L’interrogatorio shock e l’infarto, muore la collaboratrice di Kaczynski
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La Procura polacca tira fuori un vecchio caso e interroga Barbara Skrzypek, collaboratrice di Jaroslaw Kaczynski, privandola della presenza dell’avvocato: una delle tante irregolarità. La donna, già fragile, è morta d’infarto tre giorni dopo. Sotto accusa i metodi di Tusk e compagni, che mirano a distruggere l’opposizione. Ue muta.

In Polonia, dopo la formazione del nuovo governo (13 dicembre 2023), Donald Tusk ha annunciato una Norimberga per l'opposizione, cioè per il partito, Diritto e Giustizia, che per otto anni ha governato la Polonia. Il primo ministro si è circondato di persone ossessionate dalla vendetta e per realizzarla ha mobilitato tutti gli organi dello Stato sotto il suo controllo, cominciando dalla magistratura e dal Ministero della Giustizia con a capo il ministro e procuratore generale Adam Bodnar.
All’estero questo tentativo di distruggere completamente l’opposizione, violando la Costituzione e le leggi, è stato presentato cinicamente come il «ripristino dello Stato di diritto». Tusk ha tentato di giustificare la violazione delle leggi dicendo che la sua è una «democrazia militante». Inoltre, ha dichiarato apertamente di essere pronto a infrangere la legge per ripristinare lo Stato di diritto. «Commetteremo atti che, secondo alcune autorità giudiziarie, saranno incoerenti o non pienamente conformi alle disposizioni di legge, ma ciò non ci esonera dall’obbligo di agire», affermava apertamente Tusk nel settembre 2024.
Gli attacchi all’opposizione si sono concentrati principalmente su un paio di persone: Zbigniew Ziobro, ex ministro della Giustizia, il suo vice Marcin Romanowski, e anche su Jaroslaw Kaczynski a capo di Diritto e Giustizia, il primo partito dell’opposizione che ha vinto le ultime elezioni con più del 34% dei votanti ma non è riuscito a formare il governo. La gestione del Fondo Giustizia (creato all’interno dell’omonimo Ministero) è servita da pretesto per gli attacchi contro l’ex ministro Ziobro e l’ex viceministro Romanowski. Proprio grazie ai finanziamenti del Fondo Giustizia, la Fondazione Profeto di padre Michal Olszewski stava costruendo il centro “Arcipelago – Isole libere da violenza” destinato ad aiutare le persone in situazioni economiche difficili, socialmente escluse e vittime di violenza e crimini. Padre Olszewski e due impiegate del Ministero della Giustizia sono stati arrestati e tenuti in prigione, senza accuse concrete, per ben sette mesi. Per tutti è ovvio che questo prolungamento dell’arresto “esplorativo” delle persone legate al Fondo Giustizia serviva per piegarle ed estorcere loro qualche “confessione” che avrebbe potuto compromettere Ziobro e Romanowski.
Ma in questi giorni l’opinione pubblica polacca è sconvolta da un altro caso della giustizia al servizio della politica che in qualche modo ha portato alla morte improvvisa, dopo un lungo interrogatorio, di una delle collaboratrici di Jaroslaw Kaczynski, Barbara Skrzypek, sua segretaria di lunga data, convocata come testimone. La Procura ha tirato fuori un vecchio caso riguardante il progetto immobiliare a Varsavia chiamato “Due torri” nel quale è stato coinvolto Kaczynski: un caso “rispolverato” per attaccare il capo dell’opposizione.
L’interrogatorio è stato scandaloso: l’avvocato di Skrzypek ha chiesto per due volte al pubblico ministero di consentirgli di partecipare all'interrogatorio, cosa consentita dalla legge, ma gli è stato negato per due volte, nonostante avesse spiegato che, a causa delle condizioni di salute della sua cliente, la sua presenza era giustificata dall’interesse della cliente stessa. Ma la procuratrice Ewa Wrzosek non ha dato il suo consenso e, di fatto, all’avvocato è stato chiesto di andarsene. All’interrogatorio non era presente la persona che avrebbe dovuto verbalizzare l’udienza. Il verbale è stato fatto dalla stessa Wrzosek (sic!) e la testimone non ha potuto leggerlo perché non aveva con sé gli occhiali.
Altrettanto scandaloso è il fatto che Wrzosek, che ha tenuto fuori l’avvocato della testimone, aveva con sé durante l’interrogatorio due legali dell’accusa. Per di più il colloquio non è stato registrato, perciò non si può confrontarlo con il contenuto del verbale preparato dal pubblico ministero.
Sabato 15 marzo, tre giorni dopo quell’interrogatorio molto anomalo, Barbara Skrzypek è morta. Kaczynski, che ha parlato con la sua segretaria per telefono dopo la convocazione in Procura, ha suggerito che la sua morte per infarto è conseguenza dell’interrogatorio e che i procuratori che l’hanno interrogata sono in qualche modo responsabili della morte di questa donna anziana, fragile e ammalata.
La morte di Skrzypek ha sconvolto anche il presidente polacco Andrzej Duda che ha collegato la faccenda della signora alla caccia agli oppositori dell’attuale governo e alla politica della democrazia militante di Tusk. «Non abbiamo bisogno di alcuna democrazia militante. Abbiamo bisogno di una Polonia in cui le persone non abbiano paura di andare in Procura per testimoniare, in cui le persone non abbiano paura della polizia, non abbiano paura dei servizi polacchi, perché hanno la sensazione interiore che, in quanto cittadini onesti, sono sotto la protezione di questi servizi, sono loro che dovrebbero servirli, proprio come la Procura polacca», ha affermato Duda.
Tusk, mentendo, ha affermato che adesso la magistratura non è politicizzata come nei tempi del governo di PiS. È più politicizzata che mai: tanti procuratori sono politicamente schierati e realizzano l’agenda politica del governo. E l’interrogatorio della signora Skrzypek lo dimostra chiaramente: davanti a sé, questa testimone ha trovato tre persone motivate politicamente.
La stessa Ewa Wrzosek ha preso parte alle manifestazioni di Piattaforma Civica, il partito di Tusk, contro il PiS allora al governo, ha promosso sui suoi social media uno slogan volgare contro Diritto e Giustizia (“fottere PiS”) e ha pubblicato altri messaggi d'odio. Per di più è legata in vario modo all’avvocato Roman Giertych, a capo della commissione di verifiche che dovrebbe controllare l’operato del precedente governo ma in pratica coordina la “caccia” ai politici, oggi all’opposizione. Ha appoggiato la sua candidatura per la carica di ministro della Giustizia e allo stesso tempo conduce procedimenti in cui Giertych è parte in causa.
Riguardo ai due legali in rappresentanza dell’imprenditore accusatore e che accompagnavano Wrzosek, si tratta dell’avvocato Jacek Dubois, simpatizzante dell’attuale governo, già candidato di Piattaforma Civica (il partito di Tusk) per il Tribunale di Stato; il secondo avvocato rappresentava il sopraccitato Giertych, un politico della coalizione governativa. Come possiamo parlare di un processo giusto quando di fronte ad un testimone si trovano persone così impegnate politicamente contro il partito dell’attuale opposizione?
In questo contesto suonano beffarde le parole del primo ministro Tusk che commentando la triste storia della morte di Barbara Skrzypek ha risposto alle obiezioni del presidente Duda: «Sono finiti i tempi quando il presidente, il primo ministro o il presidente del partito influenzavano le sorti delle indagini». Ma in Polonia la gente ormai si è già abituata a sentire Tusk che capovolge o nega la realtà.
Purtroppo, in Polonia i casi di intimidazioni, di perquisizioni, di processi, di privazioni dell’immunità parlamentare – con lo scopo non tanto nascosto di eliminare per via giudiziaria qualsiasi opposizione – si stanno moltiplicando. A Bruxelles non vedono, non sentono, non reagiscono…