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Islam

L’impegno sociale delle donne cattoliche in Indonesia

Dalla sua fondazione la WKRI si batte per migliorare la condizione della donna in un contesto sociale reso difficile da pregiudizi e discriminazioni

 

 

L’Indonesia, con una popolazione di 279 milioni, è il più grande paese musulmano. La minoranza cristiana – circa 34 milioni di persone – subisce forme gravi di persecuzione. Anche se, grazie a efficaci politiche antiterrorismo, sono diminuiti nel corso degli anni gli attentati e le aggressioni, i gruppi estremisti restano influenti specialmente nelle aree rurali dove infatti ostilità, discriminazioni e vessazioni contro i cristiani sono più frequenti. I più vulnerabili sono i musulmani convertiti al Cristianesimo e le donne. Questa situazione non scoraggia i fedeli e in particolare le donne dallo svolgere un ruolo per quanto possibile attivo e propositivo nella società. Una delle associazioni cristiane più attive è la Wanita Katolik Republik Indonesia (WKRI), una organizzazione di donne cattoliche, la più antica del Paese, nata e cresciuta sotto l’influenza delle suore missionari francescane olandesi. Dalla sua fondazione nel 1924 è coraggiosamente impegnata nella difesa della dignità e del ruolo delle donne che, come è noto, nell’Islam subiscono discriminazioni e violazioni gravi dei diritti umani. Attualmente l’associazione conta più di 96mila associate. Durante il suo raduno nazionale, svoltosi all’inizio di novembre a Giakarta e che ha visto la partecipazione di centinaia di socie provenienti da tutto il Paese, la presidente uscente, Justina Rostiawati, ha proposto che l’attività della WKRI d’ora in poi vada oltre alla promozione della condizione femminile e si impegni nella denuncia e nella lotta contro la corruzione nel Paese, dilagante tra i funzionari governativi, causa principale della crescente povertà che colpisce soprattutto donne e bambini. Nel 2020, ultimo anno per cui esistono dati, il 22% dei minori soffriva di malnutrizione.