Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Luigi Orione a cura di Ermes Dovico
Cristiani Perseguitati
a cura di Anna Bono
Africa

Liberi due sacerdoti rapiti in Nigeria

Sono stati liberati dalle forze di sicurezza che sono riuscite a individuare il luogo in cui erano detenuti e ad arrestare uno dei presunti colpevoli

 

Due sacerdoti che erano stati rapiti il 22 febbraio in Nigeria sono stati liberati l’8 marzo. Si tratta di don Matthew David Dutsemi, della diocesi di Yola, e don Abraham Saummam, della diocesi di Jilingo. Entrambi al momento del sequestro si trovavano nella canonica di Gwnda-Mallam, nello stato nordorientale di Adamawa, di cui erano ospiti. I malviventi li avevano prelevati all’alba. A liberarli è stata una operazione di polizia nel corso della quale è stato arrestato un presunto rapitore, Tahamado Demian, un membro della loro parrocchia. La polizia ha dichiarato che, grazie a operazioni mirate volte a individuare i nascondigli dei criminali in tutto il territorio dello stato, è stato possibile individuare a individuare il luogo, nel villaggio di Gweda-Mallam, in cui i due sacerdoti erano detenuti. Entrambi sono illesi e nessun riscatto è stato pagato per loro. La polizia durante l’operazione ha sequestrato un fucile, un telefono cellulare e diverse schede SIM. Commentando con una dichiarazione intitolata “La giusta indignazione per l’orribile omicidio di mio figlio” l’uccisione di un altro sacerdote, padre Sylvester Okechukwu, rapito nello Stato di Kaduna il 4 marzo e ucciso il giorno successivo, monsignor Julius Yakubu Kundi, vescovo di Kafanchan, aveva detto il 7 marzo: “non si tratta solo di un attacco alla Chiesa, ma soprattutto un affronto diretto ai valori di giustizia, pace e dignità umana.  Con profondo dolore e giusta indignazione, condanno, nei termini più forti, l'incessante e tragica ondata di rapimenti che ha preso di mira sacerdoti, agenti pastorali e fedeli. La diocesi è sommersa dall'angoscia e la terra è carica di rabbia. Per quanto tempo i nostri pastori e fratelli saranno braccati come prede? Per quanto tempo i nostri luoghi di culto diventeranno motivo di paura invece che santuari di speranza?”