OCCHIO ALLA TV
Lo sport come fossimo noi
La moltiplicazione dei punti di vista resa possibile dal progresso tecnologico ci ha ormai abituato a vivere anche lo sport in televisione come se fossimo diretti protagonisti...
Occhio alla Tv
27_06_2011
La moltiplicazione dei punti di vista resa possibile dal progresso tecnologico ci ha ormai abituato a vivere anche lo sport in televisione come se fossimo diretti protagonisti. Questo effetto di presenza sul campo o in pista si accentua quando si tratta di motori. Le telecronache delle gare di Formula1 o di MotoGp, per esempio, ci coinvolgono non soltanto per la moltiplicazione delle telecamere lungo il tracciato, ma anche perché spesso mostrano la gara dal di dentro, come se fossimo noi a guidare una moto o a pilotare un bolide lanciato a più di 300 all'ora.
Chi ha assistito alle dirette delle gare di MotoGp e di Formula1 in questo fine settimana, è caduto con Simoncelli e Lorenzo, ha subito incidenti in curva con Schumacher, ha sorpassato alla guida della sua Formula1 altri concorrenti, insomma ha in qualche modo preso parte attiva allo spettacolo.
Nella sintassi delle immagini, attraverso l’inquadratura soggettiva – che fa coincidere il punto di vista dello spettatore con quello di uno dei protagonisti – lo spettatore è chiamato a calarsi nei panni del personaggio, dell’atleta o del concorrente impegnato in quel momento nella competizione.
Questo effetto da un lato coinvolge lo spettatore in modo sempre più diretto, facendolo quasi sentire protagonista di manovre, sorpassi ed eventuali collisioni. Dall’altro lato a lungo andare rischia di snaturare il rapporto fra lo spettatore e l’evento a cui egli assiste, in quanto molto spesso l’inquadratura che ci si trova di fronte somiglia in tutto e per tutto a quella di un videogame.