L’Isis ha rivendicato l’attacco del 19 maggio alla chiesa di Michele Arcangelo a Grozny
È costato la vita a un fedele e a due agenti di polizia l’attentato del 19 maggio alla chiesa ortodossa di Michele Arcangelo in Cecenia rivendicato dallo Stato Islamico
Il 19 maggio l’Isis, lo Stato islamico, ha attaccato la chiesa ortodossa di Michele Arcangelo a Grozny, capitale della Cecenia. Nel pomeriggio, poco prima della funzione della sera, quattro uomini armati di coltelli, ordigni esplosivi e armi da fuoco sono entrati nell’edificio con l’intenzione di prendere in ostaggio i fedeli. L’intervento delle forze di sicurezza ha sventato il piano costringendo alla fuga i jihadisti. Nello scontro a fuoco gli attentatori sono stati tutti uccisi. Con loro hanno perso la vita un fedele e due agenti di polizia. Il presidente ceceno Ramzan Kadyrov, che si è recato sul posto, ha detto che tre jihadisti erano ceceni, ma il loro capo proveniva dall’Inguscezia, un’altra repubblica della Federazione Russa. Tutti e quattro erano ragazzi di 18-19 anni. Il capo dello stato ha aggiunto, citando informazioni di intelligence: “i terroristi hanno ricevuto da un paese occidentale l’ordine di eseguire l’attacco”. La Cecenia è uno stato a maggioranza islamica. Dopo la fine dell’Unione Sovietica, nel paese è nato un movimento indipendentista che ha combattuto due devastanti guerre di secessione, l’ultima delle quali è terminata nel 2009. Da allora gli attentati sono diventati relativamente rari, ma difficoltà economiche, disoccupazione e corruzione favoriscono l’adesione all’Islam radicale. Il Mufti Ismail Berdiyev, presidente del Centro di coordinamento dei musulmani del Nord Caucaso ha condannato l’attacco: “è stato fatto durante il mese santo – ha detto – per destabilizzare la situazione. È il mese del Ramadan adesso. È il momento in cui non solo le guerre sono proibite, ma anche il linguaggio volgare è bandito”.