Lucio Dalla
Quando muore un personaggio dello spettacolo, il mondo dello spettacolo lo ricorda e lo celebra secondo il suo linguaggio specifico. Davanti alle telecamere Dalla preferiva cantare anziché parlare. Anche in questo si è mostrato fedele al suo ruolo e al suo mestiere fino alla fine.
Lucio Dalla non era propriamente un personaggio televisivo, ma quando andava in tv riusciva a lasciare il segno, soprattutto nei primi anni della sua carriera. E se vederlo al Festival accanto a un giovane semisconosciuto pochi giorni fa era sembrata a molti una forzatura, ora che è morto quel cameo resta la sua ultima immagine pubblica, almeno per gli spettatori italiani.
Giovedì sera, quando la notizia è diventata di dominio pubblico, Rai3 ha trovato uno spazio apposito in prima serata per mandare in onda molti spezzoni della sua carriera musicale, in una sorta di blob-tributo immediato e senza commento.
Lo stesso è accaduto sul canale digitale Rai5, dove abbiamo potuto rivedere il cantautore in concerto e ritrovare in un sol colpo tutta la sua verve poetica, la sua capacità di improvvisare, la sua competenza tecnica, la sua immagine sempre uguale a se stessa anche a costo di ricorrere a qualche “aiutino” estetico.
Pure “Striscia la notizia” ha voluto salutarlo, mostrando alla fine della trasmissione una breve sequenza in cui riceveva bonariamente un tapiro da Staffelli e chiudendo senza sigla finale, con conduttori, veline e pubblico in piedi per un garbato applauso.
Quando muore un personaggio dello spettacolo, il mondo dello spettacolo lo ricorda e lo celebra secondo il suo linguaggio specifico. Davanti alle telecamere Dalla preferiva cantare anziché parlare. Anche in questo si è mostrato fedele al suo ruolo e al suo mestiere fino alla fine.