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SCENARI

L'invasione dei barbari è cominciata

L'assalto al campo rom di Torino mostra che il vero collasso del nostro Paese è morale. E il destino è la decadenza, diceva Ortega y Gasset.

Editoriali 14_12_2011
campo rom a torino dato alle fiamme

La vicenda del rogo della Continassa è una di quelle che lasciano senza parole.
Una ragazzina di sedici anni inventa uno stupro per coprire il suo primo rapporto sessuale, consumato in un garage con un ragazzo maggiorenne da un pezzo, proveniente da “una famiglia con problemi”. Accusa due rom che risiedono in una vecchia cascina abbandonata, la Continassa.
Solo che la sua bugia mette in moto un “corteo di solidarietà”, dal quale si staccano alcuni personaggi che incendiano la cascina Continassa, fortunatamente evacuata dalle famiglie che vi abitavano.


È una storia drammatica, grottesca, che ricorda quella narrata nel libro Il buio oltre la siepe, di Harper Lee. Solo che a Torino non è stato un ubriacone ad inventare la violenza sessuale, ma una sedicenne che non ha avuto il coraggio di assumersi le proprie responsabilità.

Di simile, in entrambe le storie, c'è l'incubo del linciaggio di innocenti,
ma poco importa che si tratti di innocenti. L'incubo è quello di una folla di cittadini per bene che si riuniscono per uccidere delle persone, senza verificare se siano colpevoli o meno, senza concedere loro la possibilità di difendersi, senza riconoscergli la dignità umana.

Tutto ciò avviene oggi, in Italia.

Siamo tutti preoccupati per il collasso economico del nostro paese, mentre il vero collasso è quello morale. La civiltà occidentale, l'ardita e delicata cattedrale costruita nei secoli sulle fondamenta della filosofia greca, del diritto romano e del cattolicesimo universale si sta sfaldando sopra le nostre teste, mentre dal sottosuolo riemergono la barbarie e il paganesimo.

Il filosofo spagnolo Ortega y Gasset aveva previsto la dissoluzione della nostra
civiltà fin dagli anni trenta del secolo scorso. Secondo il pensatore iberico, l'uomo moderno concepisce i frutti della civiltà, dei quali gode, come un prodotto spontaneo della terra, e non come l'esito di sforzi titanici operati dei suoi predecessori. Non li preserva, non se ne prende cura, non li coltiva con amore, pazienza e dedizione. Semplicemente li usa finché ce n'è, finché ne ha voglia. Si è trasformato da agricoltore in raccoglitore, percorrendo il percorso inverso della civiltà. È ridiventato barbaro, pagano.

«Se questo tipo umano continuerà a essere padrone dell'Europa
– scrive Ortega y Gasset – e sarà definitivamente lui a decidere, basteranno trent'anni perché il nostro continente retroceda alla barbarie. Le tecniche giuridiche e meccaniche si volatizzeranno con la stessa facilità con cui si sono perduti tanti segreti di fabbricazione. La vita intera subirà una contrazione. L'attuale abbondanza di possibilità si convertirà in effettiva mancanza, scarsità, impotenza angosciosa: in vera decadenza. Perché la ribellione delle masse coincide con quella che Rathenau chiamava "l'invasione verticale dei barbari"».

L'invasione dei barbari, dopo una lunga incubazione, è cominciata.