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EDITORIALE

Ma noi il Norlevo non lo prescriveremo mai

Il TAR del Lazio ha rigettato il ricorso contro la nuova scheda della pillola del giorno dopo, trattata da contraccettivo. Ma per la scienza queste molecole possono distruggere una vita umana. La nostra coscienza ci dice che non possiamo prestarci a questo male.

Editoriali 30_05_2014
Norlevo

«Non sussistono, sotto il profilo del fumus, i presupposti per l'accoglimento della proposta istanza cautelare avuto presente, in linea con quanto evidenziato dalle resistenti amministrazioni, che recenti studi hanno dimostrato che il farmaco Norlevo non è causa di interruzione della gravidanza». Con queste parole il giudice del TAR del Lazio ha rigettato l'istanza che per conto di una serie di associazioni, tra cui l'Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici e l'Unione dei Farmacisti Cattolici, i Giuristi per la Vita avevano curato per opporsi alla modifica della scheda tecnica della pillola del giorno dopo dove, secondo la modifica introdotta, si riporta che il meccanismo d'azione è soltanto il blocco o il ritardo dell'ovulazione.

È il vecchio giochino del finto sordo. Si dice che c'è la possibilità che la molecola impedisca la sopravvivenza dell'embrione appena concepito, e il rappresentante perfetto della burocrazia che risponde? Interruzione di gravidanza? Macché! La gravidanza inizia con l'annidamento dell'embrione nell'utero della donna e questo non è il caso. Ricorso respinto.

E chi mai aveva sostenuto che la pillola in questione agisse dopo l'annidamento dell'embrione? Avete voglia di avere spiegato in tutte le salse che la definizione di gravidanza qui non c'entra un tubo, ma quello che è in gioco è la vita dell'essere umano appena formatosi, cosa compresa persino dai giudici della Corte di Giustizia dell'Unione Europea nella sentenza che aveva rifiutato la brevettabilità di procedure con soppressione embrionale. Avete voglia di avere dimostrato che non è possibile che una molecola funzioni solo come antiovulatorio se nessuna gravidanza si è verificata nonostante ben 8 donne su 10 avessero ovulato dopo avere assunto la pillolina. Avete voglia di avere fatto comprendere che se non altro è in gioco la corretta informazione di tantissime donne che desiderano essere compiutamente informate su questi temi e la cui decisione dipende dalle risposte fornite. No, queste cose sono per la nostra giustizia quisquilie, pinzillacchere, facezie. Il diritto alla scelta informata e consapevole di cui di continuo la società secolarizzata si vanta di essere promotrice e protettrice, quando arrivi al sodo, trova uno sbarramento insormontabile nella potente azione degli interessi di cui si fa portatrice la lobby dei diritti riproduttivi. 

Si dice che dalle parti del ministero della Salute ci siano persone sensibili alla protezione dei non nati. Non ho dubbi che vi siano. Si dice che ci siano persone fattivamente impegnate perché dalle parole si passi ai fatti. Non ho dubbi. Peccato che in questa occasione, come in altre, i fatti siano stati sorprendentemente antitetici alle attese. Ne sa qualcosa l'onorevole Gianluigi Gigli che, presentata una puntuale interrogazione parlamentare da vero pro-life, si è visto recapitare una squinternata risposta dal rappresentante del Ministero. Una disattenzione? Mah! I pro-life giunti in giudizio si sono trovati l'opposizione dell'avvocatura dello Stato. Non sono un tecnico del diritto, ma mi suona davvero strano che un ministero presidiato da personalità sensibili al diritto alla vita del concepito mandi i suoi avvocati contro chi vuole difendere quello stesso diritto dal l'aggressione farmacologica. Un'altra disattenzione? Ri-mah! Speriamo che le disattenzioni non si accumulino a generare defezioni.

Ora ci sommergeranno di articolesse, post, cinguettii, wikipediate con cui vorranno insegnarci che si tratta di semplici contraccettivi (come se per noi la contraccezione fosse qualcosa di moralmente accettabile). Mi pare già di sentirle certe vocine gioire per la vittoria riportata. Si illudono che dopo questa sentenza ci piegheremo alla prescrizione di questi ormoncini e anti-ormoncini, timorosi di ripercussioni legali derivanti dal nostro rifiuto.

Glielo vogliamo dire chiaro ed in anticipo: "Non ci sperate!". Siamo persone serie, siamo persone che operano la medicina agendo in scienza e coscienza. La nostra scienza ci dice che queste molecole possono distruggere una vita umana appena concepita, la nostra coscienza ci dice che questo è un male a cui non ci si deve prestare. Accoglieremo ogni donna con un problema, la ascolteremo e le parleremo. Se non condivideremo una strada comune la rispetteremo ed esigeremo altrettanto rispetto per noi.

A prescindere da quello che dice un rispettabilissimo giudice, la cui decisione non ci farà diventare acefali automi da prescrizione e dispensazione.