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APPROPRIAZIONE INDEBITA

L'Osama privato: frugale e poco rispettato dai collaboratori

Lo sceicco del terrore dettava strategie complesse, ma poi ognuno faceva di testa propria.
Un ritratto spregiudicato del defunto Osama bin Laden da cui emergono particolari ignoti sulla vita dell'ex capo di Al Qaeda: risparmiava su tutto e faceva fatica a imporsi.

WASHINGTON (USA)– Un Osama parsimonioso e frugale. Che spendeva davvero poco per vivere ad Abbottabad, Pakistan. Un grande latitante che, a corto di denaro, doveva forse arrangiarsi vendendo monili. Fonti pachistane e americane, citate dai giornali della catena «McClatchy», hanno fornito nuovi particolari su Bin Laden e, per certi aspetti, hanno anche rivisto il suo ruolo.

LE SPESE – Osama non si preoccupava direttamente della gestione della casa, ma erano i due presunti corrieri a farlo. Molto meticolosi e precisi. E non è una sorpresa. Documenti sequestrati in Afghanistan hanno mostrato che i qaedisti sono stati sempre molto pignoli nel tenere in ordine la loro «cassa». Ad Abbottabad, i commandos americani hanno trovato le bollette delle utenze. Gli abitanti dell’edificio – quasi 30 persone, tra cui 18 minori – spendevano appena 18 dollari al mese per il gas. Cifra davvero irrisoria. Un vicino, con una famiglia ben più piccola, arriva a una media di 54 dollari mensili. Altra bolletta, quella della luce: il «clan» Bin Laden pagava circa 80 dollari. Molto attenti anche nella spesa per il cibo. I corrieri si limitavano ad acquistare lenticchie e riso in un negozio poco distante. Aspetto curioso raccontato dal bottegaio: i due emissari di Bin Laden avevano conti rigorosamente separati. Così come erano separati i 4 allacciamenti della luce all’interno della palazzina.

I GIOIELLI – Le indagini successive all’uccisione di Osama hanno accertato che i collaboratori del terrorista trafficavano in gioielli. Li acquistavano e li rivendevano. Ma stiamo parlando di cifre contenute: tra i 1500 e i 2000 dollari per set di anelli, collane, orecchini. La polizia ha trovato le ricevute delle transazioni in alcuni negozi della regione. L’ipotesi che alcuni fossero dei regali che Bin Laden doveva fare, ma non è escluso che i suoi complici cercassero la quadratura dei conti con qualche piccolo baratto. Gli americani, fino ad oggi, non hanno fornito troppi particolari su come Osama abbia finanziato la sua lunga latitanza. Dopo il blitz è stato svelato che negli abiti del terrorista sono stati trovati cuciti 500 euro. Una sorta di kit di emergenza per la fuga. Infatti, oltre al denaro, c’erano due numeri di telefono.

IL RUOLO – Osama, si è detto, ha continuato a coordinare le operazioni di Al Qaeda. O meglio, questo è ciò che emerso dai documenti sequestrati ad Abbottabad. Ma questa valutazione è stata negli ultimi tempi rivista. Bin Laden scriveva, impartiva ordini attraverso un complesso sistema gestito dai corrieri, dettava strategie ma i qaedisti facevano poi di testa loro. Secondo la nuova interpretazione – peraltro parziale – il fondatore faticava a farsi rispettare. Forse aveva problemi a mantenere i contatti con i diversi gruppi ed è anche possibile che i suoi desideri – ad esempio, attacchi su larga scala – si siano scontrati con la realtà sul campo. E i qaedisti, divisi e sparpagliati, hanno lanciato azioni minori.

Dal Corriere della Sera del 30 giugno 2011