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LE RIVELAZIONI DI FAVIA

L'ex 5 Stelle: "Il Consolato venezuelano mi invitò"

L'ex 5 Stelle Favia conferma anche alla Bussola l'interesse del regime di Chavez nella primavera 2010 a conoscere i 5 Stelle e spiega perché cercarono lui: «Ero il personaggio più in vista del movimento, mi cercarono dal consolato per invitarmi. Girai la richiesta a Casaleggio. I 3 milioni e mezzo? Non ho elementi, ma il contatto politico ci fu e io ne sono testimone». 

Politica 20_06_2020

«Io non so se la storia dei 3 milioni e mezzo che sarebbero stati dati dal regime venezuelano a Roberto Casaleggio sia vera, quello che so è che in quel periodo c’erano contatti con la diplomazia bolivariana. E lo so perché ne sono io la prova: la mail che ricevetti era un invito a conoscerci in Consolato».

L’ex consigliere regionale in Emilia-Romagna, dei Cinque Stelle Giovanni Favia lo ripete da alcuni giorni e non si nasconde alle interviste. Di quel contatto della Repubblica bolivariana di Hugo Chavez con il neonato movimento di Beppe Grillo, Favia è testimone diretto perché fu lui, subito dopo le elezioni che lo mandarono in via Aldo Moro come consigliere regionale, ad essere contattato dal governo venezuelano.

Favia in questi giorni sta dichiarando ai giornali di quell’episodio, per far capire che qualche cosa di verosimile nell’articolo di ABC potrebbe esserci. Ma le sue dichiarazioni, che pure non vengono smentite, sono come insabbiate.

Favia ha confermato anche alla Nuova Bussola Quotidiana aggiungendo che l’interessamento altro non era che un invito in Consolato e ribadito di essere disposto a confermarlo anche alla procura di Milano, che ha aperto un fascicolo, nel caso in cui dovesse chiedergli conto di quei ricordi.

È così, Favia? Ricordi, sono solo ricordi?
Si al momento sono solo ricordi, ma sono piuttosto nitidi e non possono essere smentiti visto che ne sono io il principale testimone.

Diventa indispensabile ritrovare quella e-mail.
È quello che sto facendo.

Perché non la trova?
Perché sono passati dieci anni, sto cercando un ago in un pagliaio, sto scandagliando nei vari backup e non è facile.

Era la sua mail personale o quella istituzionale fornita dalla Regione?
Quella della Regione.

Potrebbe essere ancora nei server della Regione?
No, perché sono stati distrutti a fine mandato.

Dunque, ci racconti. Lei viene eletto in Consiglio regionale Emilia-Romagna nel marzo 2010…
Esatto.

E quando arriva il contatto dal Venezuela?
Poco dopo, ma non saprei dire in che mese.  

Perché il suo ricordo sia credibile dovrebbe essere prima del 5 luglio, data in cui sarebbe avvenuto il passaggio della valigetta con i soldi…
Io credo che sia stato subito dopo la mia elezione di marzo.

Marco Vagnozzi, che faceva parte del suo staff in Regione ha confermato l’esistenza di questa mail, ma ha detto che arrivò successivamente, forse in settembre.
Io ho un ricordo diverso, bisogna essere prudenti. Lui ha avuto molta sicurezza su una serie di aspetti che non ho sollevato, come l’affermare con certezza che il documento dell’ABC sia un falso.

Lei che dice?
Che non posso dire se sia falso o no. Posso dire che un contatto venne cercato. Non ho dato alcun giudizio né opinione sulla presunta, e ripeto presunta, “donazione”.

La mail che cosa diceva?
Chiedevano un incontro in ambasciata venezuelana, o consolato, ora non ricordo nel dettaglio, ma chiedevano un incontro.  E non ricordo se si trattasse di Gian Carlo di Martino, il nome del console venezuelano a Milano di cui si sta parlando in queste ore.  

E la finalità?
Conoscerci. Ovviamente non si parlava di soldi.

Come era lo stile della lettera?
Ricordo che si parlava al plurale, con toni piuttosto pomposi, parlavano a nome del “nostro paese” e dicevano “Repubblica bolivariana”. Toni un po’ pomposi da Repubblica socialista.

Perché contattarono lei che era un consigliere regionale?
Era il 2010, il Movimento aveva conquistato i suoi primi eletti in Regione e io ero praticamente il capo dei Cinque Stelle, il personaggio più di spicco perché tutto passava da me, anche le interviste con i giornali nazionali e esteri, io andavo a cena con Beppe Grillo e rappresentavo il movimento in tv.

Quindi cercarono lei perché era il personaggio più in vista?
Esatto.

Perché girò la richiesta direttamente a Casaleggio e non volle conoscere personalmente queste persone?
Perché lo intesi come un aspetto di politica estera, diciamo, e io mi occupavo di temi molto concreti, non di queste cose sulle quali tra l’altro non potevo decidere nulla. Però non lasciai cadere la cosa.

Scrisse direttamente a Casaleggio?
A lui o a un suo stretto collaboratore, non ricordo il dettaglio.  

Perché in un’altra intervista ha parlato di ilarità?
Perché nel mio staff ridemmo di questa cosa, ci sembrava strana, noi ci occupavamo di energia, di sostenibilità, di acqua pubblica, di connettività. Ci sembrò molto strana come richiesta e ci faceva ridere.

Casaleggio le rispose?
Non ricordo.

Un interesse dei venezuelani era compatibile con le vostre idee politiche?
No, ma…

Ma…?
I movimenti si agganciano quando sono in erba e giovani, sicuramente Grillo aveva una vena anticapitalista, nei suoi spettacoli c’era questo aspetto, questo può aver dato alcune impressioni. Noi eravamo basati sulle Cinque stelle che erano comunque antisistema però certi spettacoli di Grillo potevano dare l’idea di essere piuttosto rivoluzionari...

Che cosa pensa di questa storia?
Bè, io li ho messi in contatto e di solito agli intermediari si dà almeno il 4%...

Prego?
Sto scherzando (ride), mi raccomando, sto facendo solo una battuta. Mah… cosa dire? Dico che i contatti ci furono e che quel tentativo non fu giustificato da nessun tipo di rapporto istituzionale in essere, il movimento era ancora piccolo e assente in Parlamento. Può essere anche che il documento sia stato ricostruito artatamente, ma su un fondo di verità, oppure che sia del tutto falso perché non ci fu mai un passaggio di soldi. Ma quello che posso testimoniare con sicurezza è che il Venezuela di Chavez nel 2010 ci cercò. Alteove si parla senza problemi di aouti a Podemos, alla Kirkhner... insomma, l’interesse politico c’era.

Se la Procura le facesse visita confermerebbe tutto?
Sì. È un fatto, non si può smentire.