L’incendiario della cattedrale di Nantes uccide un sacerdote in Vandea
Emmanuel Abayisenga, originario del Rwanda, era stato rilasciato sotto controllo giudiziario ed era ospite della comunità religiosa di cui fa parte la vittima, padre Olivier Maire
Il corpo senza vita di padre Olivier Maire, provinciale superiore dei missionari di Monfortains, è stato rinvenuto la mattina del 9 agosto a Saint-Laurent-sur Sèvre, in Vandea, nell’ovest della Francia. A indicare il luogo dove si trovava il cadavere è stato il suo assassino che si è presentatoalla gendarmeria di Mortagne-sur-Sèvre e ha confessato il crimine. Si tratta di un uomo di 40 anni, originario del Rwanda, Emmanuel Abayisenga, lo stesso che nel luglio del 2020 ha dato fuoco alla cattedrale di Nantes, esasperato dal fatto che non gli veniva rinnovato il permesso di soggiorno e quindi doveva tornare nel suo paese che aveva lasciato otto anni prima. In attesa del processo previsto il prossimo anno, con la prospettiva di una condanna a diversi anni di carcere, a giugno era stato rilasciato sotto controllo giudiziario e la comunità religiosa di padre Maire si era offerta di ospitarlo. Il quotidiano “Avvenire” ricorda come il suo avvocato, Me Quentin Charbert, aveva commentato la notizia del rilascio: “questa liberazione dalla detenzione è una buona notizia, ma il mio cliente rimane fragile sia fisicamente che psicologicamente”. Il segretario generale della Conferenza episcopale francese, padre Hugues de Woillemont, ha espresso “dolore e incomprensione davanti all’omicidio”. Per ora non si conosce il movente che a spinto Emmanuel Abayisenga a uccidere chi si stava prendendo cura di lui anche se si parla di disturbi psichiatrici. La leader dell’estrema destra, Marine Le Pen, in un twett ha detto: “in Francia si può essere clandestini, incendiare la cattedrale di Nantes, non essere mai espulsi e diventare recidivi assassinando un prete: è il completo fallimento dello Stato”.