Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Brigida di Svezia a cura di Ermes Dovico

VISTO E MANGIATO

L'Isola di Barbana, di là dal mare

La sua bella chiesa neoromanica
fu progettata dall’architetto Silvano Barich. Conserva affreschi di gusto moderno
e testimonianze artistiche dei precedenti luoghi di culto.

Visto e mangiato 16_07_2011
Isola di Barbana
opera arte

Proprio durante il mese di luglio l’Isola di Barbana (raggiungibile in venti minuti da Grado con un servizio regolare di navigazione che parte dal Canale della Schiusa), conosce una grande affluenza di pellegrini e visitatori. La prima domenica del mese di celebra il Perdòn di Barbana, la processione di barche da Grado all’isola per ricordare le grazie ricevute nel lontano 1237, quando una grave pestilenza mieté vittime nella regione. Il santuario che sorge sulla piccola isola della laguna di Grado è quindi di antica origine, anche se oggi la chiesa aperta al culto risale ai primi anni del XX secolo.

Tutto ebbe origine tra il V e il VII secolo: l’isola stessa e il primo romitaggio che vi si insediò. È in questo periodo che mare a terra della costa giuliana subirono ripetuti avanzamenti e arretramenti che provocarono la nascita della laguna e delle sue isole.

Quando probabilmente il sito dell’attuale Barbana non era ancora staccato dalla terraferma era comunque abitato da eremiti e si ricordano i nomi di due sante figure, Barbano e Tarilesso, di cui il primo divenne poi eponimo dell’isola; Nel 582, secondo la tradizione, dopo una violenta mareggiata che risparmiò tuttavia la città di Grado, un’effige della Vergine fu ritrovata nei pressi delle capanne degli eremiti, e qui il patriarca di Grado fece erigere una prima chiesa (oggi in questo luogo si erge la Cappella del Bosco, a memoria del santo ritrovamento). Una prima comunità monastica, detta dei “barbaniti” resse il luogo sacro fino all’anno mille, quando subentrarono i benedettini. Nel frattempo Barbana era ormai diventata un’isola sulla quale chiesa e convento vennero ricostruiti più volte, a seconda delle esigenze della comunità. L’ultima tappa della lunga storia di Barbana è segnata dai frati francescani minori della provincia dalmata, a cui nel 1901 viene nuovamente affidata l’isola, che era già stata sotto la custodia francescana dal 1450, con una lunga interruzione tra il 1769 e il 1901.

Oggi chi sbarca a Barbana può visitare la bella chiesa neoromanica progettata dall’architetto Silvano Barich, che conserva la suo interno affreschi di gusto moderno e testimonianze artistiche dei precedenti luoghi di culto. L’altare maggiore é degli inizi del settecento e allo stesso secolo risalgono i pregiati altari laterali in stile veneziano. Più antica e ancor più preziosa è una statua lignea della Vergine, opera friulana della fine del Quattrocento, che ha preso il posto nella venerazione dei fedeli dell’antica immagine all’origine dell’intero complesso di culto, purtroppo perduta da secoli..
Accanto al santuario sorgono la casa di esercizi spirituali Domus Mariae, la Casa del Pellegrino, per l’accoglienza dei visitatori, la già ricordata Cappella del Bosco e la più recente Cappella della Riconciliazione. Tutto ciò in un contesto paesaggistico di grande bellezza, tra olmi, cipressi, bagolari, magnolie e pini marittimi, per un completo ristoro degli occhi e dell’anima.

papillon

PAPILLON CONSIGLIA
Una visita a
GRADO

Per gli acquisti golosi:
Merita la visita l'azienda Jolanda De Colò (via 1° Maggio, 21 • tel. 0432920321) di Palmanova, dove si possono trovare alcuni prodotti particolari e speciali quali fegato grasso d'oca, salame d'oca tradizionale kasher, tonno fresco rosso di Carloforte.

Per i vini:
L’azienda Vitas (Via San Marco, 5 • tel 043193083) è a Strassoldo, splendido borgo feudale fortificato tra Palmanova e Aquileia. La sede aziendale è ospitata in una storica dimora settecentesca, in un parco secolare con lungo viale di magnolie che si perde fra i vigneti. Nel corso degli ultimi anni l’intera superficie vitata è stata riorganizzata con sistemi di allevamento di moderna concezione. Grande, tra i vini, lo Chardonnay, dal colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, profumi intensi e caldi, bella acidità e nota minerale. Ottimo l'equilibrio e la vellutata sensazione finale. Da segnalare che invece a Percoto ha sede forse la più importante delle distillerie italiane: qui, infatti, la famiglia Nonino (tel. 0432676331) che dal 1897 prepara le sue grappe nell'antica distilleria

Per mangiare:
L’indirizzo è la Tavernetta all’Androna (calle Porta Piccola • ?tel. 0431 80950) di Grado. Da assaggiare la zuppa di crostacei e gnocchetti di polenta, i filetti di sardoni fritti su macedonia di verdura e il gelato ai fiori di campo.

Per dormire:
Un indirizzo affidabile è Grand Hotel Astoria (lg. S. Grisogono • tel. 0431 83550). Nel centro storico, a 50 metri dal mare, dispone di 124 camere, fra cui suite e junior suite, insonorizzate, con aria condizionata, frigo bar, tv satellitare, collegamento ad Internet. Garage coperto. L'albergo dispone di un centro talassoterapico a direzione medica, fitness, piscina panoramica e piscina termale entrambe con acqua di mare. Centro Congressi. Due ristoranti di cui uno panoramico.