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SCENARI

L'Europa secolarizzata cerca rifugio nella droga

Il business mondiale della droga vale oggi oltre mille miliardi di dollari l'anno: l'Africa è diventata il crocevia del traffico internazionale.

Attualità 22_02_2011
droghe Il New York Times, la scorsa settimana, ha dato la notizia del numero delle vittime del 2010 della guerra del narcotraffico che si svolge in Messico ormai da anni: 15.273. Nel 2007, i morti erano stati 2.826. L’economia di molti Paesi dell’America Latina – grandi produttori di sostanze stupefacenti – si regge sul narcotraffico e sono quelle organizzazioni criminali, in concorso con le mafie di ogni latitudine e spesso favorite dalla condiscendenza di apparati dello Stato, a dominare nel mondo il commercio ed il consumo delle droghe, al quale è associato quello delle armi.

Nella sua visita pastorale in Colombia del 1986, riferendosi ai narcotrafficanti, Giovanni Paolo II affermò, tra l’altro: "Trafficanti della libertà dei loro fratelli, che rendono schiavi con una schiavitù più terribile, a volte, di quella degli schiavi neri. I mercanti di schiavi impedivano alle loro vittime l’esercizio della libertà. I narcotrafficanti riducono le proprie vittime alla distruzione stessa della personalità" (“Insegnamenti”, IX, 2, 1986, p. 197).

Quello che gira attorno alla droga, è un business economico di dimensioni colossali, che condiziona la vita dell’intero pianeta. Se nel 1999 le Nazioni Unite stimavano che i traffici internazionali di stupefacenti riciclassero almeno duecento miliardi di dollari l’anno, più fonti sono concordi oggi nel ritenere che la cifra superi i mille miliardi di dollari, una dimensione che supera quella dei bilanci annuali di molti Stati messi insieme.
Nel mondo – lo afferma l’ONU - la vita di una persona su duecento è governata dalla droga, che coinvolge 200 milioni di consumatori abituali.

Canale privilegiato per i traffici connessi alla droga, è divenuto un intero continente, l’Africa, in particolare quella occidentale. Da qui, la droga – proveniente dai Paesi dell’America Latina - si sposta nell’Africa orientale, punto di smistamento dei carichi di eroina che arrivano dall’Asia, in particolare dall’Afghanistan. Cocaina ed eroina vengono così indirizzate soprattutto verso l’Europa, ma anche verso il Nord America.

Questo transito nel continente africano, produce effetti di non poco rilievo: il consumo e l’abuso di droghe in Africa, dov’è in aumento anche la coltivazione e la produzione di cannabis, la principale droga usata dagli africani. I consumatori africani di marijuana sono circa 25 milioni, il 5,8% della popolazione adulta del continente, secondo i dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la lotta alla droga. Dopo la marijuana, vengono le droghe sintetiche, i barbiturici e le anfetamine. Accanto a queste sostanze, si stanno diffondendo anche eroina e cocaina, quest’ultima specialmente sotto forma di crack, consumato da tutti gli strati sociali, soprattutto nelle grandi città come Johannesburg, Città del Capo e Durban. Le sostanze stupefacenti sono utilizzate anche per “istillare il coraggio” nei combattenti delle diverse guerre africane, in particolare nei bambini soldato. Marijuana e amfetamine sono state somministrate sistematicamente ai piccoli costretti a divenire combattenti, soprattutto in Liberia e Sierra Leone, a tal punto che i programmi per il reinserimento degli ex bambini soldato prevede una fase di disintossicazione.

Il binomio droga-guerra ha un altro aspetto: quello del finanziamento dei diversi gruppi combattenti attraverso la produzione e il traffico di stupefacenti. E’ documentato che negli ultimi 20 anni conflitti come quelli in Mozambico, Angola, Liberia, Senegal, sono stati finanziati anche ricorrendo al traffico di droga.

Dall’Africa, la droga giunge nel continente europeo, attraverso due canali principali: l’Europa orientale e soprattutto la penisola iberica e i Paesi Bassi. L’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT), nel suo rapporto 2010, che si basa su dati raccolti nel periodo di tempo 2004-2008, rileva che la cannabis – consumata da circa 23 milioni di europei adulti, pari al 6,8% - è la sostanza più popolare in Europa, dove vengono sequestrate circa mille tonnellate l’anno di tale sostanza. L’uso della cocaina, a differenza della cannabis, è in aumento nei Paesi dell’Europa occidentale. Si stima che i consumatori europei una tantum di questa sostanza siano circa 14 milioni (il 4,1 % degli europei adulti). I consumatori di cocaina rappresentano ora circa un quarto dei nuovi utenti dei servizi sanitari  La maggior parte di essi è segnalata in Spagna, Italia e Regno Unito e comprende due gruppi distinti: uomini socialmente integrati che sniffano la sostanza e consumatori emarginati che la assumono per via parenterale o usano cocaina crack assieme ad altre sostanze. Un ulteriore problema è la crescente mortalità associata al consumo di cocaina. Sono denunciati circa mille decessi l’anno legati al consumo di tale sostanza. Il consumo di anfetamine in Europa nel complesso rimane inferiore a quello della cocaina – la prevalenza una tantum è pari a circa 12 milioni, il 3,7% degli europei adulti - ma l’anfetamina o la metanfetamina sono ancora le sostanze stimolanti più utilizzate in molti paesi. Il consumo problematico di anfetamina è segnalato principalmente nei paesi dell’Europa settentrionale, mentre il consumo problematico di metanfetamina rimane per lo più limitato alla Repubblica ceca e alla Slovacchia.

Stime prudenti indicano 1,35 milioni di consumatori problematici di oppioidi in Europa, e la maggior parte di coloro che entrano in terapia continua a indicare gli oppioidi come droga primaria. I decessi indotti dalla droga rappresentano il 4% di tutti i decessi di cittadini europei di età compresa tra 15 e 39 anni e sono per circa i tre quarti dei casi correlati al consumo di oppioidi. Sono la sostanza stupefacente principale in oltre il 50% di tutte le richieste di trattamento per consumo di droga. Nel 2008 circa 670.000 consumatori di oppioidi si sono  sottoposti alla terapia sostitutiva.

Dal 2003,  il numero di decessi indotti dal consumo di droga è in aumento nella maggior parte dei paesi europei, così come l’età delle vittime, fattori indicativi – sostiene l’OEDT - di una popolazione di consumatori cronici in invecchiamento.
I dati provvisori indicano un aumento dei decessi correlati al consumo di stupefacenti segnalati nel 2008, con 7.371 casi stimati negli Stati membri dell’Unione e in Norvegia nel 2008, rispetto a 7 021 nel 2007. Si può inoltre stimare che nell’Unione europea per ogni overdose fatale si verifichino 20-25 casi non fatali, ovvero circa 150.000 l’anno.

Oltre all’ecstasy – la cui prevalenza una tantum riguarda circa 11 milioni di europei adulti, pari al 3,3% - nel 2009 in Europa sono circolate 24 nuove droghe sintetiche identificate per la prima volta. Nei primi sei mesi del 2010 sono state identificate altre 15 nuove sostanze, tra cui catinoni sintetici e cannabinoidi sintetici, oltre a nuovi derivati sintetici simili alla cocaina e alle anfetamine.

Un quadro sconcertante e desolante, che delinea la realtà di un continente intossicato, conseguenza – come ha detto Benedetto XVI nell’Angelus del 16 dicembre 2007 – della “proposta delle culture che pongono la felicità individuale al posto di Dio, mentalità che trova un suo effetto emblematico nella ricerca del piacere ad ogni costo, nel diffondersi dell'uso di droghe come fuga, come rifugio in paradisi artificiali, che si rivelano poi del tutto illusori". Rispetto a questa realtà, appaiono del tutto inadeguate le strategie di prevenzione del fenomeno promosse dai governi europei e dagli organismi internazionali, che si dimostrano sempre più incapaci di diffondere, soprattutto nelle nuove generazioni, la cultura della vita e del rispetto della dignità dell’essere umano.