Lo scientismo del Comitato olimpico
Il regolamento del Comitato olimpico ha adoperato considerazioni scientifiche sbagliate, cadendo nello scientismo.
Alle Olimpiadi di Parigi abbiamo visto il ritorno in grande stile dello scientismo. Il regolamento del Comitato olimpico, ammettendo la possibilità di gare sportive egualitarie per maschi e femmine, ha adoperato considerazioni scientifiche sbagliate mentre la scienza, quella vera, chiarisce che la diversità cromosomica tra maschio e femmina ha obiettive conseguenze sulla diversità dello sviluppo dei soggetti coinvolti. Del resto, tutta l’ideologia gender, quando pretende di fondarsi anche sulla scienza, è una forma macroscopica di scientismo.
Lo scientismo è la morte e la trasfigurazione della scienza nell’ideologia. Per ideologia si intende la parte che vuole valere per il tutto. Per esempio, quando si pretende che la scienza dica qualcosa di vero sulla creazione del mondo dal nulla, oppure che possa stabilire che il feto umano non sia persona, o quando, tramite le neuroscienze, pretende di negare l’esistenza dell’anima… ecco, in questi casi essa pretende di non essere la parte, ma di valere per il tutto, ossia di poter dare risposte non solo a domande settoriali ma a domande che riguardano il tutto, cosa che invece compete alla filosofia e alla religione. Lungo la storia del pensiero si sono avuti moltissimi tentativi di scientismo. Pensiamo all’evoluzionismo che ha preteso di diventare da ipotesi scientifica una filosofia onnicomprensiva della realtà, oppure al meccanicismo che ha trasformato una scienza – la meccanica – in una filosofia onnicomprensiva.
Questo è lo scientismo di cui si rende protagonista la stessa scienza quando esorbita dai propri limiti e diventa ideologia per incontinenza, potremmo dire. È però anche scientismo quando la politica utilizza strumentalmente la scienza a supporto dei propri obiettivi di interesse particolare. Un esempio macroscopico lo abbiamo sperimentato durante il Covid e, adesso, alle Olimpiadi in relazione a gare sportive tra atleti geneticamente maschi e femmine. La tesi del Cio, secondo cui basterebbe ridurre l’esposizione al testosterone prima delle gare per ridurre la diversità tra maschie femmine o annullarla, non ha sufficienti basi scientifiche, ma è stata ugualmente accolta per altri motivi. Si tratta di scientismo perché la politica fa dire alla scienza più di quanto possa dire.
Stefano Fontana