L'Onu promuove la pillola killer dell'auto-aborto
Il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) ha rivisto il documento di Pianificazione familiare. Obiettivo dichiarato: l'aborto fai date e per mezzo di ogni ritrovato della chimica. Come il Misoprostolo, farmaco usato lecitamente nel post partum, ma che viene promosso per espellere il feto ancora vivo.
Di recente il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) ha sottoposto a revisione un proprio documento concernente la “Pianificazione familiare per il periodo 2008-2013”. Una sorta di bilancio per scoprire se le teorie malthusiane per calmierare la popolazione mondiale stanno avendo successo.
La revisione, il cui capitolo principale si apre con immagini di preservativi e blister di pillole anticoncezionali, include non solo un’analisi del passato, ma anche una pianificazione per il futuro in accordo con il “Programma di Pianificazione familiare 2012-2010”. Programma che al suo interno prevede anche il “Programma globale per migliorare la salute riproduttiva”, cioè fuor di metafora per diffondere le pratiche dell’aborto, della contraccezione e della sterilizzazione. In particolare i signori dell’UNFPA si rallegrano che in alcuni paesi in via di sviluppo stia funzionando il cosiddetto “metodo misto” (Vol. I, p. 62), una triade abortiva-contraccettiva a prova di gravidanza. Il metodo si compone innanzitutto del condom femminile. Si tratta di un contraccettivo di barriera simile ad un preservativo ma da inserire nella vagina della donna prima del rapporto. Il secondo strumento del metodo viene definito come “contraccettivo di emergenza”, il quale non è altro che la pillola del giorno dopo e dei cinque giorni dopo, preparati che possono avere effetti anche abortivi. Ed infine gli impianti sottocutanei.
Ora nella revisione, non contenti di aver nell’arsenale abortivo-contraccettivo tutte queste armi di distruzione di massa fetale, si scopre che si vuole diffondere un altro strumento di morte pre-natale. Infatti è intento dell’UNFPA spingere i governi di tutto il mondo affinchè inseriscano il Misoprostolo nella lista dei farmaci essenziali, finalità già raggiunta in alcuni paesi. L’aborto chimico procurato tramite la RU486 si realizza tramite l’uso di due preparati. Il primo si chiama Mifepristone che uccide il nascituro. Il secondo si chiama appunto Misoprostolo (nome commerciale: Cytotec, Artrotec, Misodex, Misofenac). Quest’ultimo provoca le contrazioni dell’utero per far espellere il corpicino ormai morto del bambino.
Ora il Misoprostolo ha altresì un uso lecito. E’ infatti adoperato anche nella terapia dell’emorragie post-partum. Pare quindi che l’intento dell’UNFPA sia il seguente. In quei paesi dove è vietato il Mifepristone, è necessario introdurre il Misoprostolo con la scusa che è un farmaco utile ad esempio nelle complicanze post parto. In tal modo le ONG abortiste potranno consigliare alle donne di provocarsi un auto-aborto – le metodiche propinate sono delle più diverse – e poi assumere legalmente il Misoprostolo per completare la procedura abortiva, cioè l’espulsione del feto morto.
Ma c’è anche un’altra possibilità abortiva che apre all’uso del Misoprostolo, una strada che conduce all’aborto in modo più diretto. Questo preparato infatti se assunto prima della 12° settimana di gestazione può provocare direttamente la morte del nascituro con la sua espulsione. Anche dopo questo limite temporale gli effetti possono essere abortivi, ma i rischi per la salute della donna aumentano.
Ovviamente l’UNFPA spinge sul Misoprostolo per scopi caritatevoli: “dovrebbe notarsi che l’UNFPA supporta l’accesso diffuso al Misoprostolo perché riduce la necessità [sic] in capo alle donne di far ricorso all’aborto insicuro” (Vol. I, p. 80). Si agita lo spauracchio dell’aborto clandestino dannoso per la salute della donne affinchè il Misoprostolo riceva la benedizione degli stati.
Inserire poi questo principio attivo nella lista dei farmaci essenziali persegue anche il seguente scopo: saranno i governi stessi a finanziare l’aborto, come lo stesso documento ammette (Vol. I, p. 62). L’UNFPA gioca a carte scoperte e infatti non fa mistero in merito ai suoi scopi tesi a diffondere la pratica dell’aborto. Infatti nella revisione appena pubblicata si può leggere: "Attori internazionali hanno riconosciuto la leadership discreta assunta dall'UNFPA al fine di ottenere che il Misoprostolo fosse inserito nella lista dei farmaci essenziali in molti paesi, decisione che ha rivoluzionato l'accesso all'aborto sicuro" (Vol. I, p. 62). Curioso quell’aggettivo: “discreta”. Dietro questa parola si cela tutta la strategia lobbistica di cui è capace l’UNFPA, tutti quegli artifizi di pressione politica sui governi di ogni parte del mondo e tutti questi sottili ricatti fondati sulla tecnica del bastone e della carota tesi a portare a casa sempre lo stesso risultato: far concepire e far nascere meno bambini possibili.