L'Ue si accusa di razzismo mentre stringe la mano a Soros
L'Europa si accusa di razzismo e sceglie le "quote nere" discriminando così i bianchi. Non solo, ogni scusa è buona per favorire insieme anche le istanze Lgbt, eliminando ogni altra visione. Ci si chiede se è un caso che la commissaria Helena Dalli nei primi mesi del suo mandato, ben due volte si è intrattenuta con i rappresentanti di Soros. Non siamo complottisti, ma nemmeno ciechi.
Con la buona ragione, laddove è giustificata, di combattere ogni forma di razzismo, l’Europa vuole penalizzare i bianchi e tutti coloro che credono nella differenza sessuale biologica (fedeli cristiani o meno).
La Commissaria Helena Dalli ad inizio settimana ha rilasciato una pomposa intervista ad Euractiv nella quale si denunciava un razzismo strutturale nel continente anche nella Commissione Europea. Sono trascorsi 20 anni dalla entrata in vigore della Direttiva Europea che ha implementato il principio della uguaglianza di trattamento tra le persone indipendentemente dalla loro razza o etnia Ebbene dalla Commissaria Dalli arrivano parole di fuoco che ci riguardano e per molti aspetti potrebbero modificare fortemente il nostro modo di vivere per i prossimi anni, non per il meglio.
Primo: si afferma che esiste in Europa e tra gli europei un incosciente razzismo e che questo atteggiamento si evidenzia nelle difficoltà di impiego per i neri, nelle loro difficoltà a trovare casa o ad essere curati. Un razzismo dei bianchi che non sanno di essere razzisti. Questo approccio, presuppone la convinzione totalitaria e presuntuosa che vede il popolo europeo, per lo più di carnagione bianca, ignorante e inconsapevole dei propri difetti e, dunque, la Commissaria Dalli sente il dovere di insegnarci (con gli strumenti anche vincolanti necessari) le buone maniere e i buoni comportamenti.
Secondo: non è solo la Signora Dalli che si sta occupando di intervenire in questa materia, son stati coinvolti anche il Commissario Hahn (Risorse Umane e Budget) ed il Commissario Reynders (Giustizia). Ebbene, con gli altri colleghi della Commissione, la Signora Dalli vuole intervenire per facilitare, probabilmente con quote o percorsi educativi facilitati, l’accesso ai concorsi pubblici di persone di etnia diversa e colore della pelle nera. Dopo il ritiro delle creme sbiancanti, a seguito dei moti insurrezionali promossi da Black Lives Matters, da parte della Johnson & Johnson, a seguito dei moti insurrezionali promossi da Black Lives Matters eppure così care al nero King of the Pop Michael Jackson, saremo costretti a dipingerci la pelle o moltiplicare gli acquisti di creme auto abbronzanti per trovar posto in Università o al lavoro? Sia chiaro, come ben evidenziato da Anna Bono, in futuro non si pensi di parlare dell’attuale razzismo e schiavismo degli islamici verso i cristiani in Africa, saremo immediatamente sanzionati perché islamofobi.
Terzo: l’inquietudine cresce ancor più al sapere che i risultati dei colloqui avuti dalla Dalli in queste settimane di crisi pandemica, di cui abbiamo ampiamente scritto, e che hanno avuto per interlocutori «persone con disabilità, persone LGBTI +, donne e minoranze etniche», saranno convogliati nella "strategia europea LGBTI +". Che c’entrano i disabili, le donne, le minoranze etniche con la promozione sistematica della ideologia LGBTI e del gender non è dato saperlo. Tuttavia, se questo è il furioso punto di partenza dell’impegno della Commissaria che dovrebbe occuparsi di Uguaglianza (cioè anche di: «Discriminazioni per ragioni religiose, violenza contro le donne, disabilità, implementazione completa della Direttiva sulla conciliazione tra lavoro e cura), c’è da essere molto preoccupati per il nostro futuro. Si conferma quanto scritto su queste colonne, con la scusa del razzismo contro i neri avanzano i privilegi verso gli LGBTI+. Risulta chiaro anche dalla intervista della stessa Dalli della scorsa settimana, in occasione del patrocinio europeo al Global Pride, nel quale si conferma l’impegno personale e della Commissione per promuovere privilegi LGBTI+ a scapito di libertà e diritti degli altri (noi) cittadini. Aggiungo sommessamente e solo per comune curiosità che tra i tanti incontri avuti da Helena Dalli durante l’emergenza Covid 19 nei primi mesi del suo mandato, ben due volte si è intrattenuta con i rappresentanti di Soros, tre incontri totali se includiamo anche quello avuto dal suo Direttore generale, in 5 mesi. Non siamo complottisti ma nemmeno ciechi.