Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Francesca Saverio Cabrini a cura di Ermes Dovico
SPAGNA

Lo studio sulla Sindone smentito dalla Sindone

Un professore di chirurgia plastica afferma che nella Sindone è visibile “il gesto di una persona che sta cercando di alzarsi dalla posizione supina”. Una tesi che non risponde alla domanda sulle tracce della Risurrezione e che viene smentita dalla scienza. Ma anche dalla Sindone stessa perché quella non è l'immagine di un corpo che sta per rialzarsi. ESPAÑOL

Ecclesia 12_02_2020 English Español

Che la Sindone susciti l’interesse dei medici è cosa risaputa e anche perfettamente comprensibile: c’è l’impronta di un cadavere, c’è il suo sangue. Ma la domanda che molti si pongono va oltre: “La Sindone può mostrare qualche traccia della risurrezione?” Per rispondere, ecco ora scendere in campo un professore spagnolo di Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva presso la Clinica della Universidad de Navarra di Pamplona (Spagna), Bernardo Hontanilla Calatayud.

Per la ricostruzione tridimensionale del corpo avvolto nella Sindone, egli si è basto sulla statua del Cristo giacente dello scultore spagnolo Juan Manuel Miñarro López e ha eseguito diversi test su soggetti maschi di età compresa tra 30 e 40 anni, con un fenotipo atletico, tra 1,70 e 1,80 metri di altezza, a cui è stato chiesto di alzarsi partendo dalla posizione supina. In base a questi esperimenti, egli afferma che la Sindone “mostra entrambi i segni della morte e della vita di una persona che ha lasciato la sua immagine stampata in un momento in cui era vivo”.

Il suo articolo è stato pubblicato sulla rivista Sciencia et Fides 8(1)/2020 che è una pubblicazione congiunta della Nicolaus Copernicus University di Toruń (Polonia) e dell'Università di Navarra. Era dunque necessario un parere autorevole sul suo contenuto e sulle sue conclusioni, parere subito espresso da Alfonso Sanchez Hermosilla, medico forense e antropologo forense, professore di Medicina e Antropologia Forense presso l’UCAM, Universidad Católica San Antonio di Murcia (Spagna).

Secondo Hontanilla Calatayud, nell’immagine sindonica è visibile “il solito gesto di una persona che sta cercando di alzarsi dalla posizione supina”. Egli giunge a questa conclusione dopo aver messo in discussione la rigidità post mortem in un uomo traumatizzato, stanco, sfinito, dissanguato, disidratato e senza riserve di glicogeno. In questi casi, secondo il suo parere, la rigidità è precoce, debole e scompare rapidamente; dopo 30 ore il cadavere avrebbe già iniziato a decomporsi, quindi la risurrezione deve essere avvenuta fra le 18 e le 30 ore dopo la morte, dunque entro le 3 della notte fra il sabato e il giorno seguente, che lui già chiama domenica.

Il capo flesso in avanti e le ginocchia piegate che si osservano sulla Sindone non sarebbero dovute alla rigidità cadaverica che aveva fissato quella posizione sulla croce, ma al movimento di Gesù che si stava alzando. La ricostruzione della sepoltura fatta da Hontanilla Calatayud prevede la forzatura non solo delle braccia, necessaria perché rimaste aperte sulla croce, ma anche del capo chino e delle ginocchia flesse, che sarebbero stati facilmente riportati a una posizione naturale grazie alla debole rigidità.

“Sembra ragionevole che l'indagine sulle tele con cui è stato avvolto un cadavere sia condotta da scienziati con esperienza nei cadaveri e non da altri che non lavorano con i cadaveri e non hanno esperienza con essi”, sottolinea Sanchez Hermosilla, che invece opera in questo settore. “Non si può affermare che questa è la posizione unica di una persona che si alza dalla posizione supina; questa affermazione non è scientifica, questo dato è molto variabile. Ci sono altre opzioni possibili e probabili. Questo esperimento è inconcludente”.

Per sostenere la sua tesi, secondo cui la persona avvolta nella Sindone era viva al momento della formazione dell'immagine, Hontanilla Calatayud si sofferma anche sui solchi naso genieni e naso labiali del viso che possono essere visti sulla Sindone. Egli sostiene che la presenza di entrambi i segni sul volto sindonico è più simile a quella di una persona vivente, poiché “in un cadavere recente la muscolatura facciale si rilassa e i solchi scompaiono”. “Questa informazione è imprecisa”, obietta Sanchez Hermosilla. “In un cadavere non si rilassano i muscoli facciali o scompaiono i solchi facciali, specialmente se ha la rigidità cadaverica. Nella mia esperienza professionale come medico legale, ho visto molti cadaveri che per le loro caratteristiche sembravano essere ancora vivi”.

“Un altro dato impreciso”, prosegue Sanchez Hermosilla, “è che l'autore non può sapere in quale momento è stata prodotta l'immagine sindonica, manca di dati scientifici su cui basarsi. L'immagine è stata prodotta da un cadavere, non da una persona vivente: in effetti, non respirava, altrimenti l'immagine non sarebbe chiara ma sfocata”.

L’imprecisione che caratterizza l’articolo di Hontanilla Calatayud diventa pura fantasia su un’affermazione non del campo medico, ma riferita al Vangelo e dunque verificabile da chiunque. “Se consideriamo il racconto evangelico, l'immagine non potrebbe essere formata prima delle ore 8-10 del sabato (18 ore post mortem) dal momento che, come scritto nei Vangeli, gli ebrei sanno che un membro del sinedrio (Giuseppe di Arimatea) ha seppellito il corpo in un sepolcro suo, hanno paura che venga rubato. Quella conversazione con Pilato si è svolta sabato mattina in cui, dopo essersi incontrati, chiedono una guardia a Pilato per andare a vegliare sulla tomba per almeno tre giorni (Matteo 27:62). Questo era ciò che Gesù aveva annunciato.

Pertanto, la mattina dello stesso sabato, senza rispettare il riposo della giornata così come indicato, sono andati a controllare innanzitutto che durante la notte precedente il furto non si fosse verificato. Avranno aperto la tomba, avranno sollevato il lenzuolo che copriva il corpo, controllando che fosse Lui e nessun altro e che era ancora morto e quindi avranno chiuso la tomba mettendo il sigillo del sinedrio (Matteo 27:67)”.

Nel Vangelo l’apertura della tomba e il controllo da parte degli ebrei non ci sono, ma proprio per questo motivo, secondo Hontanilla Calatayud, per l’immaginaria verifica da parte degli ebrei che sollevano il lenzuolo e vedono il corpo, la risurrezione non può essere avvenuta prima di quelle ore mattutine del sabato. Basterebbe solo questo passaggio a far cadere il presunto livello scientifico dell’articolo…