L'ultra Pride
Priot, il Pride ultrarivoluzionario che contesta lo stesso movimento LGBT. Un modo non originale per esprimere la propria frustrazione esistenziale.
Si chiama PRIOT, Pride Romano Indecoroso Oltre Tutto. Si tratta di un Pride composto dalle frange estremiste del movimento LGBT, frange anacronistiche che si rifanno a sorpassati stilemi anarcomunisti.
Questo il loro proclama, più un esercizio di stile che un programma di azione politica o sociale: PRIOT Pride dà il benvenuto «a tutte le fr0ci3 indecenti, alle cagne rabbiose e alle cucciole senza padrone, alle trans* euforiche, alle gr4sse impenitenti, alle madrine senza famiglia, alle (s)famiglie multispecie, alle borgatare non gentrificate, alle butch senza cantiere, alle migranti senza frontiere, alle poly-caciarone, alle (s)coppie e alle troppie, alle neurodivertenti, ai tacchi rotti e alle zeppe comuniste, alle anarchiche malvestite, alle alchimiste ormonali, alle favolosità geriatriche, alle casalinghe diseredate, alle putt4n3 afflitte dal carovita, alle squatter senza fisso timore e alle streghe non capitalizzabili, alle sovver-dive perverse e alle femministe cyberpunk spermicide».
Il collettivo, in puro spirito rivoluzionario, si pone in antitesi anche con i classici gruppi LGTB, troppo borghesi secondo loro, troppo centrati sul Love is love, principio non rivoluzionario ma eccessivamente moderato. In sintesi: Priot è un modo, per nulla originale, di esprimere la propria frustrazione esistenziale.