Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
IL PROGETTO

L’Onu mira al super-Stato globale, con la scusa delle emergenze

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L’anno prossimo si voterà una proposta che, se approvata, conferirebbe poteri pressoché assoluti al segretario generale e alle agenzie dell’Onu, a danno della sovranità dei singoli Stati e della libertà dei cittadini. La parola chiave: emergenza.

Attualità 07_07_2023

La proposta dell’Onu che si metterà in votazione il prossimo anno e di cui già si discute a livello diplomatico, se approvata, istituzionalizzerebbe il conferimento di poteri assoluti e antidemocratici al segretario generale e alle agenzie delle Nazioni Unite in caso di ogni emergenza, dichiarata sempre dalla stessa Onu. Ciò porterebbe al progressivo svilimento dei poteri dei singoli Stati e allo svuotamento dei diritti e delle libertà dei cittadini: un neocentralismo di stampo sovietico e plutocratico.

Nel settembre 2024, meno di due mesi prima delle prossime elezioni presidenziali statunitensi e pochi mesi dopo le elezioni del prossimo Parlamento Europeo, le Nazioni Unite ospiteranno un fondamentale Summit of the Future, in cui gli Stati membri potrebbero adottare un «Patto per il futuro».

Il progetto di un governo del mondo parte da lontano, dalla definizione nel 2015 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile; ma l’accordo del prossimo settembre consoliderebbe numerose riforme dell’ampia piattaforma globalista «Our Common Agenda», proposta dall’Onu nel 2022. Tra le molte proposte radicali incluse nell’Agenda, forse nessuna è più importante del piano delle Nazioni Unite per una nuova “piattaforma di emergenza", una proposta che lascia esterrefatti per la volontà di usurpare i poteri democratici dei singoli Paesi e sbalordisce per il silenzio di cui sinora è stata circondata, visto che si vogliono dare alle Nazioni Unite poteri significativi in caso di futuri «shock globali».

Molti dei dettagli della “piattaforma di emergenza” delle Nazioni Unite sono stati esposti in un documento politico del marzo scorso intitolato Rafforzare la risposta internazionale agli shock globali complessi: una piattaforma di emergenza. Nel documento, il segretario generale delle Nazioni Unite scrive: «Propongo che l’Assemblea generale fornisca al Segretario generale e al sistema delle Nazioni Unite un’autorità permanente per convocare e rendere operativa automaticamente una piattaforma di emergenza nel caso di un futuro complesso shock globale di scala, severità e portata sufficienti».

Per capire gli effetti dei poteri assoluti nelle mani del segretario generale, ovvero del novello “Padrone del mondo”, si deve sapere che, una volta attivata, la “piattaforma di emergenza” darebbe alle Nazioni Unite la capacità di «promuovere e guidare attivamente una risposta internazionale che ponga i principi di equità e solidarietà al centro del proprio lavoro».

Le Nazioni Unite riunirebbero gli stakeholder del mondo, inclusi accademici, governi, fondazioni e lobby del settore privato (Soros, Gates, Rockefeller, eccetera) e «istituzioni finanziarie internazionali» (grandi banche, fondi di investimento e corporation finanziarie globali etc.) per garantire una risposta unificata e globale alla crisi. Inoltre, le Nazioni Unite e il suo segretario generale avrebbero il potere di «assicurare che tutti gli attori partecipanti prendano impegni che possano contribuire in modo significativo alla risposta e che siano tenuti a rendere conto del rispetto di tali impegni».

Nel nuovo governo mondiale globalista i governi nazionali risulterebbero marginali rispetto alle lobby filantropiche, la finanza plutocratica e gli stessi funzionari delle Nazioni Unite. Alla marginalità dei governi si aggiungerebbe l’annullamento di ogni controllo e volontà dei cittadini dei singoli Paesi. Tutto da parte di un’organizzazione internazionale che era nata come strumento di emergenza e lotta permanente contro i regimi totalitari del ‘900. La stessa idea di conferire all’Onu un'autorità senza precedenti sui settori pubblico e privato di vaste aree del mondo, tutto in nome della lotta a crisi sconosciute, dimostra il livello di arroganza che regna negli uffici dei burocrati a New York e Ginevra.

Attenzione, il peggio deve ancora venire. Nella descrizione dei poteri e compiti della “piattaforma” infatti si legge che, sebbene la durata della piattaforma di emergenza sarebbe inizialmente fissata per «un periodo definito», «alla fine di tale periodo, il Segretario generale potrebbe estendere il lavoro di una piattaforma di emergenza, se necessario», secondo la politica e le proposte delle stesse Nazioni Unite. Dunque, al prossimo segretario generale si concederebbe l’autorità di mantenere ogni piattaforma di emergenza a tempo indeterminato, il tutto senza una nuova autorizzazione da parte dei Paesi membri dell’Onu, da lui stessi coinvolti. Inoltre, «il Segretario generale deciderà quando convocare una piattaforma di emergenza in risposta a un complesso shock globale».

Che tipo di emergenza globale potrebbe spingere l’Onu a chiedere e ottenere i pieni poteri? L’Onu fornisce diversi possibili esempi nella sua proposta formale, tra cui un «grande evento climatico», non solo pandemia ma anche e solo «futuri rischi di pandemia», una «interruzione della connettività digitale globale» e... «rischi imprevisti». La cosiddetta “omofobia” delle religioni, i divieti verso la “salute riproduttiva”, le pillole abortive per posta, sono solo alcune delle emergenze sostenute dall’Onu e che abbiamo descritto recentemente sulla Nuova Bussola.

La nuova “piattaforma di emergenza” centralizzerebbe un’immensa quantità di potere e influenza, dando alle Nazioni Unite, al suo segretario e alle lobby, che già ne condizionano le decisioni, un controllo sulle vite, le libertà e i diritti dei cittadini dell’intero pianeta. I governi italiano ed europeo devono difenderci ora, prima che sia troppo tardi.