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BARCELLONA

Lo stadio Camp Nou come ideale di vita

L’inusitata visita al Campo sportivo insieme con giovani amici mi fa riconoscere che l’ideale dello sport non chiude ma apre verso un altro orizzonte. L’entusiasmo è un razzo lanciato. Chi si entusiasma fa un passo verso Dio.

Cultura 14_07_2014
Il Barcellona festeggia

Si può andare a Barcellona e non visitare lo stadio della città, il grande Camp Nou dalle mille imprese vittoriose? Insieme con un manipolo di giovani, non si può. Bellissima la Sagrada, bella tutta Barcellona, ma a un quarto d’ora di metropolitana lo stadio attira come una calamita. Immaginavo una costruzione imponente ma vuota, silenziosa negli spazi deserti. In un giorno qualsiasi, la sorpresa sono le comitive di curiosi, pari alle folle incontrate nei luoghi famosi della città, con un denso prevalere di giovani. Gli immensi e armoniosi spalti dell’anfiteatro e il tiratissimo tappeto verde, ma non solo; il market con sfilate di magliette e cassettoni pieni di scarpe e palloni, tavoli ricchi di gadget e coppe, tabelloni schierati per ogni dove con le foto dei calciatori; il museo, con le glorie del Barcellona club dagli anni venti al presente: dappertutto drappelli di giovani guardano, commentano, sgambettano, fotografano e si fotografano.

Un fremente ideale di vita, diffuso e condiviso, uno spettacolo permanente di memorie e persone. Vale? O cade a pezzi come il Brasile della semifinale? Papa Francesco ha appena detto ai giovani di Campobasso che il cuore umano “aspira a cose grandi, a valori importanti, ad amicizie profonde, a legami che si irrobustiscono nelle prove della vita anziché spezzarsi. L’essere umano aspira ad amare e ad essere amato, definitivamente… La cultura del provvisorio non esalta la nostra libertà, ma ci priva del nostro vero destino”. Il Papa spinge avanti: “Non accontentatevi di piccole mete! Aspirate alla felicità, abbiatene il coraggio, il coraggio di uscire da voi stessi e di giocare in pienezza il vostro futuro insieme a Gesù”.

L’inusitata visita al Campo sportivo insieme con giovani amici mi fa riconoscere che l’ideale dello sport non chiude ma apre verso un altro orizzonte. L’entusiasmo è un razzo lanciato. ‘La parola entusiasmo – spiega il Papa - viene dal greco e vuol dire avere qualcosa di Dio dentro; essere dentro Dio’. Chi si entusiasma fa un passo verso Dio. ‘Costruire cose grandi e solide’ si può solo insieme a Gesù. Come sempre nella vita, occorre qualcuno che, mentre ci accompagna nei brevi entusiasmi della giovinezza (e delle altre età della vita….), non abbia timore di spalancarci a ‘Gesù Cristo, nostro fratello maggiore, che non toglie autonomia o libertà” ma, “irrobustendo la nostra fragilità, ci permette di essere veramente liberi, liberi di fare il bene, forti di continuare a farlo, capaci di perdonare e capaci di chiedere perdono”. Anche una visita a un Campo sportivo può segnare un tratto del ‘camminare la vita’.