Livello del mare, il Vaticano dà i numeri
Nel documento finale della Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze si legge che se non si interviene sul clima si potranno raggiungere aumenti di temperatura fino a 5-6°C e un innalzamento del livello del mare addirittura fino a 60 metri, una cifra praticamente assurda. Unica via d'uscita: farlo passare come un refuso.
A seguito della sessione plenaria 2018 svoltasi dal 12 al 14 novembre, alcuni membri della Pontificia accademia delle scienze (primo fra tutti, il cancelliere mons. Sorondo) hanno firmato una Dichiarazione finale di sfrenato catastrofismo climatico, nella quale, al paragrafo III, si prevede che nei prossimi 25 anni l'intensificazione degli eventi meteorologici estremi causati dal riscaldamento globale antropogenico (AGW) potrebbe “esporre più di un miliardo e mezzo di persone (il 20% della popolazione) a stress termici mortali e ad altri rischi per la salute”.
Si sa che uno degli assilli dei sostenitori dell'AGW riguarda la crescita del livello del mare; e infatti nel medesimo paragrafo della Dichiarazione si prevede pure il “rischio che le emissioni di gas serra, procedendo di questo passo, possano spingere il pianeta in uno “stato di serra” [hothouse state], con temperature più alte di 5-6 °C e fino a 60 m [sessanta metri, nientemeno! ndr] di innalzamento del livello del mare”.
Ma come stanno davvero le cose? Come è cambiato il livello del mare nel XX secolo? Che accadrà nel XXI? E in tutto ciò che parte ha l'uomo?
La climatologa Judith Curry si è sforzata di rispondere a queste domande in un ampio studio, appena pubblicato, condotto esplorando la letteratura scientifica al riguardo. Del suo lavoro – che merita lettura integrale - Curry ha fornito una sintesi sul suo blog.
Ecco le conclusioni principali.
1) L'aumento recente del livello del mare (a partire dal 1993) è inusuale?
“Le evidenze disponibili mostrano quanto segue:
- Il livello del mare pare fosse più alto di quello attuale all'epoca dell'Optimum climatico dell'Olocene (circa 5000 anni fa), almeno in alcune regioni.
- I mareografi mostrano che il livello del mare ha cominciato a salire durante il XIX secolo, dopo diversi secoli caratterizzati dal raffreddamento e dal declino del livello del mare. I mareografi mostrano pure che i tassi di innalzamento globale medio del livello del mare tra il 1920 e il 1950 furono simili ai tassi recenti.
- La ricerca recente ha concluso che non vi è alcuna prova consistente o cogente che i recenti tassi di innalzamento del livello del mare siano inusuali nel contesto dei rilevamenti storici risalenti fino al XIX secolo disponibili in Europa” (pag. 71, corsivo nostro).
2) L'aumento del livello del mare è causato dal riscaldamento globale prodotto dall'uomo?
La figura 4.1 di p. 22 mostra che “i livelli globali del mare crebbero costantemente molto prima che le emissioni da combustibili fossili diventassero ragguardevoli. Poiché le emissioni di CO2 non sono diventate significativamente cospicue se non dopo il 1950, comprendere le cause del recente innalzamento del livello del mare è chiaramente molto più complesso rispetto alla ingenua, semplicistica [naïve] attribuzione ai livelli crescenti di CO2 in atmosfera” (pagg. 21-22).
E ancora: “La crescita relativamente lenta delle emissioni da combustibili fossili prima del 1950 non ha contribuito significativamente all'innalzamento del livello del mare osservato nel XIX secolo e all'inizio del XX” (pag. 33, corsivo nostro).
Dal 1993 circa si è registrata un'accelerazione nella crescita del livello del mare, che si è portata a un tasso di circa 3 mm all'anno. Quanto all'attribuzione all'uomo di questa accelerazione, l'Autrice rimarca che “vi è una sostanziale variabilità multi-decadale negli andamenti del cambiamento del livello del mare, inclusa quella che pare essere un'oscillazione di 60 anni. Tale variabilità rende difficile [confound] l'attribuzione dell'accelerazione nell'innalzamento del livello del mare a un cambiamento climatico causato dall'uomo... In sintesi, non è stato ancora raggiunto un consenso scientifico su come l'accelerazione nell'innalzamento del livello del mare possa essere separata dalla variabilità interna del clima” (p. 34, corsivo nostro).
Vale a dire: non c'è alcun consenso scientifico sull'esistenza di prove stringenti o almeno consistenti le quali mostrino che il recente andamento del livello del mare non dipenda solo dall'amplissima variabilità naturale interna al sistema, ma (anche o principalmente) da un cambiamento climatico causato dall'uomo.
3) Quanto crescerà il livello del mare nel XXI secolo?
“Più il valore [previsto di innalzamento del livello del mare entro il 2100] è superiore a 2 piedi [cioè a 0,6 metri], più è debolmente giustificato [su base scientifica].
Valori superiori a 5 piedi [cioè a 1,5 m] richiedono il verificarsi di una cascata di eventi estremamente improbabili o impossibili, la probabilità congiunta dei quali è ragionevolmente nel campo dell'impossibile” (pag. 71, corsivo nostro)
Si tenga inoltre presente che l'attendibilità di queste previsioni dipende notevolmente dal fatto che “i modelli climatici prevedano una quantità corretta di incremento delle temperatura” per il XXI secolo. E va obiettivamente riconosciuto che “ci sono numerose ragioni per ritenere che i modelli climatici stanno prevedendo per il XXI secolo un riscaldamento irrealistico, esagerato” (pagg. 71-72; a proposito della scarsa affidabilità predittiva dei modelli climatici si può vedere, sul blog di Judith Curry, questo documentato contributo).
In ogni caso, in letteratura scientifica il peggiore scenario quanto all'innalzamento del livello del mare entro il 2100 è di circa 5 metri (vedi pag. 43). A pag. 42 l'Autrice scrive che 60 metri di innalzamento del livello del mare si stima sarebbe l'effetto dello scioglimento integrale dei ghiacci dell'Antartide.
In conclusione: poiché è da considerarsi ragionevolmente impossibile che sia azzeccata una previsione di crescita del mare per il XXI secolo superiore a circa 1,5 metri, figuriamoci che cosa si debba pensare del credito che gli accademici pontifici firmatari della menzionata Dichiarazione tributano a una previsione di crescita... “fino a 60 metri”.
Vogliamo credere che questa non sia l'ennesima riprova del catastrofismo fantaclimatico cui mons. Sorondo ha consegnato la Pontificia accademia, ma che si tratti soltanto di un errore di stampa malandrino. Non possiamo credere, infatti, che gli accademici pontifici pensino davvero che nei prossimi decenni l'Antartide possa sciogliersi integralmente... e per giunta a causa dell'uomo! (Alessandro Martinetti)