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OCCHIO ALLA TV

L'incorreggibile Giacobbo

Ormai lo sappiamo, quindi non dovremmo più stupirci, anche se il fenomeno non può non darci fastidio: Roberto Giacobbo, ideatore e conduttore di “Voyager” (Rai2) spaccia per verosimili teorie che non hanno alcun fondamento scientifico, come sulla reincarnazione. L’unico modo per tollerare un programma come “Voyager” è non credere per principio a quello che racconta.

Occhio alla Tv 07_02_2012
Voyager

Ormai lo sappiamo, quindi non dovremmo più stupirci, anche se il fenomeno non può non darci fastidio: Roberto Giacobbo, ideatore e conduttore di “Voyager” (Rai2, lunedì ore 21.10) ricorre sistematicamente ai suoi cavalli di battaglia a caccia di ascolti: gli extraterrestri, il mistero delle Piramidi, i resti di Atlantide, il sacro Graal, la fine del mondo prevista dai Maya, la reincarnazione… Proprio alla reincarnazione è stata dedicata buona parte dell’ultima puntata.

Partendo
dalla – pur legittima e per certi aspetti naturale – domanda “Cosa ci aspetta dopo questa vita?”, sono state presentate alcune interviste ad alcuni medici e presunti esperti, in merito a casi di soggetti che ricorderebbero “dettagli incredibili di una vita precedente”. Per aggiungere pepe e suspense, Giacobbo è perfino andato a incontrare di persona uno psichiatra americano “che, attraverso una tecnica particolare, riesce ad accedere a una parte segreta e inaccessibile della nostra memoria, fino a scoprire tracce di un passato lontanissimo, nel tempo e nello spazio”.

Niente di nuovo, purtroppo, nelle congetture del conduttore e del suo staff. Sorprende ma non stupisce la disinvoltura con cui Giacobbo spaccia per verosimili teorie che non hanno alcun fondamento scientifico e che, proprio per questo, rischiano di essere altamente suggestive agli occhi (e alle coscienze) degli spettatori più ingenui. I quali non notano che, casualmente, sulla possibilità della reincarnazione e su molti altri argomenti che tratta nel programma il furbo conduttore ha scritto un libro. E i libri, si sa, si devono vendere.

L’unico modo per tollerare un programma come “Voyager” è non credere per principio a quello che racconta.