ITALIA
L'onda della recessione chiede nuove ricette
Rilanciare l'economia è complesso perché i problemi sono strutturali,
a cominciare dalla stagnazione demografica, che tutti ignorano.
a cominciare dalla stagnazione demografica, che tutti ignorano.
Editoriali
27_02_2012
E' ormai sicuro: il 2012 sarà per l'economia italiana un anno di frenata. Già gli ultimi due trimestri del 2011 si sono chiusi con un segno negativo per il prodotto interno lordo e si è verificata così la condizione per cui si possa "tecnicamente" parlare di recessione. Ma l'andamento di fine 2011 è stato tale da condizionare anche i primi mesi di quest'anno senza che peraltro si intravedano novità particolari da poter indicare una possibile inversione di tendenza.
E in effetti la manovra "salva Italia" varata all'inizio di dicembre dal Governo Monti da una parte ha evitato di far cadere il Paese (e probabilmente anche l'Europa) in una gravissima crisi finanziaria, ma dall'altra con l'aumento delle tasse e i tagli alla spesa pubblica ha creato le condizioni per nuovi cali della domanda interna e per la riduzione del flusso di investimenti pubblici e privati. E non si può peraltro dimenticare che in questo 2012 si sommano anche gli effetti delle manovre varate in estate dal Governo Berlusconi anch'esse basate sui tagli alle spese e sull'aumento delle entrate.
Il dibattito sulla riforma del mercato del lavoro è in questa prospettiva molto significativo: sarebbe infatti necessario trovare tutte le strade possibili per offrire maggiori possibilità di impiego ai giovani non solo e non tanto attraverso incentivi diretti quanto migliorando le potenzialità competitive delle imprese, offrendo strumenti per aumentare la produttività, riducendo i costi occulti sul lavoro. E invece gli incontri tra le parti sociali e il Governo sembrano proseguire sull'onda della più scontata difesa dell'esistente.