L’Ue preservi la correttezza del voto, ma senza censure
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Occorrerà vigilare affinché gli algoritmi dell’intelligenza artificiale, che i vertici dell’Ue ritengono potenzialmente in grado di inquinare il voto del giugno 2024 producendo e diffondendo fake news, non vengano “addomesticati” ed “educati” in funzione di visioni politiche predeterminate.
Già nel 2018 l’Unione europea corse ai ripari per prevenire manipolazioni del voto in vista delle elezioni europee del maggio 2019 e promosse il Codice di condotta contro la disinformazione, sottoscritto dalle principali big tech, che si impegnarono a rimuovere contenuti fake dallo spazio virtuale. Da allora molti passi avanti sono stati fatti. Quel codice è stato più volte aggiornato, sia durante il Covid che dopo lo scoppio della guerra russo-ucraina, per parare i colpi di una disinformazione che rischiava di veicolare notizie non vagliate e non verificate, diffuse ad arte per orientare in una certa direzione le opinioni dei cittadini e il voto degli elettori europei.
Di per sé tutto questo dovrebbe essere un bene, se portato avanti con obiettività, imparzialità, mettendo esclusivamente al centro il valore della trasparenza delle informazioni, senza secondi fini e senza precomprensioni. Diverso è se si insinua il sospetto che queste iniziative anti-fake news e anti-manipolazioni siano in realtà finalizzate a premiare una certa parte politica, in altri termini a cristallizzare gli attuali assetti di governance europea, nel timore che nelle urne possano essere bocciati.
Se alle prossime elezioni europee del 9 giugno i partiti socialisti, ad esempio, dovessero confermare il loro crollo, già registrato in alcuni Stati, inevitabilmente cambierebbe la maggioranza negli organi Ue e la saldatura tra conservatori e popolari potrebbe di per sé bastare per escludere le sinistre dal governo europeo. Questo scenario fa un po' paura ad alcune cancellerie e dunque sono anche queste le ragioni che spingono l’Ue a vigilare sulla propaganda elettorale. C’è sicuramente anche un intento costruttivo e di contrasto a fenomeni che inquinano la rete e compromettono la serenità del processo di formazione dell’opinione pubblica in vista del voto, ma è assai probabile che il movente politico stia avendo un forte peso e sia perfino dominante.
Il panorama politico dell'Unione europea sta comunque per subire un importante cambiamento, con la recente conclusione di un accordo tra la Presidenza del Consiglio di Bruxelles e i negoziatori del Parlamento europeo riguardo a un nuovo regolamento sulla trasparenza e il targeting della pubblicità politica. L'obiettivo principale del regolamento è garantire che i cittadini siano in grado di riconoscere facilmente i messaggi di pubblicità politica, comprendano chi sta dietro di essi e sappiano se sono stati destinatari di pubblicità mirata. Questo, a sua volta, mira a fornire ai cittadini le informazioni necessarie per prendere decisioni politiche informate.
L'ambito di applicazione del nuovo regolamento riguarda la preparazione, la collocazione, la promozione, la pubblicazione, la consegna o la diffusione di messaggi, sia a favore che per conto di attori politici. Questo include anche la pubblicità politica normalmente fornita dietro retribuzione, nonché le attività interne, come la preparazione di messaggi di pubblicità politica all'interno dei partiti e delle campagne.
Per garantire la trasparenza e la protezione dei diritti fondamentali, il regolamento stabilisce norme rigorose sull'uso di tecniche di targeting e di consegna dei messaggi pubblicitari. L'utilizzo dei dati personali per il targeting online sarà consentito solo con il consenso esplicito dell'interessato. Inoltre, il regolamento impone un divieto sulla profilazione basata su categorie sensibili di dati personali.
Al fine di prevenire interferenze straniere nelle elezioni, è stato deciso di vietare la prestazione di servizi pubblicitari agli sponsor di paesi terzi nei tre mesi precedenti un'elezione o un referendum. Inoltre, sarà istituito un registro pubblico europeo dei messaggi di pubblicità politica online per raccogliere e rendere disponibili le informazioni su tutti i messaggi pubblicitari online e i relativi avvisi di trasparenza.
Sebbene le nuove norme entreranno in vigore 18 mesi dopo la loro adozione, alcune disposizioni, come la clausola di non discriminazione, si applicheranno in tempo per le elezioni del Parlamento europeo. Le prossime settimane vedranno ulteriori lavori tecnici per definire i dettagli del nuovo regolamento. Una volta completato, l'accordo dovrà essere confermato da entrambe le istituzioni e il testo dovrà essere messo a punto dai giuri-linguisti prima dell'adozione formale. Questo passo significativo rappresenta un impegno concreto dell'Ue per garantire un ambiente politico aperto, equo e trasparente per tutti i cittadini europei.
Tuttavia, bisognerà verificare che tutti i processi di validazione dei contenuti di propaganda politica non utilizzino filtri censori. Inoltre, occorrerà vigilare affinchè gli algoritmi dell’Intelligenza Artificiale, che i vertici dell’Ue ritengono potenzialmente in grado di inquinare il voto del giugno 2024 producendo e diffondendo fake news, non vengano “addomesticati” ed “educati” in funzione di visioni politiche predeterminate, perché questo sarebbe l’esatto contrario della trasparenza democratica invocata con insistenza dai burocrati di Bruxelles.