Liberato dopo 30 mesi di carcere il pastore protestante Yang Hua
Yang Hua era stato condannato per “divulgazione di segreti di stato”, una sentenza che i suoi legali e la associazione China Aid hanno definito “barbarica persecuzione religiosa”
Il 19 giugno, dopo due anni e mezzo di prigionia e torture, il pastore protestante Yang Hua è stato scarcerato. Responsabile di una chiesa domestica non ufficiale, la Chiesa della Pietra vivente, era stato arrestato nel dicembre del 2015 durante un raid della polizia con l’accusa di ostacolo alla giustizia e disturbo dell’ordine pubblico mentre tentava di impedire la distruzione di un disco rigido di una comunità. In seguito l’accusa è stata trasformata in “possesso illegale di segreti di Stato” e infine in “divulgazione di segreti di stato”. Per un anno Yang è stato detenuto senza processo. Nel 2017 è stato condannato a 30 mesi di carcere. “Non è una sentenza – aveva commentato un avvocato della difesa – è una persecuzione. Le accuse non reggono, come potrebbe aver rivelato segreti di stato?” Dello stesso avviso l’associazione internazionale China Aid. Alla lettura della condanna il suo presidente, Bob Fu, ha dichiarato: “si tratta di null’altro che di pura barbarica persecuzione religiosa”. Secondo i suoi legali, Yang è stato torturato per estorcergli una confessione e i suoi famigliari hanno subito minacce. Durante la prigionia inoltre si è ammalato di vasculite e di diabete e non ha ricevuto cure adeguate: i medici hanno sottovalutato le sue condizioni e hanno tardato a intervenire permettendo alle malattie di aggravarsi. In Cina vivono almeno 68 milioni di protestanti; solo 23 milioni praticano la fede in comunità affiliate allo Stato.