così si proclama), anche il contenuto del sacro libro che dovrebbe essere il punto di riferimento di ogni persona cristiana, qualunque cosa faccia ed in qualunque posizione si trovi. Invece, lo scout ha lasciato a casa il Vangelo, che magari leggerà in qualche pausa della sua intensissima attività (più si agita e più fa disastri), ma che, per sua stessa ammissione, lascia rinchiuso nell’ambito stretto della sua sua vita personale e spirituale: essendosi definito “laico”, lo stesso Vangelo non può avere nessuna influenza a livello pubblico, contraddicendo, così, tutta la gloriosa storia della dottrina sociale della Chiesa.
 
Un conto è non far derivare direttamente dalla propria fede le norme civili (come fanno tutti gli islamici, anche quelli moderati), altro conto è rendere totalmente assente una presenza ed una direzione della vita che gioverebbe grandemente al bene comune di tutti, così come il decalogo di Mosè ha influenzato positivamente la direzione anche legislativa di una intera grande civiltà. Stando alla posizione espressa dal premier, il suo essere cristiano diventa totalmente indifferente rispetto alle battaglie culturali, sociali ed anche politiche, che ogni cattolico è chiamato a combattere, come ci conferma l’attuale insegnamento di Papa Francesco (“Chiesa in uscita”).
 
Purtroppo non c’è da sorprendersi, perché da decenni una certa cultura cattolica (di cui lo scoutismo è autorevole rappresentante) predica proprio nella direzione (errata) sintetizzata nella infelicissima, ripeto, frase del nostro premier.
 
Si impongono due osservazioni finali:
1)Renzi sta andando avanti a forza di voti di fiducia. Anche sul prossimo referendum costituzionale, ha chiesto, di fatto, la fiducia su di sé: penso di non poter dare la fiducia ad un premier così arrogante e così indifferente alle istanze dei cristiani.
2)Sono veramente rattristato dal comportamento e dalle dichiarazioni di alcuni cattolici tenuti in questi giorni. In particolare, non posso non riferirmi all’amico Maurizio Lupi, capogruppo del partito (non più essenziale, peraltro) che sostiene Renzi. Non può dirci cose inesatte: la Cirinnà ha introdotto un nuovo tipo di matrimonio e non le semplici unioni civili e quindi non può far passare per una vittoria quella che è una sonora sconfitta per tutta la nostra ultramillenaria storia. E, poi, il duo Alfano-Lupi stia attento a non farsi prendere in giro: il PD sta già lavorando per introdurre per legge l’adozione per le coppie omosessuali. Stiamo vivendo un delicatissimo periodo di transizione, nel quale dobbiamo assicurare, anche con grandi sacrifici, una presenza sempre più intelligente e appassionata dei cristiani. Per amore verso il nostro popolo.