Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi

MAMMA DI SETTE FIGLI

Lettera a Bassetti: «Ci avete abbandonati, non prendeteci in giro»

«Caro Bassetti, mia mamma e mio nipote sono disabili. Io e mio marito cerchiamo di trasmettere la fede ai nostri sette figli con lavoro perso e i soldi finiti. Solo Dio può sostenerci, ma voi pastori ci avere abbandonato: se foste arrabbiati, autorizzereste i parroci a dire Messa. Lo Stato non ha potere di proibirla. Quindi: o ci fate andare domani o siete complici che piangono per tenerci buoni».

Libertà religiosa 03_05_2020

La lettera di una madre ternana inviata al presidente della Cei e pubblicata dal Umbria On.

Sono una mamma di sette figli, nonna di cinque nipoti, figlia di una donna disabile gravissima alimentata artificialmente con peg (è affetta anche da Alzheimer, parkinson, epilessia con catetere a dimora e respirazione assistita 24 ore su 24) ed infine zia di un bambino di 13 anni affetto da trisonomia 21 grave a cui si è aggiunta una neoplasia maligna al cervello rarissima e inoperabile. Le chiedo o Dio c’è e da un senso a tutto ciò, oppure Dio non c’è e tutto diventa un fardello insopportabile, una condanna. Io credo che Dio c’è, Lui è il mio Signore e tutto diventa dono, benedizione e grazia.

Io e mio marito stiamo cercando di trasmettere la fede ai nostri figli rinchiusi a casa, con il lavoro perso, lo studio bloccato e i soldi finiti. Come noi ci sono tantissime famiglie, ormai senza lavoro, con figli, con anziani e con disabili. Magari costretti a vivere in 60 metri quadrati.

Le scrivo allora facendomi portavoce di un popolo lasciato solo e abbandonato dai propri pastori. Voi ci avete lasciato come pecore senza pastore, come terra deserta, arida e senza acqua. Gesù vi dice ‘consolante il mio popolo e parlate al cuore di Gerusalemme e gridate che è finita la sua schiavitù’. Non si odono parole da parte di voi vescovi ma solo un silenzio assordante che trafigge il cuore dei poveri.

Io la penso così: Se voi vescovi foste davvero arrabbiati, autorizzereste i parroci a dire le Messe dicendo che la cosa non compete al Governo ma a voi vescovi. Ma non lo fate, vi limitate a una sterile e inutile protesta di facciata. Con questo atto cercate solo di salvare la faccia davanti ai fedeli sempre più soli, sofferenti, indignati e abbattuti.

Basterebbe che voi vescovi diceste: «Ce ne freghiamo del lockdown, la sicurezza la sappiamo garantire noi». Se aveste avuto a cuore le Messe, ce le avreste lasciate come hanno lasciato aperti i supermercati, i tabaccai, le profumerie. Lo Stato non ha alcun potere nel proibire le messe col popolo. Nessuno. La Costituzione e il Concordato ci tutelano. Quindi: o voi vescovi ci fate andare domani, o siete complici e se piangete è per tenerci buoni.

Inutile fare oggi appello alla libertà di culto compressa come lamenta lei, cardinale Bassetti. Sono due mesi che non c’è libertà di culto ma la Cei l’ha giustificata con il senso di responsabilità e dicendo che si poteva pregare anche a casa senza preti. La libertà di culto è stata compressa quando i carabinieri sono saliti sugli altari con arroganza e hanno impedito ai preti di celebrare. Ma nessun comuniciato della Cei è stato fatto. Anzi, a buscarle sono stati i poveri preti. Per forza: la Conferenza episcopale ha ceduto sovranità al governo e ora il governo, laicista e anticristiano, fa il suo mestiere. E se i vescovi si lamentano per gentile concessione il premier vedrà di affrontare la faccenda. Bravo Conte: fai vedere chi comanda!

Ma dove vivete? E che Governo sostenete? Siete ancora pastori e custodi del gregge che Dio vi ha affidato? Quello di cui non riusciamo ad accorgerci, perché siamo rane dentro la pentola in ebollizione, è che la persecuzione è incominciata. Mi scusi la crudezza del linguaggio ma siamo amareggiati e delusi. Oggi la Parola di Dio risponde alle decisioni del Governo: «Datevi da fare non per il cibo che perisce, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il figlio dell’uomo vi darà». Se esiste un modo per fare la spesa in sicurezza, lavorare in sicurezza, fare sport in sicurezza, allora significa che esiste un modo anche per celebrare l’Eucarestia in sicurezza. Non ci vuole fede per capirlo, basta la semplice logica.