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Islam

Libera la piccola Maha, rapita in Pakistan

Maha, che ha solo 12 anni, era stata rapita da un vicino di casa musulmano che l’ha costretta a firmare un contratto di nozze e la conversione all’Islam

È stata restituita alla sua famiglia Maha, la bambina cristiana di 12 anni rapita il 18 luglio in Pakistan. Ne dà notizia il Centre for Legal Aid Assistance and Settlement, una organizzazione che offre assistenza legale alle vittime di intolleranza religiosa. La bambina, che ha due fratelli e due sorelle, era sola in casa quando è stata rapita perché i suoi fratelli lavorano con il padre in una fornace e le sorelle come domestiche insieme alla madre. Sapendolo, ne hanno approfittato Muhammad Akmal e sua madre, vicini di casa musulmani. La madre di Akmal è andata a casa di Maha, ha bussato alla porta e, quando la bimba ha chiesto chi era, ha detto di essere la loro vicina e che doveva darle una cosa da parte di sua mamma. Maha ha aperto la porta e subito la donna l’ha afferrata, l’ha spinta su un rickshaw e l’ha portata via. Al ritorno a casa, i genitori di Maha non vedendola e non trovandola da nessuna parte si sono allarmati. Venendo a sapere che era stata rapita da Akmal, il padre Asif Masih ha denunciato il sequestro alla polizia. Entro pochi giorni Maha è stata trovata e liberata. “Però la polizia non ha preso provvedimenti contro Akmal – dice il padre – e adesso lui mi minaccia dicendo che Maha ormai è musulmana ed è sua moglie e quindi non può stare con noi”. Dal racconto della bambina si è appreso che al momento del rapimento la madre di Akmal le ha messo una mano sulla bocca e le ha ingiunto di non gridare o avrebbe fatto uccidere i suoi fratelli. Poi l’ha portata in una casa dove c’erano delle persone tra cui Akmal che le ha detto di mettere l’impronta del pollice su dei documenti senza spiegarle di che cosa si trattava. Più tardi le ha detto che era diventata sua moglie e che non era più cristiana, ma musulmana. Fino alla sua liberazione, Maha è stata chiusa in una stanza. Centinaia di giovani cristiane sono state rapite in Pakistan da uomini che le sposano senza il loro consenso e le costringono ad abiurare. Molte non vengono ritrovate o non vengono comunque restituite ai famigliari perché i giudici credono alla versione dei rapitori secondo i quali le ragazzine hanno scelto liberamente di diventare musulmane e di sposarli.