Lo sport ci salverà dalla cronaca nera
Giornali e tg sono pieni di tristi cronache politiche e di squallide storie di cronaca nera. Non invoco certo la censura, ma mi rallegro delle vendite della Gazzetta dello Sport...
Aprendo un giornale, accendendo la Tv per seguire un Tg o un talk show si ha l’impressione che la metà dello spazio sia occupato dalla piccola cronaca politica nostrana, in queste settimane triste e squallide.
L’altra metà dalla cronaca nera: ragazze in fondo al pozzo, delittacci in famiglia… So di scandalizzare i politicamente corretti dicendo che verrebbe da rimpiangere le veline fasciste di Starace il quale stabiliva ciò che i giornali potevano o non potevano pubblicare. Non è vero però che fosse vietato parlare di cronaca nera.
Era vietatissimo – questo sì – mettere in pagina i suicidi, perché nessuno poteva essere depresso durante l’era fascista, e devo dire che c’erano delle solide ragioni: evitare un’ulteriore sofferenza ai parenti non facendo trovare loro in pagina il nome e la foto del congiunto, e soprattutto evitare il possibile effetto imitazione.
Quando facevo il cronista alla Stampa, a Torino, tutti giornali della città si erano accordati per non pubblicare le notizie dei suicidi. Quanto alla cronaca nera sotto il fascismo, non c’era la proibizione di parlarne, ma lo si doveva fare dando un rilievo limitato alle notizie, non più di due colonne, senza enfasi e soprattutto senza tornare sull’argomento con una serie di articoli.
Oggi decine di inviati si accaniscono sul familiare dell’assassinato di turno, fanno a gara ad alzare il lenzuolo pietosamente steso sul cadavere della vittima, scandagliano ogni particolare, trasformano la realtà in un reality show, finiscono per arrampicarsi sui vetri, per vedere anche ciò che non c’è. La sovrabbondanza di particolari e la legge della concorrenza fanno sì che si verifichi una gara al peggio.
Mi sono sempre chiesto che cosa possano davvero interessare questi bassifondi di umanità scandagliati fino all’osceno. È pur vero che l’interesse c’è e dunque, allergico come sono ad ogni auspicio buonista, non farò esortazioni per dire che giornali e Tv dovrebbero occuparsi soprattutto di cultura. So pure che qualsiasi altro auspicio alla moderazione sarebbe impotente, tutti parlerebbero di Minculpop, direbbero che invoco la censura…
Bisogna allora rassegnarsi e ricordare che è una disastrosa illusione illuminista quella di credere che ci sia una soluzione per tutto ciò che ci sembra negativo. Faccio notare però che ci sono anche degli spiragli di speranza.
Parlo, naturalmente per paradosso. Ma non del tutto…La Gazzetta dello Sport, ad esempio, non risente della crisi e sta diventando il primo quotidiano italiano, anche senza i delitti in famiglia. Me ne rallegro, pur non essendo affatto un lettore di notizie sportive. Ma meglio appassionarsi di calcio e ciclismo piuttosto che darsi a morbosi scandagli di psicologie di omicidi. Faccio anche notare che il settimanale che sembra non conoscere recessione e calo di copie, mentre ogni altro è in declino, è la vecchia, classicissima Settimana enigmistica, anche questo senza cronaca nera nelle sue pagine. Per passare il tempo molto meglio cruciverba e rebus dell’ennesima paginata o videata imbrattata di sangue.
(testo raccolto dalla redazione e non rivisto dall’autore)