Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
REFERENDUM

Londra può perdere tre secoli di storia

Unite da più di tre secoli, Scozia e Inghilterra potrebbero separarsi con il referendum di domani. Per gli inglesi non sarebbe una gran perdita economica e, dal punto di vista delle istituzioni, Elisabetta II continuerebbe a regnare su entrambe le nazioni. Ma per gli inglesi sarebbe uno shock emotivo per quello che la Scozia ha rappresentato sinora.

Esteri 17_09_2014
Union Jack: perderà il blu scozzese?

La Scozia è pari a circa un terzo del territorio della Gran Bretagna, ma ci vivono soltanto poco più di cinque dei circa 60 milioni di abitanti della grande isola. Anche tenendo conto dei poco più di tre milioni di abitanti del Galles, i britannici sono dunque in larghissina maggioranza inglesi o comunque stanziati in Inghilterra. Da un punto di vista demografico la prospettata indipendenza della Scozia, oggetto del referendum che avrà luogo dopodomani, equivale pertanto non al dimezzamento del Paese ma solo al distacco di una sua porzione minore. In termini di pura finanza pubblica, pur tenendo conto del conseguente venir meno degli introiti fiscali relativi al petrolio estratto in Scozia, l’eventuale distacco sarebbe addirittura di sollievo per le casse del governo di Londra: non solo infatti la Scozia è molto più povera e meno sviluppata dell’Inghilterra ma il bilancio tra quanto paga in imposte al governo britannico e quanto ne riceve in termini di spesa pubblica è a suo favore. Ciò significa che in tal senso perdere la Scozia sarebbe per Londra un buon affare. Considerato poi che la futura possibile Scozia indipendente continuerebbe a far parte dell’Unione Europea, dal punto di vista del mercato e dello spazio economico la situazione non cambierebbe. Essendo infine ovvio che la futura possibile Scozia indipendente farebbe parte del Commonwealth, il suo capo di Stato continuerebbe a essere Elisabetta II, anche col titolo di regina di Scozia se il nuovo Stato scegliesse di mantenere forma monarchica.

Perché mai allora tanta emozione se non passione sta suscitando in Inghilterra l’eventuale distacco della Scozia? Soprattutto per profondi motivi di ordine simbolico. Le cornamuse, il kilt, il plaid, i wiskies scozzesi, la parte di primo piano che le fanterie scozzesi ebbero nelle guerre di conquista e poi nel presidio dell’Impero britannico: tutto ciò resta profondamente impresso nella memoria comune degli inglesi e fa loro sentire, al di là di ogni questione immediata, l’eventuale distacco della Scozia come una perdita di grande peso emotivo. C’è qualcosa di patetico nell’appello congiunto con cui i leader dei maggiori partiti politici inglesi hanno promesso agli scozzesi, se non se ne andranno, un ampliamento senza precedenti della loro autonomia, così ipso facto riconoscendo di averli sin qui trattati in modo non soddisfacente. Però la dice lunga sui sentimenti che agitano l’opinione pubblica inglese alla vigilia di questo referendum. Il Regno Unito è tale perché nacque nel 1707 da un’unione di corone tra i due regni che era già iniziata nel 1603. Anche se poi nel 1800, con l’aggiunta dell’Irlanda, l’integrazione fra le sue varie componenti divenne ancor più forte, del Regno Unito la Scozia continuava ad essere uno dei due membri originari. Peraltro il regno di Scozia è tale ancora oggi, con un suo proprio diverso diritto e altre particolarità. Non si tratta dunque per gli scozzesi di inventarsi uno Stato bensì di ricuperare eventualmente la sovranità di uno Stato che c'è già.

Tra l’altro il Regno Unito nacque sotto una dinastia scozzese, anche se poi l’ovvio ben maggiore peso dell’Inghilterra provocò un assoggettamento di fatto della Scozia a Londra e la sua scomparsa dalla scena europea come soggetto autonomo: si chiuse così un’epoca che l’aveva vista presente in Europa con un ruolo ben maggiore di quello che ci si sarebbe potuti attendere. Tutto ciò è stato da sempre origine di un disagio degli scozzesi che però, andando di pari passo con la consapevolezza dell’inevitabilità dell’assoggettamento al grande vicino inglese, trovava sfogo per lo più in forme di orgoglio localistico e di generica “fronda”. In questi ultimi anni, dopo che ormai da parecchio tempo la Gran Bretagna è l’ombra di quella che fu, un numero crescente di scozzesi pensa invece che tale assoggettamento abbia cessato di essere inevitabile. Vedremo domani se sono la maggioranza della popolazione del paese.