L'immagine di Gesù misericordioso compie 90 anni
È il 22 febbraio 1931 quando Gesù dice a suor Faustina: "Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi con sotto scritto: ‘Gesù, confido in Te!’...Prometto che l’anima che venererà questa immagine non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell’ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come mia propria gloria".
Da almeno il terzo secolo d. C. il 22 febbraio la Chiesa festeggia la “Cattedra di San Pietro”: si tratta di un’antichissima festa, che già nel quarto secolo è indicata come «Natale Petri de cathedra» , ma per una parte del mondo cattolico il 22 febbraio è diventato anche la festa di Gesù Misericordioso, cioè di quell’immagine di Gesù risorto dal cui costato, trafitto dalla lancia sulla croce, escono raggi rossi e bianchi: «Il raggio pallido rappresenta l’Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime…Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della Mia Misericordia quando sulla croce il Mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia…Beato colui che vivrà alla loro ombra, poiché non lo colpirà la giusta mano di Dio.”
È il 22 febbraio 1931 ed è Gesù che sta parlando a una giovane suora polacca, Faustina Kowalska, al secolo Elena, della Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia, terzogenita di dieci figli di una famiglia di poveri contadini del centro della Polonia. Pur quasi analfabeta, essendo potuta andare a scuola solo per qualche inverno, ciò non impedirà a Gesù che le parla fin dall’infanzia di sceglierla come Sua Segretaria e di farne la prima Apostola della Divina Misericordia, da Lui stesso definita come “l’ultima tavola di salvezza” per i peccatori.
L’immagine, mostrata per la prima volta da Gesù a Santa Faustina Kowalska, nella sua cella del convento di Plock, una cittadina sulle rive della Vistola, quest’anno festeggia, quindi, novant’anni e, come scrive la suora nel suo Diario, “La sera stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido. Dopo un istante Gesù mi disse: Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi con sotto scritto: ‘Gesù, confido in Te!’. Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella e poi nel mondo intero. Prometto che l’anima che venererà questa immagine non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell’ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come mia propria gloria.”
Suor Faustina riuscirà a realizzare tale richiesta solo tre anni dopo nel convento di Wilno, l’attuale Vilnius, allora città del territorio polacco, perché lì conoscerà don Michal Sopocko. Il sacerdote che diventerà non solo il suo confessore e direttore spirituale, ma anche il secondo Apostolo della Divina Misericordia e, che, oltre a imporle di tenere il famoso Diario (ritenuto una delle opere di mistica più importanti del secolo scorso), le presenterà pure il pittore, Eugeniusz Kazimirowski che nel 1934, dopo sei mesi di lavoro (suor Faustina e don Sopocko andavano continuamente nel suo studio a far fare modifiche), realizzerà il primo dipinto di Gesù Misericordioso.
Questo quadro verrà esposto al pubblico il 28 aprile 1935 che, in quell’anno, è la prima domenica dopo Pasqua cioè la Domenica in Albis e, quindi, in assoluto la prima Domenica della Divina Misericordia perché il Signore aveva detto alla Sua Segretaria: “Esigo il culto della Misericordia, con la solenne celebrazione di questa Festa e col culto all’immagine che è stata dipinta. Desidero che questa immagine venga solennemente benedetta la prima domenica dopo Pasqua e che riceva culto pubblico.” Suor Faustina, che è presente all’omelia di don Sopocko, ora Beato, morto nel 1975 (proprio il 15 febbraio, festa di San Faustino, n.d.r.), scrive sempre nel suo Diario che “Quando incominciò a parlare della grande Misericordia del Signore, l’immagine prese un aspetto vivo ed i raggi penetrarono nei cuori della gente riunita, però non in ugual misura, alcuni ricevettero di più, altri meno”.
Dopo pochi anni, però, quell’immagine, l’unica vista da Santa Faustina, scomparirà a causa della persecuzione religiosa e della chiusura delle chiese da parte delle autorità comuniste, che avevano invaso la Polonia e i Paesi limitrofi e si salverà solo grazie a una serie di viaggi e nascondimenti per riapparire poi al culto pubblico dopo la fine dell’URSS. Nel frattempo, però, è cominciata a circolare nel mondo un’altra immagine di Gesù Misericordioso dipinta, dieci anni dopo quella di Vilnius, da Adolf Hyla che la realizza a Cracovia guardando alcune foto dell’originale, creduto perduto per sempre. È questa seconda immagine di Gesù Misericordioso che verrà posta nel Santuario della Divina Misericordia a Cracovia ed è sempre una copia di questa che si trova ora in Santo Spirito in Sassia a Roma e nella maggior parte delle chiese e santuari.
Attualmente ci sono, quindi, nel mondo due immagini simili, ma diverse che rappresentano la Divina Misericordia e, com’era ovvio aspettarsi, si è aperta una diatriba: mentre il volto di Vilnius è sovrapponibile al Volto della Sacra Sindone, quello di Cracovia è più sorridente e confortante.
Partendo dal presupposto che il caso non esista e che quindi ci sia un motivo se la più diffusa nel mondo continua a essere l’immagine dipinta dopo la morte di Suor Faustina, per chiudere la controversia sarebbe sufficiente leggere il Diario: quando, infatti, la prima Apostola della Divina Misericordia, piangendo perché il dipinto di Kazimirowski non la soddisfaceva, aveva chiesto a Gesù “Chi può dipingerTi bello come sei?”, la risposta del Signore non si era fatta attendere: “Non nella bellezza dei colori né del pennello sta la grandezza di questa immagine, ma nella Mia grazia”.