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Loreto: «il vero cuore mariano della cristianità»

Lo diceva Giovanni Paolo II, profondamente legato alla devozione della Casa di Maria all'interno della Basilica di Loreto, trasportata nel Trecento dalla famiglia Angeli e installata nella città marchigiana. E anche quest'anno si attendono molti pellegrini.

Cultura 25_05_2013
La casa di Maria nella Basilica di Loreto

«Il vero cuore mariano della cristianità - come ci ricordava Giovanni Paolo II - è la Santa Casa di Loreto», ovvero quella parte della dimora terrena di Maria che per “ministero angelico” da Nazaret, nel 1294, fu trasportata prima in Illiria, l’odierna Croazia, poi in Italia. L’ipotesi più accreditata è che sia arrivata a Loreto viaggiando su mare, per volere della famiglia Angeli che regnava sull’Epiro e che la concesse in dote alla figlia del despota, convolata a nozze con Filippo di Taranto, quartogenito di Carlo II d’Angiò.

La casa è costituita da pareti di arenaria effettivamente lavorata con una tecnica in uso in Palestina e in Galilea ai tempi di Gesù: su di esse sono incisi dei graffiti giudicati dagli esperti di origine giudaico-cristiana. Scavi archeologici e studi filologici hanno confermato la verosimiglianza del fatto che le mura, alte tre metri e prive di fondamenta, fossero poste a chiusura della grotta scavata nella roccia e tuttora venerata nella Basilica dell’Annunciazione a Nazaret.

L’arrivo a Loreto della preziosa reliquia segnò l’inizio della storia del Santuario che crebbe attorno ad essa per proteggerla e per accogliere i sempre più numerosi pellegrini che qui accorrevano. Mentre i lavori per la costruzione del Tempio furono avviati nella seconda metà del Quattrocento, fu il pontefice Giulio II, all’inizio del secolo successivo, a commissionare il pregevole rivestimento marmoreo della Santa Casa, che la custodisce come uno scrigno, affidando a Donato Bramante l’idea progettuale poi sviluppata da Sansovino, da Raniero Nerucci e Antonio da Sangallo il giovane con i rilievi delle Glorie della vita terrena della Madonna e statue di Sibille e Profeti.

Dal punto di vista architettonico la Basilica, che si fregia della dignità papale, rappresenta uno dei più importanti monumenti gotico-rinascimentali del nostro Paese. Alla sua costruzione si succedettero i più grandi architetti dell’epoca, dal già citato Bramante, che ne disegnò anche la facciata, a Francesco di Giorgio Martini, Giuliano da Maiano e Giuliano da Sangallo: questi ultimi, rispettivamente, impostarono e portarono a compimento la cupola che da allora connota il panorama circostante. L’alto campanile, che ospita il carillon delle nove campane che intonano le note delle Litanie Lauretane,  spetta, infine,  alla creatività di Luigi Vanvitelli.

 

All’interno è oggetto di profonda devozione la Madonna Nera il cui simulacro, in legno di cedro del Libano, è un rifacimento dell’originale andato perduto nell’incendio del 1921. Questo però non frena l'umore dei 90 mila pellegrini attesi sabato 8 giugno alle porte di Macerata per il consueto pellegrinaggio annuale. Ventisette chilometri in notturna per rivolgere le proprie più sentite intenzioni alla Vergine di Loreto. Un popolo in cammino.